Questa volta non si può parlare di un ruolo da protagonista per la Bond Car, perché si vede pochissimo. Possiamo definirlo un cameo. Ma la BMW Z3 riveste comunque una certa importanza anche nella “parte” che ricopre nel film di 007 GoldenEye.
La pellicola è del 1995, la diciassettesima della serie. James Bond è per la prima volta interpretato da Pierce Brosnan. Una potente organizzazione criminale chiamata Janus s’impossessa in Siberia dei codici di attivazione di un satellite militare russo, il GoldenEye, in grado di paralizzare i sistemi informatici. Il capo di Janus è l’ex agente segreto inglese 006, il quale, dopo aver simulato anni prima la propria morte in un’azione che vedeva coinvolto lo stesso 007, vuole colpire Russia e Inghilterra per vendicare i genitori cosacchi uccisi durante le purghe staliniane perché, a suo dire, traditi dai britannici. Per raggiungere il suo obiettivo collabora con uno spietato generale dell’ex armata rossa, il quale vuole nientemeno che conquistare la Russia.
Naturalmente 007 viene inviato a contrastare questo folle piano. In questo viene aiutato dalla bella Natalya Simonova (l’attrice Izabella Scorupco), l’unica programmatrice sopravvissuta durante l’attacco alla base che controllava GoldenEye.
La BMW Z3 entra marginalmente nella storia, per poco più di un minuto. Secondo quanto dichiararono all’epoca i produttori, questo fu dovuto al fatto che il contratto tra la produzione e la casa tedesca venne firmato solo a sceneggiatura ultimata.
Però si tratta di un’apparizione importante. Intanto la Z3 era il modello più recente della casa e quando apparve nel film non era ancora in produzione. Gustosa la scena nel laboratorio di Q, dove il capo del settore tecnico dell’MI6 illustra a Bond gli ultimi gadgets, fra cui l’autodistruzione e un lanciamissili Stinger. Tuttavia per il resto del film 007 userà ancora la fidata e vecchiotta Aston Martin DB5.
Ma ancorché brevissima questa apparizione procurò alla BMW Z3 una pubblicità stratosferica che fece fioccare le prenotazioni. Del resto la macchina aveva molte qualità proprie, era quindi destinata ad avere successo. Perché la Z3 intanto nacque direttamente come spider, non come derivata di una coupé. Poi il suo design era decisamente suggestivo. Lo stile richiamava le roadster del passato: forme tondeggianti, motore anteriore con cofano molto lungo; poi la feritoia laterale ispirata alle branchie degli squali era un richiamo racing alla più pura tradizione classica.
Ma la Z3 conteneva anche le più avanzate tecnologie dell’epoca, soprattutto in fatto di sicurezza attiva e passiva. La meccanica assecondava il piacere di guida: motori a quattro cilindri aspirati a 16 valvole da 1.8 a 3.0.
Poi la consueta versione spinta contrassegnata dalla M con lo stesso propulsore 3.2 a sei cilindri della M3, leggermente depotenziato a “soli” 321 cavalli. La BMW Z3 venne prodotta fino al 2002 in quasi 300.000 esemplari.
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