Ha dell’incredibile la scoperta della leggendaria Basilica di Vitruvio, che gli archeologi stavano cercando da 500 anni, sotto la cameretta di due bambini a Fano.
L’11 marzo sono stati ritrovati i resti dell’edificio che gli archeologi di mezzo mondo stanno cercando da 5 secoli, un periodo di tempo incredibile. Ancora più strabiliante è che a contribuire al ritrovamento sono stati due bambini di 8 e 4 anni, ovvero i fratellini che hanno la cameretta proprio sopra i resti della Basilica.
Pietro ha 8 anni, la sorella Olimpia ne ha solo 4 ma se quel che ipotizzano gli esperti fosse confermato, il ritrovamento della Basilica di Vitruvio sarebbe anche un po’merito loro.
Qualche giorno fa, precisamente l’11 marzo, è giunta notizia che tale Basilica, a cui gli archeologi danno la caccia da più di 5 secoli, è stata scoperta grazie ai lavori di ristrutturazione effettuati nella loro casa di Fano, in provincia di Pesaro Urbino. In particolare le stanze sotterranee ritrovate sono situate proprio sotto gli ambienti destinati alle loro camerette.
Gli ambienti rinvenuti sono lastricati di preziosi marmi colorati provenienti da diverse zone dell’Oriente, risalenti al I secolo a.C.
I tecnici della Soprintendenza e il team di studiosi che sono a lavoro sul luogo per verificare questa scoperta, sono convinti che la struttura sia di grande rilevanza e forse si tratta dell’edificio di cui l’architetto Marco Vitruvio Pollione parla nel suo celeberrimo Trattato sull’Architettura. Lui stesso afferma di averlo costruito dandogli proprio il suo nome ma come dicevamo, gli archeologi di tutto il mondo lo cercano da secoli poiché sebbene fosse nota più o meno la zona di realizzazione, non è mai stata trovata per intero ma si avevano solo alcuni frammenti.
I genitori di Pietro e Olimpia non sanno cosa accadrà ora alla loro casa, dal momento che il cantiere marchigiano è stato ovviamente chiuso per gli accertamenti del caso. Di certo hanno sognato di tenere questa grande scoperta come un loro gioco personale ma dovranno condividerla con tutti.
Il ritrovamento ha lasciato tutta Fano e non solo, a bocca aperta. Questa meraviglia riposa in solitudine da tempo ed è ora che tutto il mondo possa ammirare le meravigliose stanze della Basilica, perfettamente conservate.
Mentre i lavori di ristrutturazione sono stati fermati, il sindaco di Fano, Massimo Seri, si è mobilitato scrivendo al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, chiedendogli di visitare di persona i reperti. Se verrà confermata la loro appartenenza si tratterebbe della scoperta più sensazionale dell’ultimo secolo.
La Basilica di cui parla Vitruvio nel suo Trattato era un edificio con funzione pubblica di epoca romana. L’architetto forse è nato proprio a Fano, comunque per la città rappresenta un grande orgoglio.
L’eventuale conferma che i resti appartengano alla Basilica realizzata in età Augustea, connoterebbe la città come destinazione privilegiata per lo studio dell’archeologia classica ma anche come meta ambita dai turisti.
L’opera è importante perché è l’unica attribuita a Marco Vitruvio Pollione, considerato il più famoso teorico dell’architettura di tutti i tempi. Fra le diverse costruzioni descritte nel De Architectura, si parla appunto di una sola progettata da lui, ovvero probabilmente quella che è stata trovata in questi giorni.
Rispetto alle altre la Basilica di Fano ha una forma più inconsueta e ospitava funzioni strettamente politiche. Vitruvio descriveva un’abside ad arco di cerchio che si trovava sul lato lungo della struttura.
Stando a quanto riportano gli scritti, tale impianto sorgeva nella Colonia Julia Fanestris, affacciata sul foro della città romana proprio dove oggi sorge Fano.
Il complesso rinvenuto l’11 marzo è costituito da almeno 5 ambienti divisi da muri molto spessi, rivestiti di lastre di marmo, come le pavimentazioni, di un bellissimo colore verde e rosa.
Tra le varie meraviglia anche un frammento di iscrizione. L’edificio è stato datato intorno al I secolo a.C. e il I secolo d.C.
Secondo gli addetti ai lavori si tratta di una scoperta importante però c’è bisogno di alcune conferme prima di poter dire che finalmente questa primula rossa dell’archeologia è stata rinvenuta. Bisogna quindi attendere ulteriori scavi e ci vorrà tempo, poiché l’impianto è molto ampio e articolato, e difficilmente sarà possibile accedervi interamente.
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