La Camera dei Comuni ha condannato Boris Johnson per il Partygate

La Camera dei Comuni ha deciso di condannare l’ex premier Boris Johnson per le vicende del Partygate avvenute durante la Pandemia da Covid-19. Il rapporto presentato in aula è stato largamente approvato dai membri del parlamento ora perciò Boris Johnson dovrà subire le conseguenze delle sue azioni.

Ex premier Boris Johnson
Ex premier Boris Johnson – Nanopress.it

Le accuse mosse contro l’ex premier sono di aver “fuorviato il Parlamento” e di aver preso parte alle feste organizzate a Downing Street violando le norme di restrizioni anti-Covid all’epoca dei fatti in vigore. Per l’ex premier ci saranno 90 giorni di sospensione dai Comuni e l’impossibilità di accedere a palazzo Westminster.

Borsi Johnson condannato dalla Camera dei Comuni

Boris Johnson è stato condannato anche dalla Camera dei Comuni, l’ex premier britannico è stato accusato per aver “fuorviato il Parlamento” nel periodo in cui era primo ministro e ha preso parte alle feste organizzate a Downing Street durante la Pandemia.

Partygate è chiamato così lo scandalo legato alle feste organizzate a Downing Street che venivano svolte violando le restrizioni anti-Covid imposte durante la pandemia.

Il Parlamento ha approvato la condanna con una larga maggioranza, sono 354 i voti che si sono espressi a favore della condanna contro l’ex premier su un totale di circa 650 membri parlamentari.

Solo sette membri si sono espressi contrari. Il resto dei componenti ha deciso o di non presentarsi o di astenersi dalla votazione.

Le accuse a carico di Boris Johnson sono tenute all’interno di un rapporto di condanna che è stato redatto da Privileges Committee, ossia la commissione bipartisan di Westminster.

All’interno del documento ci sono le accuse contro l’ex leader Tory, testo che è stato approvato e sostenuto da tutti i partiti di opposizione e anche da una parte del gruppo conservatore.

Una condanna arrivata in occasione particolare per l’ex premier, infatti è arrivata proprio il giorno del suo 59esimo compleanno.

Boris Johnson si era già dimesso in anticipo come deputato nei giorni scorsi per protestare contro queste accuse, ma a causa della sua condanna è stato “bandito da Westminster”.

Secondo quanto proposto nel rapporto di commissione Johnson avrà 90 giorni di sospensione dai Comuni e quindi non gli sarà permesso di accedere a palazzo Westminster, eliminando il lasciapassare di cui di solito godono gli ex parlamentari.

È una sanzione che fino ad ora non era mai stata presa in considerazione per un ex premier dell’esecutivo della Corona Inglese.

Boris Johnson
Boris Johnson – Nanopress.it

Le assenze e le dichiarazioni dei presenti in aula

L’arrivo di questa sanzione non è stato facile, si è giunti a questa decisione dopo un lungo dibattito in aula in cui erano assenti molti ministri che intenzionalmente non hanno preso parte per non ritrovarsi a confrontarsi con un passaggio istituzionale molto ostico per il partito di maggioranza.

Al dibattito era assente anche il primo ministro attuale Rishi Sunak. Ad avviare questo confronto è stata Penny Mordaunt, la ministra leader di Leader of the House, la prima a votare a favore della condanna.

Durante il suo messaggio Penny Mordaunt ha voluto ricordare l’importanza di dover difendere l’integrità e anche il rispetto verso l’istituzione.

Anche Thangam Debbonaire, sempre di Leader of the House, è voluta intervenire al dibattito riferendosi direttamente all’opposizione e ai deputati che erano intenzionati ad astenersi, ma anche ai sostenitori di Boris Johnson chiedendo a tutti i presenti di ricordare le famiglie delle vittime da Covid-19 e di ciò che rappresentava per loro questo voto.

La ministra ha poi accusato l’attuale premier Sunak di aver avuto un atteggiamento di debolezza decidendo di non presentarsi alla votazione e non prendendo una posizione chiara sulla questione.

Il premier nelle settimane scorse in merito alla questione ha sempre ribadito di non voler esprimersi per non influenzare nessuno dal momento che non era una competenza del governo ma del Parlamento.

Con queste sue dichiarazioni ha voluto perciò lasciare a tutti i deputati la possibilità di scegliere liberamente come votare.

Ma la Debbonaire non è stata l’unica a contestare la decisione del premier anche la deputata dei verdi Caroline Lucas ha parlato di codardia da parte del primo ministro.

Theresa May, ex premier conservatrice, ha invece lanciato un appello per ricordare la necessità di ricordare le regole che valgono sia fuori che dentro il Parlamento.

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