La Camera dei deputati, alla quarta votazione, andata in scena dalle 10:30, ha eletto il suo presidente. Nessuna sorpresa, oggi, con tutto il centrodestra che ha optato per il candidato della Lega, Lorenzo Fontana.
Il nuovo numero uno di Palazzo Montecitorio prenderà il posto di Roberto Fico ed è stato eletto con 222 voti. Tante preferenze sono arrivate anche per Maria Cecilia Guerra e Federico Cafiero De Raho.
Con 222 voti, il nuovo presidente della Camera è Lorenzo Fontana, il candidato della Lega per cui hanno optato sia Fratelli d’Italia, sia Forza Italia (a differenza di quanto successo ieri con Ignazio La Russa al Senato). Lungo applauso dell’aula, ma non delle opposizioni, al raggiungimento del quorum, fissato a 197, ovvero la maggioranza assoluta dei votanti, che erano 392.
Per quanto riguarda gli altri candidati, 77 consensi sono andati a Maria Cecilia Guerra, la prescelta del Partito democratico, 52 per Federico Cafiero De Raho del MoVimento 5 stelle, 22 per Matteo Richetti del terzo polo. I voti dispersi sono stati due, le schede bianche sei, nulle undici. Quindi, stando ai calcoli, la candidata del Pd ha preso tre voti in meno rispetto a quelli previsti, il deputato di Azione e Italia Viva tre in più e i voti per l’ex magistrati, invece, tornano con i parlamentari pentastellati presenti in aula.
Tornando al neo presidente, il suo discorso dopo l’elezione è iniziato con i saluti per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, definito il “perno della nazione e fondamentale garante della nostra Costituzione e custode dei suoi valori fondamentali“. Come La Russa, anche Fontana ha dedicato un salute a Papa Francesco che, invece, ha detto “rappresenta il riferimento spirituale della maggioranza dei cittadini italiani e promuove il rispetto dei più valori morali del mondo, a partire dal rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali umani e che sta svolgendo un’azione diplomatica a favore della pace senza eguali“.
Poi è entrato nel merito di quella che sarà la nuova legislatura, che ha il compito “di riaffermare il ruolo centrale del Parlamento quale luogo delle decisioni politiche”. Per lui, dopo quanto successo nei precedenti quattro anni e mezzo, con le emergenze a cui si è dovuto far fronte, le due Camere devono riacquistare “la consapevolezza della loro funzione costituzionale, che è primariamente quella della definizione delle regole che impegnano tutti i cittadini“, e quindi, ha specificato, che “la rinnovata centralità del Parlamento rafforza anche il ruolo della politica e dei rappresentanti del popolo“.
A tal proposito, ha ricordato come sia necessaria “una netta inversione di tendenza anche del rapporto tra il potere normativo del governo e quello parlamentare, poiché quest’ultimo è quello che più di tutti garantisce con il suo processo formale (che vede una partecipazione di pluralità di soggetti istituzionali) una giusta mediazione sulle decisioni assunte“.
Ancora, il presidente ha parlato della diversità, che rende ricca l’Italia e che le istituzione hanno il compito di “sublimare e di valorizzarle anche attraverso le autonomie nelle modalità previste e auspicate dalla Costituzione“. Non si deve “cedere all’omologazione“, ha detto poi, perché “è uno strumento dei totalitarismi, delle imposizioni centrali sulle espressioni della volontà dei cittadini“. Poi ha precisato che “la diversità non è rottura, non è indice di superiorità di alcune realtà su altre viste erroneamente come inferiori, ma è espressione di democrazia e rispetto della storia“.
Ma Fontana ha parlato anche del momento difficile che stiamo vivendo, un momento di “grande inquietudine, con la guerra alle nostre porte, la crisi internazionale, la crisi economica“, in cui le istituzioni, ha continuato, devono essere “un faro di sicurezza e serietà ancor più che in altri momenti storici“. Nel suo discorso di insediamento ha augurato ai colleghi di “vivere questa legislatura con la serietà e la sobrietà che il momento richiede“, anche perché sono gli stessi cittadini che “ci chiedono risposte urgenti a problemi impellenti, primo fra tutti la povertà, una parola che credevamo per la gran parte dei nostri cittadini lontana, che sta purtroppo bussando alla porta delle famiglie e delle imprese. La paura del futuro e l’insicurezza minacciano il nostro Paese, il suo benessere, il suo futuro“. Ha parlato poi di orgoglio di essere italiani perché il nostro Paese “è tra le sette maggiori economie del mondo, un Paese fondatore dell’Unione europea, creatore di bellezza e di gusto, con il patrimonio artistico più invidiato al mondo“.
I primi a reagire all’elezione di Fontana come nuovo presidente della Camera sono stati quelli del suo partito, la Lega. Con una foto di un abbraccio tra Matteo Salvini, segretario del partito, e il neo eletto.
Poi il messaggio proprio del Capitano, sia sui social, sia a voce. “Sono felice, son felice“, ha detto l’ex ministro degli Interni prima di specificare che non temeva alcun incidente di percorso. “Il centrodestra governerà per cinque anni bene. Sarà una bella squadra“, ha commentato ancora.
Quanto alle voci sulle posizioni del nuovo presidente della Camera di essere filo putiniano, che si sono tradotte anche in uno striscione dell’opposizione che il presidente reggente, Ettore Rosato, ha chiesto di levare, Salvini ha risposto che Fontana “non è pro niente, è pro-Italia, e lo striscione se lo potevano risparmiare…“. “Siamo cresciuti insieme – ha raccontato poi -, da militante per me è un bel riconoscimento. Non è una giornata di polemiche, chi conosce Lorenzo lo apprezza. Essere cattolico non è un valore aggiunto ma nemmeno un disvalore“.
Pure Silvio Berlusconi in forse fino a ieri sulla scelta del leghista, ha voluto dire la sua dalla sua Villa Grande: “L’ho conosciuto nelle mie trasferte in Europa, è una brava persona, che stimo“, ha detto il Cavaliere. Parole che fanno eco a quelle di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. “Buona la prima anche alla Camera dei deputati, sono molto, molto contenta di come stiamo procedendo spediti come avevamo promesso agli italiani“, ha detto la premier in pectore.
La futura inquilina di Palazzo Chigi, poi, si è accodata a quanto detto dal suo alleato del Carroccio sulle polemiche per il neo eletto: “L’opposizione fa l’opposizione. Mi sembra normale – ha continuato – che dica quello che ritiene di dire, anche io sono stata accusata di essere omofoba per non essere d’accordo con l’adozione degli omosessuali. Ma se mi dovessi preoccupare di quello che dice l’opposizione, non farei il governo…”.
E quanto, proprio, alle opposizioni, la prima a commentare il nuovo presidente della Camera è stata una sua predecessora come Laura Boldrini. “Fontana è un estremista, una persona con posizioni radicali sui diritti civili, un filo putiniano mai pentito, e per me non può rappresentare l’interezza della Camera dei deputati“, ha dichiarato all’Adnkronos.
Dello stesso avviso anche il suo segretario, Enrico Letta. Su Twitter, il leader del Partito democratico ha scritto che “peggio di così nemmeno con l’immaginazione più sfrenata. L’Italia non merita questo sfregio“.
Il numero uno dell’opposizione ha precisato poi, uscendo da Montecitorio, che in campagna elettorale avevano promesso che “ci sarebbe stato moderatismo, continuità e scelte nell’interesse del Paese. La scelta di oggi alla Camera va esattamente contro gli interessi del Paese, sposta l’Italia sempre più lontano dal cuore dell’Europa“. Per lui, la decisione di eleggere Fontana è “sbagliata” e “conferma quello che abbiamo sempre pensato: questa è una maggioranza che si è spostata verso destra e il sovranismo. La scelta di oggi troverà qualcuno contenti fuori dell’Italia. Il primo a essere sarà Putin“, ha concluso.
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