Quando si parla di cancro è meglio abbandonare il fatalismo: la sfortuna, il destino e il caso probabilmente c’entrano poco o nulla. A determinare l’insorgere dei tumori maligni è in gran parte uno stile di vita scorretto o un ambiente insalubre.
E’ quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Nature Genetics dagli scienziati dell’Istituto Europeo di Oncologia, dell’Università Statale di Milano e dell’Università Federico II di Napoli.
Lo studio dimostra come alcune fra le più frequenti alterazioni del DNA che aumentano il rischio di sviluppare i tumori vengano attivate da segnali che giungono dall’esterno dell’organismo, ovvero dall’ambiente in cui si vive o dai prodotti ingeriti o con cui si è entrati in contatto.
Ambiente e comportamenti influiscono sul nostro organismo generando mutazioni nel DNA, cioè piccole mutazioni nel patrimonio genetico. Ma anche causando mutazioni più grandi come le cosiddette traslocazioni cromosomiche, ovvero mutazioni di più ampia portata dovute alla rottura della doppia elica del DNA che portano a interazioni fra i cromosomi o a vere e proprie fusioni fra geni danneggiati.
I ricercatori ritengono che le mutazioni che determinano alcuni tipi di cancro siano ormai quasi del tutto prevedibili.
Come recitava un vecchio spot, prevenire è davvero meglio che curare. Meglio dunque abbandonare il fatalismo, farsi carico della responsabilità della propria sorte e abbracciare uno stile di vita più sano fatto di corretta alimentazione, pochi vizi ed una vita in un ambiente quanto più possibile salubre.