Dopo l’arresto dell’ex primo ministro pakistano Imran Khan, le violenze nel paese sono aumentate e il bilancio delle vittime è salito a nove. L’esercito è stato dispiegato in tutto il paese per mantenere l’ordine. Durante la notte sono stati arrestati altri due leader del partito di Khan, il Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI). Khan è stato convocato dalla Corte suprema che ha dichiarato illegale il suo arresto.
Il portavoce del PTI Fawad Chaudhry è stato arrestato nonostante avesse ottenuto una cauzione protettiva dai tribunali, mentre il precedente ministro degli Esteri Shah Mahmood Qureshi è stato prelevato dalla polizia. Anche l’ex ministro delle finanze Asad Umar è stato arrestato il giorno precedente.
La polizia di Islamabad ha dichiarato che i leader del PTI sono stati arrestati per “incitamento a incendi dolosi e proteste violente nell’ambito di un piano ben congegnato per minacciare la pace”. Sette casi sono stati intentati contro i massimi leader del PTI, inclusi Khan, per un attacco contro la casa di un alto ufficiale militare.
Diverse persone sono state uccise e decine ferite in scontri tra manifestanti e polizia nella città di Peshawar mercoledì. Inoltre, una persona è morta per inalazione di fumo dopo che un edificio è stato dato alle fiamme a Lahore mentre un’altra è stata colpita da colpi d’arma da fuoco vicino a un posto di blocco militare nella città di Quetta.
Khan è stato arrestato martedì da truppe paramilitari mentre stava entrando all’Alta Corte di Islamabad per affrontare una delle due udienze in prigramma. Il giudice ha stabilito che potrebbe essere tenuto sotto custodia del National Accountability Bureau per i prossimi otto giorni in relazione a uno dei numerosi casi di presunta corruzione a cui l’ex primo ministro è stato associato.
I leader del partito sostengono che l’arresto di Khan sia una persecuzione politica da parte del governo e dell’influente establishment militare.
In passato l’ex premier ha avuto stretti rapporti con i militari durante il suo mandato di primo ministro, ma dopo essere stato rimosso dall’incarico l’anno scorso, ha criticato duramente i massimi leader militari e li ha accusati di collusione con potenze straniere per orchestrare la sua rimozione dal potere e tentare di assassinarlo. I militari però hanno prontamente negato tutte le sue accuse.
La popolarità di Khan è aumentata significativamente dopo che è stato rimosso dall’incarico di primo ministro, nell’aprile dello scorso anno. Ha organizzato regolarmente proteste in tutto il paese per chiedere elezioni generali anticipate e la rimozione dei militari dalla politica.
I sostenitori di Khan e i leader del PTI hanno promesso di continuare a protestare in strada fino al rilascio dell’ex primo ministro.
Poiché la situazione rimane estremamente tesa, gli ufficiali dell’esercito sono stati schierati in varie parti del Pakistan, tra cui Islamabad, Punjab e Khyber Pakhtunkhwa, dove si sono verificate alcune delle violenze più gravi. La polizia ha annunciato di aver arrestato 1.300 persone e 290 sono state ferite nei disordini.
Durante le proteste i manifestanti hanno attaccato numerosi edifici governativi, tra cui la residenza di Lahore del primo ministro Sharif, dove sono state lanciate molotov. A Peshawar, i manifestanti hanno saccheggiato gli uffici della commissione elettorale e dato fuoco a veicoli.
Nella giornata di mercoledì 9 maggio, il primo ministro Sharif ha lanciato un forte avvertimento ai rivoltosi in un discorso alla nazione, affermando che “questi elementi terroristici e antistatali sono stati avvertiti di desistere dal prendere in mano la legge, altrimenti saranno trattati con mani di ferro. La salvaguardia della madrepatria e della sua ideologia è più preziosa delle loro vite”.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres ha rilasciato una dichiarazione, riguardo ai disordini in Pakistan, chiedendo a tutte le parti di astenersi dalla violenza.
Le autorità pakistane hanno arrestato diversi alti funzionari del partito dell’ex primo ministro Khan, mentre il governo ha richiesto l’aiuto dell’esercito per porre fine alle proteste diffuse e violente causate dall’arresto dell’ex premier.
Fino ad ora, ci sono stati almeno tre arresti di leader del partito, uno dei quali è stato effettuato fuori dalla Corte Suprema mercoledì sera e un altro riguarda un ministro degli Esteri che faceva parte del gabinetto di Khan.
Le tensioni sono rimaste elevate in Pakistan, nella giornata di giovedì 11 maggio, e la Nazione di è riempita di truppe paramilitari e polizia dispiegate nelle principali città.
La polizia di Islamabad ha riferito che le truppe sono state inviate nella capitale giovedì.
Il servizio internet è sospeso e sono rimasti chiusi anche diversi uffici e scuole, in due delle quattro province del Pakistan.
In seguito all’arresto di Khan da parte dell’agenzia anti-corruzione martedì, i manifestanti hanno preso d’assalto edifici militaril e incendiato edifici statali e beni in altri luoghi.
Le violenze che hanno insanguinato il Pakistan, un paese dell’Asia meridionale con una popolazione di 220 milioni di persone e alle prese con una grave crisi economica, hanno causato la morte di almeno cinque persone e hanno compromesso le speranze di una rapida ripresa dei fondi di salvataggio del Fondo monetario internazionale.
Il primo ministro Sharif ha descritto l’escalation di violenza come uno spettacolo mai visto negli ultimi 75 anni, sottolineando che i manifestanti hanno preso in ostaggio persone all’interno dei loro veicoli, hanno attaccato ambulanze e incendiato veicoli con al loro interno pazienti.
Qureshi, ex ministro degli esteri e vicepresidente del PTI, è stato arrestato giovedì mentre altri due alti dirigenti del partito Umar e Chaudhry sono stati arrestati mercoledì. Il partito ha impugnato l’arresto di Khan in tribunale, definendo l’accusa una campagna di propaganda contro il partito.
La Corte Suprema del Pakistan ha emesso un ordine giovedì in cui ha richiesto che l’ex primo ministro Imran Khan fosse presentato in tribunale entro un’ora a seguito del suo arresto da parte dell’agenzia anti-corruzione del paese, il National Accountability Bureau (NAB), avvenuto martedì. L’ordine è stato dato in risposta al ricorso presentato dal team legale di Khan che ha contestato la legalità della sua detenzione.
La Corte Suprema del Pakistan ha stabilito che l’arresto dell’ex primo ministro Imran Khan è stato effettuato illegalmente e ha ordinato il suo immediato rilascio. Secondo il capo della giustizia del Pakistan Umar Ata Bandial il National Accountability Bureau (NAB) ha agito in modo scorretto, arrestando Khan nella sede dell’Alta Corte di Islamabad senza autorizzazione, il che ha avuto conseguenze molto negative.
I giudici hanno stabilito che Khan deve presentarsi venerdì davanti all’Alta Corte di Islamabad, la quale in precedenza aveva giudicato legale il suo arresto. Inoltre, gli è stato ordinato di trascorrere la notte in una pensione della Corte Suprema sotto la protezione della polizia di Islamabad per garantire la sua sicurezza.
Imran è stato presentato davanti a un collegio di tre giudici in tribunale, che ha ordinato il suo rilascio immediato. Durante l’udienza, il capo della giustizia Bandial ha fatto riferimento agli episodi di violenza verificatisi dopo l’arresto di Khan e ha sottolineato l’importanza della pace nel Paese.
Il politico ha affermato di non essere a conoscenza di ciò che stava accadendo in tutto il Paese e di essere stato arrestato come se fosse un terrorista. Ha negato ogni responsabilità per le proteste e ha ribadito la sua richiesta di elezioni pacifiche.
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