La Camera dei deputati ha votato la fiducia posta dal governo di Giorgia Meloni sulla legge di bilancio. Entro domani mattina, invece, ci sarà il voto finale sul provvedimento.
Tante le polemiche in aula da parte delle opposizioni, nella fattispecie da Giuseppe Conte, presidente del MoVimento 5 stelle, e da Debora Serracchiani, capogruppo del Partito democratico. Attacchi al governo e alla manovra anche da parte dell’alleanza Verdi e Sinistra Italiana e del terzo polo di Azione e Italia Viva.
Con 221 a favore, 152 contrari e 4 astenuti, la Camera ha approvato il testo della legge di bilancio su cui il governo di Giorgia Meloni aveva posto la questione di fiducia. Entro domani mattina, alle 6 probabilmente, l’aula di Montecitorio voterà il provvedimento: si aspetta, quindi, una giornata di lavori per i deputati.
Durante la dichiarazioni sulle intenzioni di voto, le opposizioni hanno attaccato l’esecutivo di centrodestra, rimarcando gli errori fatti durante la stesura della manovra finanziaria. Vediamo, insieme, cosa hanno detto nel merito.
SERRACCHIANI – “La legge, uscita dal Cdm, è iniqua e inadeguata ad affrontare le difficoltà del Paese, così com’è giunta in aula dà a chi ha di più e toglie a chi ha meno, non investe sul futuro anzi. L’Italia aveva bisogno non solo di ben altro, ma di tutt’altro: più coraggio, energia, visione, capacità di ascolto ma soprattutto più giustizia. Una manovra profondamente ingiusta” che attraverso “una decina di condoni: si chiama far cassa sui più poveri“, ha detto Debora Serracchiani, capogruppo del Partito democratico alla Camera.
“La destra di governo – ha aggiunto – considera la povertà una colpa, e questa è la manovra di bilancio politica che rappresenta la carta d’identità della destra di governo“. La deputata ed ex governatrice del Friuli Venezia Giulia ha chiesto provocatoriamente: “Come si fa a privare tra qualche mese 700mila persone di un aiuto senza un’alternativa che prende in carico le povertà e le fragilità?Come pensate di trattare quei 200mila lavoratori che un lavoro ce l’hanno ma hanno un reddito così basso che il reddito di cittadinanza lo prendono per sopravvivere?“. La soluzione, per lei, non era l’eliminazione, infatti, ma la riforma, perché “è l’unico strumento di lotta alla povertà che c’è“.
CATTANEO – “Questa prova il centrodestra l’ha superata e daremo al Paese una finanziaria che guarda alla crescita e alla protezione delle categorie fragili. Abbiamo dimostrato, solidità, credibilità e coerenza” ha detto, invece, Alessandro Cattaneo, capogruppo di Forza Italia. Riferendosi al ruolo del suo partito, il deputato ha ribadito che “siamo l’Italia che lavora e produce, di buon senso e buona volontà, quella della famiglia e dell’impresa“. “Manteniamo le promesse con cui ci siamo presentati davanti agli italiani“, ha poi sottolineato a proposito dell’aumento delle pensioni minime e del “cuneo fiscale totale per gli under 35. Abbiamo ancora molto da fare, nel metodo potevamo fare di più, ma abbiamo fatto meglio di chi ci ha preceduto“.
CONTE – “Imbarazzante improvvisazione di questa maggioranza in una manovra scritta più volte per interi pezzi, il risultato è una manovra che è un coacervo e caotico inventario di misure sbagliate, errori macroscopici, retromarce fatte sulla pelle di famiglie e aziende in difficoltà“, sono le parole con cui è iniziato l’intervento del presidente del MoVimento 5 stelle, Giuseppe Conte, che ha anche accusato il governo di “andare in Ue con il cappello in mano“. “Certo, qualche applauso vi è arrivato dai falchi europei dell’austerità. Il vostro slogan non doveva essere ‘siamo pronti’, ma siamo proni“.
All’attacco dell’ex premier, soprattutto, la scelta di smantellare il reddito di cittadinanza, definito come “un cuscinetto di protezione contro la disperazione di molte famiglie” e i cui “percettori per voi sono solo dei numeri che vi hanno consentito di recuperare 900 milioni, la stessa cifra che avete voluto per spalmare i debiti delle società di calcio di serie A che hanno inquinato il calcio con indebite plusvalenze e speculazioni“. Conte ha parlato anche del concetto di congruità del lavoro, che dimostrebbero che dalle file dell’esecutivo non hanno compreso “che dietro quel concetto c’è la dignità del lavoro, creando le premesse di un grave disastro sociale e soprattutto state compromettendo la coesione sociale che è il tessuto connettivo della nostra comunità“.
“Lo smantellamento del reddito di cittadinanza unito a buste paga da fame e alla liberalizzazione del lavoro precario, significano una visione distorta del mercato del lavoro che riassumo in un concetto: schiavismo 2.0“, ha detto ancora l’Avvocato del popolo che ha poi concluso il suo discorso annunciando il voto contrario del suo schieramento anche per altre misure come i condoni fiscali.
MOLINARI – “Siamo estremamente contenti come Lega che nella legge di bilancio si fissino dei paletti e dei tempi per la realizzazione del federalismo fiscale e dell’autonomia differenziata. Il fatto di inserire nella legge di bilancio che si avrà un anno di tempo per stabilire quali sono i Lep e i conseguenti costi standard ci pone un termine certo“, ha affermato il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari. “Non vorrei che il Lep – ha aggiunto – fosse soltanto un bastone che negli anni è stato infilato tra le ruote della carro, o meglio del Carroccio, che stava andando spedito in una direzione“. Con la Lega nell’esecutivo, ha concluso, si andrà avanti per il percorso che è stato tracciato.
MARATTIN – “Un livello di incapacità e approssimazione mai visto nella storia“, ha iniziato così il suo intervento Luigi Marattin, deputato di Azione e Italia viva, che ha poi raccontato cosa è successo in commissione Bilancio, “in cui ministri, sottosegretari, capigruppo, questori hanno risposto insultando, dileggiando e a volte cercando la rissa. Vi abbiamo sempre difeso dalle accuse sulla cultura politica da cui provenite, non fatecene mai pentire“.
Per Marattin, “si è ammalata la politica italiana, è diventata lotta senza quartiere e dignità per conquistare il consenso e poi arrivare al governo e non avere la minima idea di cosa fare con quel consenso – ha spiegato -. La politica è una via di mezzo tra una pubblicità ingannevole e uno scadente reality show. Vi siete abituati a fare opposizione e l’avete dimostrato tragicamente, ma i problemi di una comunità non si risolvono con gli slogan, alzando bandiere e proclami ma con lo studio e l’approfondimento“.
GRIMALDI – “Dodici sanatorie in una sola manovra che si potrebbe riassumere con un titolo: ‘Meglio un giorno da Lotito che 100 da poveri‘”, ha detto, invece, Marco Grimaldi, capogruppo dell’alleanza Verdi e Sinistra Italiana. “Avevamo basse aspettative, ma cribbio.. questa manovra è una doppietta contro la povertà, un safari umano“, ciononostante, ha spiegato, “avete però lavorato alacremente sulla conservazione dei privilegi, ma le opposizioni sono rimaste unite respingendo il blitz sulla depenalizzazione dei reati fiscali. Siamo pronti a fermarvi ancora e finire questa notte il prima possibile“.
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