La Corte Costituzionale valuta lo sconto di pena per l’attentato alla scuola dei carabinieri di Fossano, per cui è accusato l’anarchico Cospito.
L’uomo è al centro di molte polemiche ultimamente, da quando a ottobre ha deciso di seguire lo sciopero della fame perché è stato messo in regime di carcere duro. La notizia di poche ore fa, secondo cui la Consulta dà ragione all’uomo che ormai è un mito per tutti gli anarchici, parla di incostituzionalità se non vengono riconosciute delle attenuanti.
Si batte da tempo Alfredo Cospito per chiedere che il regime di carcere duro dove è detenuto a Opera, in provincia di Milano, venga convertito in quello ordinario. Lo fa in modo estremo, rinunciando a mangiare e a bere, cosa che ne ha determinato più volte il ricovero in ospedale per l’assunzione di integratori e le terapie necessarie.
L’uomo è accusato di diversi reati ma la situazione è peggiorata per lui dopo che è stato evidenziato il suo coinvolgimento nell’attentato alla scuola dei carabinieri di Fossano, dove è stato fatto esplodere un ordigno che per fortuna non ha causato vittime.
Proprio di questo si è parlato alla Consulta di oggi, dove Cospito ha vinto con il suo avvocato Flavio Rossi Albertini, almeno la prima battaglia. La Corte Costituzionale ha aperto la via per uno sconto di pena nell’ambito di quell’episodio avvenuto nel 2006, facendo decadere la norma che ha vincolato la Corte d’Assise d’Appello di Torino alla condanna dell’ergastolo per l’attentato.
L’ergastolo richiesto dalla Cassazione ai giudici di Torino dovrà tenere conto di alcune attenuanti, anche perché l’avvocato dell’anarchico ha sottolineato che non farlo sarebbe incostituzionale. La tesi è stata ribadita anche nell’udienza che si è tenuta questa mattina, al termine della quale Rossi Albertini ha parlato di una buona notizia che ridà dignità alle questioni giuridiche che hanno in oggetto le vicende umane.
Domani il legale vedrà il suo assistito per capire le sue intenzioni, con un occhio sempre vigile sulla salute. In mattinata si è detto addirittura sorpreso che ancora sia in vita, dal momento che non si nutre con pasta, carne e pesce da 180 giorni. Cospito ha perso la capacità di deambulare e non riesce a muovere più un piede, quindi è in costante affanno e ha perso 50 chili.
Se abbiamo da un lato la vittoria di Cospito in questo primo frangente, dall’altro c’è una netta sconfitta per l’Avvocatura dello Stato che anche stamattina di nuovo come in quest’ultimo periodo aveva sostenuto la rigidità del codice nel vietare ogni attenuante, specialmente perché si parla di un reato molto grave.
Anche il governo e il Guardasigilli, Carlo Nordio, possono considerarsi sconfitti, quest’ultimo in particolare chiede di mantenere il 41 bis per l’anarchico. Ma è sconfitta anche per la Corte di Cassazione che aveva chiesto il reato di strage per Cospito, quindi senza attenuanti e fra l’altro un mese fa ha confermato il regime del carcere duro deciso dal tribunale di sorveglianza sebbene lo sciopero della fame stia riducendo l’uomo a pelle ed ossa.
La Cassazione ha riqualificato il reato di Fossano come strage politica e la pena prevista è l’ergastolo. I due ordigni vennero posizionati nei cassonetti dei rifiuti, proprio come abbiamo visto fare in stragi passate, e per questo Cospito sta già scontando una pena di 20 anni di reclusione. A Fossano non ci furono feriti né morti ma solo moltissimi danni, per questo la Corte d’Appello di Torino ha pensato all’attenuante, che riduce la pena di un terzo.
Nel caso in questione, per il quale è stata condannata anche la compagna dell’uomo, c’è però un ostacolo, infatti è stato dichiarato recidivo reiterato e l’articolo 69 del codice penale impedisce uno sconto di pena in casi simili. Ecco dunque che entra in gioco la Consulta per pronunciarsi su tale norma.
Il caso sta interessando sempre di più l’opinione pubblica, vedremo come andrà a finire e speriamo che non ci siano ritorsioni violente all’esterno per qualche decisione considerata ingiusta.
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