Il vaiolo delle scimmie, cosiddetto Monkeypox, si sta espandendo sempre di più, partendo dall’Africa infatti in breve tempo ha raggiunto diversi Paesi occidentali e i casi aumentano in modo allarmante.
Il Ministero della Salute da le prime indicazioni su come agire in merito.
Visto l’esponenziale aumento dei casi, il Ministero della Salute ha ritenuto opportuno fornire precise indicazioni su come sia meglio comportarsi in presenza di casi di vaiolo delle scimmie.
Una delle prime misure messe in atto per combattere questo nuovo virus è il vaccino, arma molto efficace dal momento che agisce tempestivamente eliminando i sintomi.
La vaccinazione post-esposizione al vaiolo delle scimmie può essere una buona opzione per coloro che sono maggiormente a rischio come gli operatori sanitari e il personale di laboratorio.
Il periodo entro il quale somministrare il vaccino è non oltre i 4 giorni, questo è quanto si legge nella circolare emanata dal Ministero della Salute, ovviamente dopo aver valutato quali sono i rischi e i benefici correlati.
Nelle indicazioni si legge anche come le contromisure costituite dai farmaci sono utili solo se si parla di soggetti immunodepressi che sono stati colpiti dalla malattia, oppure persone con quadri clinici particolari, sintomi gravi o che possono essere, per varie ragioni, a rischio di risultati non soddisfacenti.
La terapia farmacologica comprende degli antivirali specifici, in ogni caso il vaccino resta la soluzione migliore.
Nella circolare viene dedicato uno spazio anche per quanto concerne la quarantena, nello specifico viene indicata nei soli casi in cui il contesto ambientale ed epidemiologico lo richiede, dopo la valutazione delle autorità sanitarie.
Come tutti ormai sanno, il vaiolo delle scimmie, nonostante il nome, non proviene da queste specie, almeno non solo.
Infatti, il virus, trasmesso tramite il contatto con animali infetti, può provenire anche da altri animali selvatici come ad esempio i ratti e gli scoiattoli.
Ci sono poi delle specie animali europee che fungono da canale di passaggio per tale virus, contagiando poi le persone con cui vengono in contatto.
Non si sa molto su questo aspetto, tuttavia gli esperti sospettano che i roditori e alcuni mammiferi siano gli ospiti più idonei, allo stesso modo è possibile anche il procedimento inverso, ossia un essere umano può infettare un animale domestico.
Questo ovviamente accelera la diffusione del vaiolo delle scimmie perché più sono gli ospiti e maggiori saranno i casi di contagio, la stessa nota era stata comunicata pochi giorni fa anche dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.
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