La denuncia e l’allarme arrivano dai gruppi di intelligence U.S.A. e U.K. e riferiscono di un incremento di personale e attività legate allo spionaggio informatico da parte della Cina.
Il monito lanciato da F.B.I. statunitense e MI5 britannica riguarda aziende e strutture statali/governative le quali devono mantenere alta la guardia contro possibili attacchi cyber.
Secondo i due organi inglesi deputati alla sicurezza ed al controspionaggio, negli ultimi tempi la Repubblica Popolare Cinese starebbe mettendo in campo molte risorse, tanto in uomini quanto in mezzi, col fine di condurre una massiccia campagna di spionaggio informatico e hackeraggio di dati sensibili nei confronti di imprese ed enti occidentali.
L’obiettivo sarebbe l’appropriazione indebita di proprietà intellettuale euro-atlantica, specialmente conoscenze tecnologiche, nonché la destabilizzazione politico-economica ottenuta attraverso attacchi cyber.
Le apprensioni nascono dal forte aumento di denunce e comportamenti poco trasparenti messi in scena da Pechino negli ultimi mesi. In particolare i sospetti derivano dalla ricerca esponenziale di tecnici e personale informatico da parte di varie aziende cinesi, come l’altrettanto ambigua proliferazione di imprese legate al mondo del digitale e del web.
Secondo gli 007 anglo-americani ci si troverebbe di fronte ad attività fantoccio: formalmente private aziende di informatica, in verità distaccamenti statali attraverso cui condurre in modo celato le proprie campagne online contro l’Occidente.
Pechino replica alle accuse, attraverso la voce dell’ambasciatore sinico a Londra, tacciandole come frottole che evidenziano l’ormai continua e crescente propaganda anticinese dell’Ovest del mondo volta a screditare governo e ideologia del dragone. Un classico esempio, per Pechino, di accuse mosse agli altri per mascherare e nascondere le proprie nefandezze: in sostanza la Cina rimpalla le denunce sui due stessi enti securitari.
Eppure, indipendentemente dalla fondatezza delle reciproche incriminazioni, il regime comunista ha avviato un deciso cambio di strategia su tecnologia ed informatica, specie dalla presidenza di Xi Jinping. Quest’ultimo si è fatto promotore di una riforma dell’esercito popolare che, tra le altre cose, ha trasferito i poteri di spionaggio informatico ed hacking dallo stesso esercito al Ministero di Sicurezza di Stato (Guoanbu), ufficio gemello di F.B.I. ed MI5 preposto per l’appunto al controspionaggio ed alla sicurezza nazionale.
L’agenzia ha cominciato un percorso di ammodernamento e perfezionamento delle proprie intromissioni digitali, visti gli scarsi risultati ottenuti dalla precedente gestione militare; ciò anche attraverso sistemi più sofisticati, performanti e difficili da identificare.
Proprio per tali ragioni è giunto l’appello degli agenti euro-atlantici, affinché non ci si trovi impreparati di fronte a segnali di allarme alquanto evidenti.
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