Nelle principali piazze italiane, da oggi, lunedì 12, sino a venerdì 16, la Cgil ha indetto degli scioperi per protestare contro la nuova legge di bilancio. Per tutta la settimana, quindi, i sindacati chiederanno l’aumento del salario, lo stop al precariato e il blocco della Legge Fornero.
A partire da oggi, tante le manifestazioni di protesta contro la manovra 2023 del governo; questa mattina la prima regione a mobilitarsi sarà la Calabria, domani sarà il turno di Sicilia e Umbria.
Da questa mattina, sino a tutta la settimana, nelle principali piazze delle regioni d’Italia, ci saranno degli scioperi organizzati dalla Cgil per protestare con la nuova legge di bilancio del governo Meloni.
Maurizio Landini, il segretario generale del sindacato, ha dichiarato di non trovarsi in linea con la manovra 2023:
“E’ una legge di bilancio contro il lavoro, sbagliata e da cambiare. Ci muoviamo per una Legge di Bilancio più adatta per le persone, più utile per l’italia”.
La Cgil, in occasione di queste proteste chiede di aumentare la retribuzione del lavoratore subordinato, bloccare il precariato e abolire la Legge Fornero, in maniera tale da poter garantire un futuro migliore per il Paese, su uno stato più forte e qualificato.
A partire da oggi e fino a tutto il resto della settimana, sono previsti degli scioperi indetti dalla Cgil per protestare contro la nuova legge di bilancio. Saranno giorni di fuoco nelle principali piazze d’Italia.
Primo appuntamento organizzato per oggi in Calabria e l’ultimo avrà luogo giorno 16 in diverse regioni con il discorso conclusivo di Landini nella piazza Madonna di Loreto, a Roma.
In questi 5 giorni il sindacato, attraverso le mobilitazioni, chiederà al governo una legge di bilancio che sia più giusta per i lavoratori e il resto del Paese. Infatti, la Cgil chiede primo tra tutti un aumento del salario:
“portare la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro per recuperare almeno una mensilità”.
Questa una delle richieste del sindacato che aggiunge, inoltre, maggiore tutela a tutti i lavoratori, in maniera tale da poter garantire una retribuzione minima e diritti normativi che siano uguali per tutti.
La Cgil chiede anche di bloccare il precariato attraverso un unico contratto di lavoro con contenuto formativo. Tra le altre richieste, una delle più importanti, riguarda l’abolizione delle Legge Fornero e introdurre l’uscita flessibile dal lavoro al 62esimo anno di età.
Queste sono solo alcune tra le richieste più importanti espresse dal sindacato ispirate dai criteri di solidarietà e giustizia sociale.
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