Con una cerimonia d’apertura insolita per una coppa del mondo, prendono ufficialmente il via i Mondiali in Qatar del 2022. I primi, si sa, a essere giocati in un Paese mediorientale e in inverno, non certamente i primi a essere contestati. Ed è proprio sui temi che hanno portato alle polemiche, quelli sul rispetto dei diritti umani, che si sono concentrati i discorsi dei presidenti della Fifa, dell’Emiro e anche di Morgan Freeman, ospite d’eccezione dell’evento.
Non sono ovviamente riusciti nel loro intento di convincere il mondo che il Paese del Golfo persico possa essere un esempio di integrazione, anche perché qualche fischio è arrivato durante i comizi (non tanti, in effetti). Molta Italia, invece, nella cerimonia in cui non parteciperà la nostra Nazionale.
Alle 17:40 locali, più o meno le 15:40 in Italia, è iniziata la cerimonia d’apertura della ventiduesima edizione dei Mondiali, quella in Qatar. Allo stadio di Al Khor, a 50 chilometri da Doha, l’Al Beyt, quello che poco dopo ha ospitato anche la partita inaugurale tra i padroni di casa e l’Ecuador, si è visto qualcosa di quasi inedito.
Sì, perché i 40 minuti di spettacolo e comizi non sono certamente tra gli ingredienti principali di una coppa del mondo, piuttosto delle Olimpiadi, in cui sfilano anche gli atleti di tutte le nazioni partecipanti con tanto di bandiera e saluti alle telecamere. Ecco, tutto questo non c’è stato, ma un messaggio per incoraggiare “il dialogo sull’inclusione e la diversità“, come ha spiegato la Fifa, sì.
Fortemente voluta dall’emiro, Tamim bin Hamad Al Thani, e ideata dal genio italiano di Marco Balich, uno dei più importanti organizzatori di questo tipo di eventi al mondo, il tema della cerimonia è stato “un invito a tutta l’umanità per colmare le distanze attraverso il rispetto e l’inclusione” perché “il calcio ci permette di unirci come un’unica tribù e la terra è la tenda in cui viviamo tutti“, hanno detto ancora dalla federazione internazionale.
Lo show, meravigliosamente ipocrita, è stato aperto da un ospite d’eccezione, l’attore statunitense candidato più volte all’Oscar Morgan Freeman – scelta inusuale da parte di entrambi, considerato nel 2010 sono stati proprio gli Stati Uniti a perdere i Mondiali. In rappresentanza, comunque, del mondo occidentale ha detto che “quello che ci unisce è più grande di quello che ci divide”.
Poi un breve siparietto con Ghanim al Muftah, uno youtuber molto popolare in Qatar, che soffre della sindrome di “caudal regression” e non ha sviluppato le gambe. L’incontro con il qatarino è stata l’occasione per ribadire il messaggio di speranza, giubilo e rispetto dei campionati nel mondo.
Quindi, spazio ai giochi di luce, alle coreografie e alla musica, anche con l’entrata in scena degli sbandieratori del Palio di Niballo, la rievocazione storica caratteristica della città di Faenza, con le bandiere di tutte le 32 squadre partecipanti. L’omaggio alle precedenti edizioni dei Mondiali, con le mascotte e le canzoni che hanno fatto da cornice, hanno dato il via all’ingresso di La’eeb, che invece è la mascotte del Qatar, una grande cheffia con faccia sorridente.
Alla cerimonia hanno preso parte tra gli altri la star del k-pop Jung Kook della band sudcoreana BTS e il cantante del Qatar Fahad Al-Kubaisi. Si sono esibiti sulle note di “Dreamers“, che fa parte della colonna sonora ufficiale della coppa del mondo, tra i pochi che si sono prestati all’invito.
In conclusione, le parole dell’emiro, che sono state precedute da immagini in cui il padre, da giovane, giocava a calcio, a dimostrare l’amore per questo sport e quindi per giustificare la volontà di aver organizzato i Mondiali nonostante, poi, di cultura calcistica nel Paese del Golfo persico ce ne sia ben poca, e lo sta mettendo in mostra la Nazionale.
“È bello che i popoli mettano da parte ciò che divide e celebrino le loro diversità e al tempo stesso ciò che li unisce – ha iniziato Al Thani -. Diamo a tutti, qui dal Qatar, il benvenuto alla coppa del mondo. Abbiamo lavorato duramente con tanta gente per allestire un torneo di successo. Abbiamo profuso tutti i nostri sforzi per il bene dell’umanità“, ha detto ancora mentre qualche fischio dallo stadio è partito, anche perché, nonostante non ne abbia fatto cenno, migliaia di persone sono morte (tutti lavoratori migranti) per fare in modo che oggi ci fosse la cerimonia inaugurale.
L’emiro ha spiegato come da qui ai prossimi 28 giorni successivi si celebrerà “la grande festa del calcio, in un ambiente caratterizzato da umana e civile comunicazione. Persone di Paesi e razze diverse arriveranno in Qatar e tanti altri condivideranno questi momenti davanti agli schermi di tutti i continenti“. In conclusione l’augurio a tutte le squadre “di giocare un calcio magnifico, di grande sportività, di vivere un tempo pieno di gioia e di emozioni. Che siano giorni che possano ispirare bontà e speranza. Benvenuti e buona fortuna a tutti“.
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