Foto da Twitter
L’Isis ora se la prende anche con i gatti. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa irachena al-Sumaria, l’autoproclamato Califfato avrebbe emesso il 4 ottobre scorso una fatwa contro i gatti, vietando il loro allevamento nelle case di tutte le città occupate, a iniziare da Mosul, la più importante città irachena sotto il controllo degli jihadisti. Chi possiede un gatto sarà dunque costretto a consegnarlo alle autorità dell’Isis, che provvederanno alla soppressione immediata dell’animale. In questi giorni i soldati di al-Baghadi starebbe girando di casa in casa per dare inizio al massacro e far rispettare il divieto.
Il motivo di questa orribile imposizione non è stato svelato: qualcuno ipotizza che una carestia alimentare potrebbe aver indotto i miliziani a trasformare i felini domestici in cibo per le truppe, mentre qualcun altro sostiene che quella dei gatti potrebbe essere una moda troppo occidentale e quindi da condannare.
O forse la verità è un’altra.
La notizia riportata dalle maggiori testate italiane e internazionali potrebbe anche non essere vera, come sostengono alcuni siti di indagine sul mondo jihadista. Il gatto per l’Islam è un animale venerabile citato nel Corano stesso, dove si evidenzia la predilezione del profeta Maometto per queste creature enigmatiche e giocherellone. È questo il principale motivo che pone dubbi sulla veridicità della notizia.
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Come dicevamo il gatto per l’Isis è animale puro e venerabile, amatissimo in tutto il mondo arabo anche per via della leggenda della gatta di Maometto di nome Muezza: secondo la tradizione, la gatta si sarebbe addormentata sulla veste del Profeta che, giunta l’ora della preghiera, preferì tagliare la parte dove era appoggiata pur di non svegliarla. In un’altra leggenda una serpe velenosa sarebbe penetrata all’interno della veste di Maometto, il quale sarebbe poi stato salvato dall’intervento della sua amata gattina.
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E non è tutto: in tempi recenti lo stesso Daesh ha sfruttato il potere mediatico dei gatti sul web, inondando siti di reclutamento e portali jiahdisti con immagini di combattenti e gattini, per mostrare un lato tenero e positivo dei miliziani.
In conclusione come stanno le cose? L’Isis vuole sterminare tutti i gatti dei territori sotto il suo controllo o si tratta solo di una bufala? Lo scopriremo solo vivendo.