L’attrice Elena Di Cioccio ha sconvolto tutti quando poche ore fa, ha fatto l’annuncio relativo all’HIV, che ha contratto 21 anni fa.
A cuore aperto, la 48enne milanese che tutti abbiamo imparato ad amare per la sua solarità e allegria, si è raccontata nel suo libro Cattivo Sangue, ma lo ha fatto anche al programma televisivo Le Iene. Oltre alla malattia ha parlato di altri temi molto delicati, come il suicidio della mamma e il suo passato da dipendente dalla cocaina.
Elena Di Cioccio ha 48 anni, un grande sorriso che le incornicia il volto e una simpatia innata, purtroppo però dietro a questa immagine si nasconde quella di una donna che ha tanto sofferto nella sua vita e continua a farlo dietro ai riflettori.
Raccontandosi in televisione e nel suo libro Cattivo Sangue, la donna ha confessato di avere da 21 anni l’HIV. Una storia toccante quella della sua vita, fatta di dolori e tanta sofferenza.
È stata lei in autonomia a decidere di raccontarsi perché come ha detto, per stare bene con sé stessa sentiva il bisogno di dire la verità e lo ha fatto nella trasmissione dove per anni ha lavorato come inviata, Le Iene:
“da 21 anni sono sieropositiva. ho l’hiv. oggi non ho rimpianti e non sono arrabbiata come un tempo, ma ho dovuto metabolizzare molte cose”.
Questo uno dei passaggi fondamentali dell’intervista ma anche nelle pagine del suo libro in uscita il 4 aprile, edito da Vallardi. L’attrice ha pensato che buttarsi senza peli sulla lingua sia il modo migliore per cominciare una vita nuova e senza scheletri nell’armadio, perché i segreti pesano sempre di più e soprattutto, ciò che le è successo nella vita non è per colpa sua.
Ci ha messo molto a capirlo ma ora si sente pronta a dire tutto dopo anni passati divisa fra la paura di essere giudicata e la rabbia per tutto ciò che ha dovuto sopportare. Negli ultimi tempi la sieropositività era diventata una cosa insostenibile da tenere segreta, tanto che durante ogni incontro con qualsiasi persona si chiedeva come e quando dire il suo segreto.
“ho deciso di lasciarlo scritto in modo che rimanga, io sono questa e non voglio più provare vergogna”.
Come lei stessa racconta, solo pochissime persone fra i suoi familiari sapevano della sua malattia e stava attenta a nascondere bene le medicine in frigo dietro ad altri alimenti perché i suoi amici non le vedessero, neppure accidentalmente. Di fronte a questa confessione, Elena Di Cioccio ha sperimentato ogni tipologia di reazione da parte degli altri, dalla compassione alla fuga, ma il problema non sono mai stati gli interlocutori, ma lei stessa.
“oggi la medicina ha fatto passi da gigante e io mi sento più tranquilla e desiderosa di raccontarmi. ad esempio, anni fa quando mi tagliavo e qualcuno si avvicinava per aiutarmi lo mandavo via, oggi so che non posso contagiare nessuno e non devo sempre stare allerta come 15 anni fa”.
Purtroppo, come da sua stessa ammissione, dietro a questa malattia c’è ancora molta ignoranza e persiste lo stigma, perché la comunicazione si è interrotta agli anni Ottanta, però ignorare il problema non lo risolve, anche se in realtà quello che oggi lei denuncia è stata la sua maschera per tanto tempo, infatti Elena ha spesso desiderato di fingere di non essere malata.
L’HIV ha pesato anche molto su un altro aspetto, ovvero la maternità, tasto dolente nella sua vita. La donna ha rinunciato a diventare mamma ma ammette di adorare molto i bambini. Non è l’unico dolore che c’è stato nella sua vita, l’attrice infatti si è soffermata anche su altri punti.
Quando era piccola, i genitori di Elena si sono separati e quella situazione non l’ha aiutata, prima poi era ancora peggio perché i rapporti in casa erano tesi e spesso andava a dormire senza sapere con chi si sarebbe svegliata.
Suo padre era il leader della Pfm, Franz Di Cioccio e sua madre la manager Anita Ferrari. Litigavano spesso fino appunto ad arrivare alla separazione, che ha portato poi successivamente al suicidio della Ferrari.
“mia madre ha accumulato tanti dispiaceri nella sua vita e il non affrontarli l’ha portata ad accumularli fin quando se la sono portata via”.
Anche per questo la Di Cioccio ha il desiderio di raccontarsi a 360 gradi nel primo suo libro che davvero racconta la donna dietro agli schermi, diversa da quella che conosciamo ma autentica e genuina, che non vuole nascondersi, vuole smettere di soffrire e processare i dolori della sua vita insieme ai fan che sempre l’hanno sostenuta e continuano a farlo anche in questo frangente, così come gli amici veri, quelli che non sono fuggiti.
Continuando il racconto sulla sua famiglia, la 48enne spiega anche la morte del fratello, deceduto a 3 anni per soffocamento. Questo era uno dei tanti dolori che ha condiviso con la mamma, quest’ultima però non aveva l’appoggio di nessuno e il tenersi tutto dentro le ha fatto malissimo. Nel periodo della morte della donna, Elena stava cercando di distaccarsi un po’ dalla sua figura perché stava capendo che la situazione stava diventando molto pesante e che sua madre, sottoposta a diversi Tso, prima o poi l’avrebbe trascinata sul fondo con lei.
“sapevo che prima o poi si sarebbe tolta la vita, soffriva molto, ma non potevo stare lì in attesa che accadesse, anche io avevo una vita. la mattina in cui ho trovato il telefono inondato di suoi messaggi ho capito tutto già prima di leggerli”.
Poi Elena dedica una parte del libro alla tossicodipendenza, raccontando che l’assunzione di cocaina le dava un temporaneo benessere in un periodo giovanile molto travagliato. Uscirne è stato difficile e sua madre, la prima a scoprire questo problema, le è stata molto vicina in quella fase per aiutarla a riprendersi.
La prima volta è stata durante il ricevimento di un matrimonio, quando l’ha trovata nel bagno e ha provato. Subito si è sentita bene e su di giri, non accorgendosi che questo gli altri lo vedevano, in primis sua mamma che ha subito capito. La dipendenza però non è stata solo sotto il profilo della droga ma anche nelle relazioni tossiche in cui veniva picchiata ma che però accettava perché, come da sua stessa ammissione, era comunque una forma di attenzione di cui lei era in carenza.
Inevitabilmente anche Elena ha pensato al suicidio come unica strada per uscire da quel dolore ma ha resistito ed è andata avanti nonostante i farmaci che sta assumendo regolarmente hanno come principale effetto collaterale gli sbalzi dell’umore, che spesso le ripropongono quelle emozioni negative ma lei sa che passeranno nel corso della giornata.
Ora, a pochi giorni dalla pubblicazione del suo libro, il pensiero va a suo padre e pensa che non sarà facile per lui leggerlo ma ha deciso di pensare a sé stessa, rivelando che con il genitore non ha rapporti e non c’è dialogo da tempo, ma la sua porta è sempre aperta per chiarimenti.
Guardando al dopo, Elena confessa che si aspetta critiche ma questo scritto rappresenta la sua più grande vittoria, ovvero la liberazione da diversi pesi che la opprimevano da troppo tempo.
“la bontà di quello che fai non viene percepita da tutti, però finalmente posso essere me stessa. inizia un nuovo capitolo della mia vita”.
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