La bambina di otto mesi, vittima di un tentato infanticidio, a via Colombo a Casarile, in provincia di Milano, si trova in gravissime condizioni ed è tenuta in coma farmacologico. Il compagno della madre, l’uomo che avrebbe tentato di ucciderla, si trova in stato di fermo e avrebbe già confessato di essere stato lui a colpirla con calci e pugni.
A chiamare i soccorsi, sarebbe stata la nonna ieri sera. E in una prima versione fornita dai familiari in ospedale, la bimba sarebbe caduta dal seggiolone e successivamente è arrivata la chiamata ai medici. Una volta arrivati i soccorsi, però, il quadro della situazione si presentava in maniera decisamente differente rispetto a quanto raccontato da chi doveva prendersi cura di lei. Infatti, la bambina è stata trasportata al Policlinico San Matteo di Pavia, dove i sanitari già a primo impatto hanno ravvisato la presenza sul suo corpo di numerosi ecchimosi e lividi. Di conseguenza, non hanno creduto alla versione presentata dai familiari e hanno deciso di chiamare i carabinieri.
Purtroppo le condizioni della bambina sono gravissime. La piccola è ora in coma farmacologico dopo l’intervento dei medici all’ospedale Giovanni XXIII. Secondo le ricostruzioni sull’accaduto, la bambina di soli otto mesi è stata colpita con numerosi e ripetuti calci, pugni e schiaffi: un vero e proprio tentato infanticidio che si è verificato in via Colombo a Casarile a Milano, in un appartamento condominiale.
A essersi reso protagonista di un gesto tanto scellerato quanto crudele è stato il compagno della madre. E possiamo scriverlo con relativa certezza, perché l’uomo ha già ammesso le sue responsabilità e si trova attualmente in stato di fermo, dopo il colloquio con gli investigatori che stanno indagando sul caso, preso in carico dalla procura di Pavia.
Tornando alle condizioni della bambina, dopo i primi interventi e la visita dei medici, appurata la gravità delle lesioni e il quadro complessivo, si è deciso di trasferirla a Bergamo. Le indagini sul tentato infanticidio comunque vanno avanti per fare luce su una vicenda, i cui contorni non sono ancora del tutto chiari. Infatti, preso atto delle evidenti responsabilità del compagno della madre, bisognerà capire anche qual è stato il ruolo degli altri familiari nelle percosse che ha subito la bambina di otto mesi. Anche perché, inizialmente, sono stati loro a indicare quanto successo alla piccola come una banale caduta. E, invece, non è andata proprio così.
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