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La copertina di Maurizio Crozza, a La 7 in esclusiva per la prima volta, non delude i telespettatori diMartedì, il nuovo talk show condotto da Giovanni Floris e in onda da stasera 16 settembre 2014 sulla rete di Urbano Cairo. Da stasera, ha ospitato il comico genovese prima nei panni di Crozza-Renzi e poi con le ironie allo stesso Giovanni Floris per i nomi scelti per i suoi due nuovi programmi, “Dimartedì? Una genialata“, e le parodie indirizzate a Marchionne e ai sindacati con la ‘strana coppia’ Landini-Camusso alle prese con un selfie, ma dotata di una sola vecchia polaroid.
Com’era pensabile, l’apertura della copertina è stata con Crozza nei panni del Presidente del Consiglio, alle prese con le riforme, i mille giorni e i ministri. Una metafora, però, è stata riservata dal comico al nuovo conduttore a La 7, Giovanni Floris, dopo lo scontro in diretta a Ballarò proprio con Matteo Renzi. Così Crozza-Renzi al conduttore di DiMartedì:
“Giova, sei la prova evidente che mantengo le promesse. A te ti ho fatto fuori dalla Rai nei primi venti minuti“.
Sul cambio di slogan usato da Matteo Renzi (da ‘cambio verso’ a ‘passo dopo passo’), il Presidente del Consiglio impersonato da Maurizio Crozza a La 7 non ha dubbi:
“Vi spiego come funziona: ‘Renzi – dice qualcuno – ci sarebbe da fare una riforma del Lavoro‘, e lui risponde “passo“, ad esempio. “Passo dopo passo, arrivi a fine legislatura senza aver fatto un amato…passo!“.
Poi, in una chiave già vista nello show del venerdì sera Crozza nel paese delle meraviglie, è la volta del Crozza-Renzi capace di assecondare le fantasie degli Italiani, a cui in fin dei conti il presidente del Consiglio piacerebbe e non poco:
“Non mi rassegno alla rassegnazione, non mi dispero per la disperazione, ma soprattutto non mi scogliono perché sono un…“. Del resto, non poteva mancare il commento e la parodia al Ministro Giannini presente in studio, e che proprio in questi giorni è alle prese con la riforma della Scuola in Italia:
“Signori miei, molti gufi qualunquisti mi criticano perché ieri ho mandato tutti i ministri nelle scuole: se foste un bambino, preferireste vedere in classe tra i banchi una maestra cattiva che interroga, che dà brutti voti, o un personaggio di fantasia come la Madia? Guardate che la Madia non esiste“.
E sul ministro Giannini ha aggiunto: “Ha lanciato le tre parole d’ordine per la Scuola: didattica, formazione, professionalità. I professori gli hanno risposto con altre tre parole d’ordine: carta igienica, intonaco e seggiole“.
Poi, l’augurio in chiave comica all’amico Giovanni Floris, per la nuova avventura a diMartedì: “Sono imperdonabile. Sono partito subito con Renzi e non ti ho nemmeno fatto gli auguri per la tua nuova avventura qui su La7. Mi ci devo ancora abituare: prima sono stato mezz’ora davanti alla sede della Rai, col portiere che non mi voleva fare entrare. Ma com’è che non mi voleva fare entrare? Guarda che io sono Crozza, questa sera c’ho Ballarò…“.
Poi, ha aggiunto: “Cazzo, Giova, è bellissimo: ma quanto è bello che tu sia a La7? Perché a La7 c’erano troppi…pochi talk show. Che uno dice ‘ma riempiamo sto vuoto’…“.
Poi, è arrivato il ‘colpo di grazia’: “Hai trovato l’unico nome che riesce a far dire Ballarò. Cioè hai fatto 19e40 e diMartedì. Toglimi una curiosità, Giova, ma i tuoi figli come li hai chiamati? ‘Quello nato a marzo’ e ‘quello più piccolo di quello di prima?“.
Smessa la parrucca, tocca a Crozza in persona fare il punto della situazione politica italiana: “E’ partita una nuova stagione politica. Il dato è che più le cose vanno male in Italia e più Renzi piace. Renzi piace, è un dato di fatto. Renzi è come l’i-watch. l’i-wathc è figo, sembra che non puoi farne a meno, però se lo guardi bene pensi: ‘è bello eh, ma a che minchia serve? Però è bello, Renzi piace“.
Poi, il comico ha vestito i panni di Marchionne, alle prese con inglese maccheronico e ricordi nelle canzoni di Luigi Tenco, nel recitare Vedrai: “L’Italia ce la farà, non so dirti quando ma vedrai che ce la farà. Vedrai..vedrai non son finito sai…“. E sulla cifra concessa a Montezemolo per la buonuscita in Ferrari, ha aggiunto:
“Se ci pensi però, 27 milioni a Montezemolo…un calcolo, Giova, un operaio per guadagnarli deve lavorare 953 anni, e invece Montezemolo li prende…basta che non lavori più. 27 milioni per non lavorare…“.
Le ultime frecciatine del comico sono state riservate alla ‘strana coppia’ Landini-Camusso, immaginati da Crozza – imitatore dei due – come dei vecchi alla prese con il futuro dell’Italia, non in grado di stare al passo coi tempi:
“Li voglio bene ai sindacati, ma soprattutto voglio bene a Landini e Camusso, anche se a volte sembra che siano rimasti leggermente indietro, siano rimasti…all’operaismo degli anni ’70. Sai, ‘la classe operaia va in paradiso’: Elio Petris, quando c’era Gianmaria Volonté davanti al tornio, lavoravano a cottimo e lui faceva tanti pezzi“.
Poi, ha concluso: “Se oggi Landini e Camusso vedono un precario? E’ come se fosse un alieno. Dovrebbero togliersi, secondo me, un po’ di polvere; quel sapore di biancosardi. Come posso dire? Di…ottone del gettone, di 128“. A concludere le parodie di Crozza? Il il selfie dei due sindacalisti, alle prese però con una vecchia polaroid… con Susanna Camusso con la cassetta dei New Trolls.