La corte di Cassazione ha deciso di chiudere completamente il caso dell’imprenditore russo Artem Uss che era stato arrestato in Italia e per cui era stata disposta l’estradizione in America. Infatti è proprio negli Stati Uniti che l’imprenditore è indagato per diversi reati.
Artem Uss è stato arrestato qui in Italia, detenuto in carcere per qualche mese, dopo di che gli sono stati concessi i domiciliari. Non appena fu approvata la sua estradizione verso gli Stati Uniti è fuggito, riapparendo dopo due settimane in Russia. Ora il caso che ha portato scompiglio nella politica italiana è stato ufficialmente chiuso.
Chiuso il caso legato all’imprenditore Artem Uss, di origine russa
La corte di Cassazione ha deciso di chiudere il caso legato all’imprenditore russo Artem Uss.
L’imprenditore è fuggito dalla sua abitazione nel Milanese lo scorso 22 marzo in seguito all’annuncio che la Corte d’Appello di Milano aveva approvato la sua estradizione negli Stati Uniti d’America.
Secondo quanto riportato dai giudici è stato deciso di annullare l’estradizione e le misure cautelari nei suoi confronti in seguito alla comunicazione ricevuta dal Ministero della Giustizia, in via formale, che comunica che Artem Uss non è più su territorio italiano.
Artem Uss è indagato in America con diverse accuse. È accusato di presunti traffici illeciti di materiale sia civile che militare definito “dual use”, di aver contrabbandato del petrolio dal Venezuela verso Russia e Cina potendo così eludere le sanzioni. Ed infine è indagato per frode bancaria e riciclaggio.
La ricostruzione dei fatti
L’imprenditore russo è figlio di un oligarca russo molto vicino al presidente Vladimir Putin, ed è stato bloccato a Malpensa nell’ottobre del 2022 a causa di un mandato degli Stati Uniti.
Fu arrestato e trasferito al carcere di Busto Arsizio dove è rimasto fino al 2 dicembre 2022 quando in seguito ad un provvedimento depositato gli sono stati confermati gli arresti domiciliari presso una casa in affitto a Basiglio, un piccolo centro nel Milanese.
Doveva rimanere qui fino a che la casa acquistata dalla moglie non sarebbe stata ultimata, erano infatti in corso i lavori di ristrutturazione all’interno del grande appartamento comprato nello stesso complesso residenziale.
Il 21 marzo è stata approvata la sua estradizione verso gli Stati Uniti e di Artem Uss si perdono completamente le tracce a partire dal giorno seguente.
Due settimane dopo essere fuggito dall’Italia riappare in Russia in un’intervista in cui ringrazia tutte le persone affidabili e forti che gli hanno permesso di lasciare l’Italia e tornare nella sua patria di origine.
La vicenda fece moltissimo scalpore soprattutto perché la Procura della Corte di Appello di Milano si era opposta ai domiciliari per l’imprenditore ritenendo che era ad alto rischio di fuga grazie ai suoi appoggi internazionali e ai diversi conti bancari in tutto il mondo.
Eppure l’imprenditore russo ricevette comunque i domiciliari, in seguito alla vicenda il ministro di Giustizia Carlo Nordio si occupò di fare un’informativa urgente presso la Camera per informare anche della decisione della Procura della Corte di Appello di Milano.
Il Ministro di Giustizia era intervenuto personalmente sul caso inviando una nota di poche righe alla Corte di Appello di Milano in cui chiedeva il mantenimento della custodia cautelare in carcere fino alla consegna alle autorità statunitensi.
Questo suo gesto fu visto come un’interferenza sul caso. Fu poi ampliamente criticata la decisione di effettuare delle azioni disciplinari verso i magistrati che si sono occupati del caso.
Tre furono i giudici per cui è stato avviato un procedimento disciplinare e che hanno promosso e deciso i domiciliari dell’imprenditore russo, ignorando le circostanze.
I giudici che hanno promosso i domiciliari lo hanno fatto con una nota di poche righe in cui consigliavano l’utilizzo del braccialetto elettronico, su quest’ultimo fu avviata un’inchiesta per verificare l’effettiva funzionalità.