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La Bella Principessa di Leonardo da Vinci sarà in mostra a Urbino dal 6 dicembre al 18 gennaio 2015. Il ritratto di dama su pergamena, attribuito al genio del Rinascimento, sarà esposto nella Sala del Trono di Palazzo Ducale, che aprirà le sue porte al pubblico per ammirare l’opera definita dagli studiosi come il più intrigante giallo della Storia dell’Arte mondiale. Il dipinto, asportato da un volume del Quattrocento, è l’attribuzione più recente fatta a Leonardo da Vinci, dopo anni di indagini storico-scientifiche per smontare la tesi che voleva l’opera come una produzione tedesca del secolo scorso. L’esposizione al pubblico, in esclusiva mondiale, è stata voluta e curata da Vittorio Sgarbi, e accompagna gli eventi promossi in occasione del prossimo Expo 2015.
Per la prima volta, dunque, dopo l’attribuzione dell’opera a Leonardo, il ritratto di dama su pergamena sarà esposto al pubblico nel suggestivo borgo marchigiano. La Bella Principessa – così chiamata dal professor Martin Kemp che ha eseguito gli studi sul dipinto – è una giovane donna ritratta di profilo con i capelli raccolti secondo l’acconciatura in voga alla corte degli Sforza. Probabilmente, infatti, si tratta di Bianca, figlia illegittima del Duca di Milano e di Bernardina de Corradis, che sposò, nel 1496, Galeazzo Sanseverino.
Come dicevamo, l’opera è considerata uno dei misteri più grandi della Storia dell’Arte mondiale poiché ci sono voluti parecchi anni di studi e di prove – tra le quali anche l’analisi del carbonio 14 – per affermare che il dipinto è un’opera di Leonardo da Vinci datata 1496.
Si tratta, in realtà, di un disegno a inchiostro e matita nera, rossa e bianca, sfumata con le dita secondo una tecnica che rende il tratto molto più ‘pittorico’. Proprio l’impronta emersa durante le analisi – simile a quella lasciata da Leonardo sulla Dama dell’Ermellino – e la mano mancina del tratteggio hanno rafforzato l’ipotesi che l’opera potesse appartenere al pittore toscano. Non solo. Da un’analisi attenta dei tre fori trovati lungo il margine sinistro della pergamena, lo storico dell’arte inglese Martin Kemp, e l’ingegnere francese Pascal Cotte, hanno constatato che il ritratto proviene da un codice quattrocentesco – la Sforziade, un’elegia familiare opera di Giovanni Simonetta – che presenta gli stessi identici fori in corrispondenza di una pagina staccata.
Nel 2011 il disegno, conosciuto anche col nome di Ritratto di Bianca Sforza, è stato ufficialmente attribuito a Leonardo da Vinci; cosa che, evidentemente, ne ha aumentato sia il valore che il prestigio. Essendo tuttavia un’opera estremamente delicata, è stata esposta solo in rarissime occasioni.
La mostra in programma ad Urbino, quindi, è un’opportunità eccezionale, non solo per la bella città marchigiana ma soprattutto perché gli appassionati di arte e non solo, avranno la possibilità di ammirare l’ennesimo capolavoro firmato Leonardo da Vinci.