Un’isola meravigliosa e incontaminata, un uomo e una donna alla ricerca dell’amore, un ‘terzo incomodo’ che rischia di compromettere la complicità creatasi e… una caratteristica fondamentale: essere senza veli! Sono questi gli ingredienti de L’isola di Adamo ed Eva, in onda su Deejay Tv, il mercoledì in prima serata. Così anche la televisione italiana si dota della versione nazionale di un format che ha riscosso grande successo nel mondo negli ultimi mesi. Il meccanismo è quello classico del dating show, nulla di sostanzialmente nuovo rispetto a Uomini e Donne e simili, se non il fatto che i protagonisti sono senza veli.
Voyeurismo sempre più spinto? Niente affatto, stando all’apparato comunicativo costruito attorno al programma, al contrario: l’essere senza veli abbinato al fatto di trovarsi su un’isola praticamente deserta dovrebbe consentire all’Adamo e alla Eva di turno di conoscersi per ciò che sono realmente, senza tutte le sovrastrutture che caratterizzano la quotidianità di ciascuno, concentrandosi solamente sul loro essere. C’è di più: il programma dovrebbe suggerire una visione diversa del corpo mostrato senza veli, concepito non più come sconveniente e pruriginoso, ma come condizione naturale, originaria dell’uomo. Insomma, L’isola di Adamo ed Eva intende essere un ‘esperimento sociale’, così viene definito e presentato dai canali ufficiali della rete.
Bei propositi, belle parole, peccato che appaiano alquanto pretestuose perché sembra difficile, quanto meno ingenuo, credere che davvero gli spettatori, almeno per la maggioranza, possano guardare il programma perché attratti da un’ottica socio-antropologica e non, piuttosto, spinti da una curiosità voyeuristica. Come si spiegherebbe, altrimenti, la necessità di una versione senza censure, in onda in seconda serata?!
Rispetto al format originale, dove spesso il tenore dei dialoghi tra i partecipanti rasenta livelli decisamente sconfortanti, alla versione nostrana va riconosciuta la volontà di focalizzarsi maggiormente sulla narrazione del vissuto dei protagonisti e sui loro sentimenti. Una versione più ‘romantica’ per così dire. A tenere le fila di ciascuna puntata c’è Vladimir Luxuria che, senza far mancare qualche doppio senso seppur sempre con garbo, gestisce il tutto con un sottile velo di giusta ironia.