La Camera conferma la fiducia sul Decreto Aiuti quater, ma è la peggior performance per il governo sulle questioni poste dal novembre scorso ad oggi.
Con 205 voti a favore, 141 contrari e 4 astenuti, la Camera ha confermato la fiducia sul Decreto legge Aiuti quater. A causa dell’elevato assenteismo, però, si tratta della peggiore performance per il governo (-1 rispetto al record negativo) e per l’opposizione (-4).
Decreto Aiuti, Camera approva fiducia
Dopo la conferma della Camera alla fiducia al Governo sul Decreto Aiuti quater, per giovedì 12 è previsto il voto finale sul provvedimento per la conversione in legge
Dalle 16 di oggi, dopo il question time, l’esame degli ordini del giorno sul Dl a cui nelle prossime ore l’Assemblea di Montecitorio darà il via libera definitivo.
Giovedì il voto finale sul provvedimento
Il via libera della Camera alla fiducia posta dal Governo sul disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto 18 novembre 2022, n. 176 – misure urgenti di sostegno nel settore energetico e di finanza pubblica -, il cosiddetto “Aiuti quater”, è arrivato nel primo pomeriggio.
Giovedì mattina è atteso il voto finale sul provvedimento, in Aula anche la votazione per l’elezione dei componenti effettivi e dei supplenti (9 per ognuna delle categorie) della delegazione presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio Ue.
Questioni di fiducia: lo storico fotografa la peggiore performance del governo
Secondo quanto registrato finora sulle questioni di fiducia poste finora, quella di oggi risulta essere la peggiore performance per il Governo.
Storico performance del governo sulle questioni di fiducia alla #Camera.@ultimora_pol pic.twitter.com/NPJvGDyNe9
— Ultimora.net – POLITICS (@ultimora_pol) January 11, 2023
Ultimora.net riporta lo storico delle questioni di fiducia poste dal Governo Meloni sottolineando come causa del dato peggiore l’alto assenteismo.
Nei primi due mesi dal giuramento al Quirinale, il Governo ha posto quattro volte la questione di fiducia sui provvedimenti presentati in Parlamento.
Si tratta del numero più alto di questioni poste rispetto a quanto hanno fatto i suoi predecessori Mario Draghi e, ancora più indietro nel tempo, Giuseppe Conte.
Caro benzina: la scelta sulle accise infiamma il dibattito, Meloni replica
In queste ore, tra le critiche mosse all’esecutivo si infiamma il dibattito sul caro benzina. La scelta sulle accise è stata difesa dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, in un video diffuso sui social, ha rivendicato la necessità di agire seguendo l’orientamento intrapreso per evitare di lasciare “scoperta” un’altra fetta di aiuti.
Quanto costa il taglio delle accise sui carburanti? “Mediamente un miliardo al mese“, ha dichiarato Meloni, sottolineando come la mossa avrebbe impedito di “aumentare il fondo sulla sanità, la platea delle famiglie per calmierare le bollette domestiche, per i crediti delle pmi”.
Le suddette misure, secondo l’analisi proposta e seguita dal Governo Meloni, sarebbero state “cancellate” se si fosse optato per il taglio.
Il caos per l’aumento dei prezzi del carburante è lontano dal risolversi, ma Meloni non intende tornare indietro: “Sono ancora convinta che sarebbe ottima cosa tagliare le accise, ma dobbiamo fare i conti con la realtà e con una situazione emergenziale che ci impone di fare delle scelte“.
Il Presidente del Consiglio auspica di arrivare ad un futuro “taglio strutturale” e non temporaneo delle accise, ma attualmente non ci sarebbero le condizioni neppure per una momentanea boccata d’ossigeno sul caro carburanti.