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Politica

La Camera ha approvato il nuovo testo del Def tra le tensioni tra maggioranza e opposizioni

Dopo il patatrac di ieri, con la maggioranza di governo che è stata battuta alla Camera per sei voti nell’approvazione della sua risoluzione sullo scostamento di bilancio, e a pesare sono stati i tanti assenti nelle file del centrodestra (25 se si considerano solo i deputati non in missione), oggi è di nuovo il giorno per l’approvazione del Documento di economia e finanza, il Def, prima del Consiglio dei ministri del primo maggio che dovrà licenziare il nuovo dl Lavoro.

Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana durante il voto del Def – Nanopress.it

Al di là di quelle che possono essere le frizioni all’interno della coalizione che sostiene l’esecutivo di Giorgia Meloni, che sono state allontanate in realtà da diversi membri dei quattro gruppi parlamentari, sia i deputati, sia i senatori sono chiamati oggi ad approvare il nuovo documento così come è stato licenziato ieri in un altro Cdm lampo. Intanto, da Stoccolma, il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, all’arrivo all’Ecofin informale, ha detto di confidare “nella giornata di oggi“.

La Camera ha approvato il nuovo Def con 221 voti favorevoli: il racconto di quello che è successo in aula dopo la bocciatura di ieri

Alle 9 di stamattina, la Camera dei deputati ha ripreso i lavori – stoppati ieri sul più bello per la bocciatura della risoluzione della maggioranza per l’indebitamente – sull’approvazione del Def. Nella discussione generale, dalle fila del centrodestra, nella fattispecie da Fratelli d’Italia e Forza Italia, sono arrivate le scuse per ciò che è successo ieri, mentre non ci sono andati cauti dalle opposizioni.

Dal deputato del gruppo della premier, Giorgia Meloni, Andrea Tremaglia prima di tutto le giustificazioni. “Ieri eravamo qui, non eravamo a casa. Non c’era nessuno a spasso. Noi ieri eravamo presenti in aula, avevamo cinque assenti come Fdi, la maggior parte dei quali per ragioni di salute“. Poi l’assunzione di responsabilità e le scuse, “ai nostri elettori e al governo, che sta lavorando bene. Dobbiamo chiedere scusa, io personalmente, al presidente Meloni, la quale a noi di Fdi ha dato sempre esempio di umiltà e di serietà“.

Di tutt’altro avviso, dicevamo, i pentastellati, che con Daniela Torto, hanno attaccato duramente i parlamentari del centrodestra, dicendo che ieri in aula alla Camera è stata scritta “una pagina vergognosa di una maggioranza impreparata. Ieri questo governo si è fatto bocciare dalla sua stessa compagine parlamentare“. “Mentre vanno dicendo che bisogna togliere il reddito di cittadinanza a chi un lavoro non ce l’ha, loro che una poltrona ce l’hanno non fanno il proprio dovere – ha continuato la deputata del gruppo di Giuseppe Conte -. E oggi ripresentano una relazione per lo scostamento di bilancio alla quale, rispetto alla precedente, sono state aggiunge sette parole: ‘Nonché per sostenere le famiglie con figli’, che quindi erano state dimenticate. È il governo della vergogna. Questa maggioranza dovrebbe fare una sola cosa, tacere e chiedere scusa al popolo italiano“.

La seduta è stata poi sospesa per riprendere alle 10, in diretta su RaiTre, con le dichiarazioni di voto dei vari gruppi parlamentari. Ad aprire le danze, dopo l’intervento del presidente della Camera, Lorenzo Fontana, è stato Riccardo Magi, segretario (e unico deputato) di +Europa. “Quello che abbiamo visto nella giornata di ieri non è sciatteria o superficialità, ma la cifra, l’emblema di questo governo e della sua maggioranza, che è la mancanza di senso delle istituzioni. E quella di ieri è anche una gravissima mancanza di credibilità ai danni del paese“, ha iniziato l’ex radicale che poi ha sottolineato anche la “mancanza di senso delle istituzioni e di credibilità che abbiamo visto sul Pnrr e sul Mes, ed è la stessa cifra che abbiamo visto nei consessi internazionali“. Per lui, questo non è il modo di tutelare gli interessi del Paese, e ogni giorno “la maggioranza e il governo, persino le più alte cariche istituzionali, alimentano polemiche per nascondere esattamente questa mancanza di credibilità del governo e della maggioranza“.

Nel merito del Def, e nel nuovo testo presentato dall’esecutivo, Magi ha detto che “c’è una mancanza di idee su dove tagliare e dove investire. +Europa ha presentato una risoluzione che ha solo due punti: aumentare la presenza di lavoratori stranieri in Italia, come unica variabile per incidere sensibilmente sul rapporto debito/Pil, cosa che lo stesso governo ha indicato nel Def; peccato che contemperamento nella prima Commissione si sta esaminando il decreto Cutro che va nella direzione opposta. Il secondo punto su cui verte la nostra risoluzione è la concorrenza: anche su questo il governo manca totalmente di coraggio, essendo ostaggio della categoria dei balneari che ci porterà a una procedura di infrazione europea“. Quindi, non voterà le nuove risoluzioni, chi lo farà, invece, è il gruppo delle Minoranze linguistiche che con Dieter Steger, ma anche quello di Maurizio Lupi, Noi Moderati, che di fatto è la quarta forza che sostiene il governo.

Per l’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti “quando si commettono errori, si chiede scusa e si cerca di capire cosa sia successo guardando alla responsabilità. Agli incidenti di percorso si può porre rimedio, ma la lezione è che la responsabilità del Parlamento, di ogni singolo parlamentare, è fondamentale. Di tutti, maggioranza e opposizione, che non può gioire per quanto accaduto ieri“.  “Capiamo e impariamo dagli errori ma siamo orgogliosi della sfida che ci è stata affidata, quella di cambiare l’Italia“, ha concluso Lupi.

Dopo la maggioranza, è stato il turno delle opposizioni (di nuovo) con il co portavoce di Europa Verde e deputato dell’alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli. “Ieri i parlamentari di destra hanno deciso di rimanere sul divano o perdersi nei bagni di Montecitorio non venendo a votare. Siete i primi a non venire qui a onorare il vostro impegno con i cittadini pur essendo pagati bene per questo“, ha iniziato sottolineando poi la “totale inadeguatezza a governare l’Italia. Non siete in grado di contare i deputati da portare in aula, come pensate di tutelare i conti pubblici e rilanciare l’economia del Paese?“.

Angelo Bonelli, co portavoce di Europa Verde e deputato di alleanza Verdi e Sinistra – Nanopress.it

Poi un altro attacco: “Non vi vergognate un poco di come governate questo Paese? Non avete un po di vergogna? Vi siete iscritti alla storia come la maggioranza che per la prima volta si è bocciata da sola il Def“, ha detto ancora Bonelli che poi ha concluso il suo intervento mostrando un cartello con l’immagine della ormai celebre venere influencer della campagna governativa e la scritta ‘Open to incompetenza‘: “La cifra del vostro agire è l’incopetenza. Ieri, il livello di responsabilità è stato massimo da questo punto di vista“.

Il deputato, durante l’intervento di Matteo Richetti, capogruppo di Azione e Italia Viva, ha avuto un malore in aula, costringendo anche il presidente della Camera a sospendere la seduta per qualche minuto intorno alle 10:30. Dal terzo polo, sono arrivati ancora una volta suggerimenti all’esecutivo, oltre che gli auguri di pronta guarigione a Bonelli.

Un punto del discorso di Richetti è stato ripreso anche dal presidente dei forzisti, Paolo Barelli, che ha sottolineato che, nonostante le assenze di ieri (anche la sua, ma era in missione) “non c’è nessuna crisi politica in atto, anche se ammetto era meglio concludere ieri l’approvazione del Def. I partiti che sostengono il governo Meloni sono uniti nel far sì che oggi venga approvato il documento“.

Le parole del deputato di Forza Italia sono state ricalcate, poi, da Riccardo Molinari, capogruppo della Lega, intervenuto dopo Riccardo Ricciardi del MoVimento 5 stelle: “Ci prendiamo la nostra quota di responsabilità ma non c’è nessuna crisi politica, nessun messaggio che si voleva dare a qualche ministro e anzi per quando riguarda Giorgetti gli diciamo ‘grazie’ per quanto ha fatto“. È proprio ai pentastellati che si è rivolto, in un certo qualmodo, il presidente dei deputati del Carroccio, perché secondo lui quanto accaduto ieri è “la conseguenza nefasta della furia iconoclasta del taglio linea del numero dei parlamentari senza preoccuparsi del fatto che” i parlamentari sono diminuiti ma “il numero dei presidenti di commissioni, dei sottosegretari, dei ministri è rimasto lo stesso e se un ministro sta lavorando nel suo ufficio non sta facendo il ponte del Primo Maggio ma sta lavorando per la comunità“.

Quanto a Ricciardi, anche lui ha voluto correggere qualcuno, nello specifico il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: “I suoi deputati – ha iniziato – non si rendono conto, noi ci rendiamo perfettamente conto che dobbiamo essere qui a fare quello per cui siamo lautamente pagati. Ci aspettavamo che la presidente Meloni andasse quantomeno a chiedere scusa al Quirinale“. “Ieri è stato avanspettaccolo, ma ci preoccupa poco. Il problema è domani, quando ci sarà una tragedia per milioni di italiani e direte che avete salvato il lavoro mentre lo state distruggendo, come state distruggendo il futuro di questo Paese“, ha concluso Ricciardi.

La parola è passata poi a Chiara Braga, capogruppo del Partito democratico. Per lei, dalla giornata di ieri alla Camera, “il messaggio è chiaro, non siete pronti, non siete affidabili, nemmeno patrioti. Non sapete cosa significa avere la responsabilità di guidare un grande Paese come l’Italia“. “Almeno potevate chiedere scusa, lo hanno fatto alcuni, agli italiani per la pessima figura che avete fatto fare al nostro Paese“, ha proseguito la dem aggiungendo anche che per lei non hanno avuto “rispetto per il Parlamento. Avete deciso di allungare non il ponte del primo maggio, ma quello del 25 aprile. Magari per capire come festeggiarlo“. A proposito del Def, la capogruppo del Pd ha tra l’altro parlato di “una visione modesta e limitata sull’economia e lo sviluppo del Paese“.

L’ultimo a intervenire, poi, è stato il capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, che ha iniziato mettendo le mani avanti: “Non perché ci è stato chiesto ma perché lo riteniamo un dovere, noi chiediamo scusa agli italiani e al presidente del Consiglio per quanto è accaduto ieri“. Ma anche lui ha puntato il dito contro le opposizioni, dicendo ai deputati “di guardare alle loro assenze, non esiste un ponte per la maggioranza e un ponte per l’opposizione, esiste un comune senso di responsabilità“.

Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia – Nanopress.it

Chi ci viene a dare lezioni di istituzioni guarda caso proprio ieri ha scelto l’Aventino in Commissione giustizia solo perché si era presentato il sottosegretario Delmastro nel pieno delle sue funzioni“, ha spiegato ancora il meloniano che poi ha detto che il suo partito “pensa che il senso di responsabilità viene prima di ogni altra cosa, anche se non possiamo dimenticare che alcuni quorum funzionali per rendere efficaci le votazioni, che sono stati stabiliti quando questa Camera era di 630 componenti, sono rimasti immutati nonostante la Camera sia stata ridotta a 400 componenti“. “È una ruota che gira, magari il problema si ripresenterà anche ad altri“, ha aggiunto Foti prima che scoppiasse una bagarre in aula non da poco, con i deputati del Partito democratico che hanno abbandonato l’aula e hanno costretto, di nuovo, Fontana a sospendere la seduta.

Tra i più accesi parlamentari dem a scagliarsi contro le parole del capogruppo di FdI ci sono stati l’ex capogruppo Debora Seracchiani e Nico Stumpo, soprattutto l’ultimo che si è scagliato verso i banchi del gruppo del primo partito in Italia e sono anche volati degli spintoni, mentre la sua collega ha risposto chiedendo a Foti di smetterla.

In conclusione, la Camera ha approvato il nuovo testo del Documento di economia e finanza con 221 voti favorevoli e 116 contrari, che ora passerà al Senato. Nel merito soprattutto di questo, e dopo il rammarico di ieri, è intervenuto Giorgetti che è atteso alla riunione dell’Ecofin e stava proprio aspettando il voto in aula per partire alla volta di Stoccolma. “In aula è andata bene ma fuori dall’aula, dove si lavora e si produce, è andata meglio“, ha detto il ministro in quota Lega riferendosi alle proiezioni dell’Istat per il 2023 stimano una crescita del Pil dell’1,8%.

Di tutt’altro avviso, invece, ancora una volta dalle opposizioni. Per il presidente dei pentastellati Conte, che era a Ivrea per sostenere il candidato sindaco Matteo Chiantone, “l’approvazione di oggi non toglie nulla alla pagina che questa maggioranza ha scritto ieri, l’ennesima dimostrazione di incapacità“. “Il ministro dell’Economia ha detto lui dei suoi deputati o non sanno, sono ignoranti, e sarebbe gravissimo, o non si rendono conto, sono superficiali e non ci si può permettere la superficialità quando si vuole governare il Paese. Comunque andiamo avanti“, ha concluso poi l’ex presidente del Consiglio.

Dalla Camera, parlando con i giornalisti, è intervenuto anche la segretaria dei dem, Elly Schlein, che ha detto che “siamo stati costretti a tornare in aula per far rientrare tutti i deputati della maggioranza dopo il grave fatto di sciatteria di ieri che ha visto su una votazione fondamentale la maggioranza andare sotto su un documento di previsioni importanti per famiglie e imprese. Episodio che ulteriormente dimostra che non sono pronti come dicevano di essere e che minano la credibilità del Paese“.

Cosa è successo tra Pd e FdI alla Camera

Stumpo, in Translantico, ha poi spiegato cosa effettivamente nella bagarre: “Sono sceso giù in aula e ho detto a Foti che stavano sbagliando, sono loro che hanno esagerato“. “Non è mai successo che il partito di maggioranza dicesse all’opposizione ‘fuori, fuori’. Hanno fatto i cori in aula, mai successo“, ha detto invece Arturo Scotto, anche lui eletto tra le fila del Partito democratico.

Nico Stumpo, deputato del Partito democratico – Nanopress.it

Ma su Twitter, in molti hanno accusato Fratelli d’Italia e Foti per l’atteggiamento avuto durante il suo intervento, soprattutto Peppe Provenzano e Nicola Zingaretti.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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