La crisi economica si sta ripercuotendo anche in ambito scolastico, in particolare per quanto riguarda le università, sempre più deserte.
Secondo gli ultimi studi in merito, le matricole sono al 3% e ci sono 100mila studenti fuori sede in meno. Tutto ciò è riconducibile ai costi saliti alle stelle, che cambiano le priorità delle persone e anche frequentare la Facoltà dei propri sogni può essere un lusso.
Crisi nelle Università
Il settore delle Università è in forte crisi e in un Paese in cui il diritto allo studio dovrebbe essere protetto, purtroppo questa diventa una dolorosa rinuncia per molti studenti con il sogno di frequentare una determinata Facoltà e quindi lavorare nel settore desiderato.
Molti genitori in questo periodo di fortissima crisi economica, si sono trovati a dover scegliere se aiutare i figli in questo importante percorso oppure pagare le bollette arrivate ormai alle stelle.
In una situazione così drammatica sono cambiate le priorità e seppur i ragazzi si sacrifichino per studiare e superare difficili test di ingresso, spesso devono poi rinunciare al percorso universitario per forza di cose.
È l’altro aspetto drammatico della crisi in corso, che ha colpito fortemente anche questo settore, come evidenziato da diverse dati infatti sono sempre di meno coloro che scelgono di frequentare le università.
Sono storie di sacrifici e dolorose rinunce, sogni infranti ma anche tanta rabbia. I protagonisti sono coloro che appartengono al ceto medio, famiglie che nella migliore delle ipotesi hanno un doppio reddito ma anche in questo caso faticano ad arrivare a fine mese.
La colpa è il caroprezzi generale ma difficilmente ci si era soffermati su questa conseguenza che invece colpisce tantissime famiglie, che devono fare i conti con spesa e bollette, dovendo chiedere a malincuore ai figli di rinunciare all’università.
Così si stringe la cinghia per quanto possibile e i nostri ragazzi rientrano dall’estero e si adattano a una dura vita da fuorisede, dormendo in alloggi di fortuna e lavorando duramente con occupazioni part time per finanziare il loro progetto.
Studiare all’estero costa troppo
Dopo anni di crisi, accentuata ancora di più dal conflitto fra Russia e Ucraina e dopo due anni di pandemia, gli effetti nel settore universitario sono ben visibili, infatti le immatricolazioni sono calate al 3%.
L’aumento degli affitti, dei trasporti, delle bollette e della stessa spesa ha indotto i giovani a rinunciare alle iscrizioni.
Calano anche i fuorisede, infatti sono 500mila coloro che si recano negli istituti esteri, circa 100mila in meno rispetto ai dati del 2018.
Una situazione davvero difficile e problematica, che si articola fra borse di studio basse e insufficienti posti negli studentati pubblici, anche se questi dovrebbero aumentare fra qualche anno grazie al Pnrr.
Chi proprio desidera espatriare per inseguire il suo sogno, sceglie una via intermediaria, ovvero la triennale in Italia e la specialistica o il master all’estero.
Storie diverse
Molte famiglie ricorrono a questo metodo per aiutare i propri giovani con lo studio e di questo è forte promotrice la signora Maria Catena, impiegata presso il servizio Turismo della Regione Sicilia.
Maria Catena ha 3 figlie e ha venduto due case per farle studiare tutte all’estero e garantire loro il futuro che desiderano.
“faccio tanti sacrifici ma investire sui figli è importantissimo e non rinuncerei mai a ciò. appena la più piccola avrà finito il master spero possa trovare subito lavoro come le sorelle. sono felice e svolgo le mie 8 ore di lavoro a 1300 euro al mese di cui un quinto è per le mie figlie”.
Questa è una delle tante storie delle famiglie italiane ma da Mazzara Del Vallo ne arriva ancor più triste in cui Giuseppe Melia e sua moglie hanno dovuto affrontare quello che hanno descritto come il giorno più brutto della loro vita, ossia chiedere al figlio Marco di rinunciare al suo sogno, il Dams di Bologna.
Marco ha la passione dell’arte della pittura e aveva studiato sodo per ottenere l’accesso a quell’istituto, riuscendoci.
Purtroppo ha dovuto rinunciare al suo sogno perché è stato impossibile trovare un alloggio a un prezzo adeguato, anche perché la famiglia di Marco non poteva accedere al bando per gli alloggi negli studentati pubblici.
“sono arrivate richieste di prezzo assurde per vere topaie e alla fine marco ha ritirato la domanda di iscrizione alla dams ed è tornato a casa. è rimasto chiuso nella sua stanza per giorni, è stato uno dei momenti peggiori della mia vita”.
Ancora, c’è il caso di Leopoldo, Paulo e Luca, tre giovani che hanno trovato una sistemazione di fortuna per frequentare le facoltà dell’Alma Mater a cui sono iscritti.
A pochi passi c’è uno stabile disabitato dove i giovani si sono stabilizzati in condizioni davvero tremende, infatti dormono su materassi poggiati a terra e utilizzano sedie come armadi e librerie.
Poi c’è Paola, 21enne di Cosenza che ha accettato di fare due lavori, babysitter di giorno e cameriera la sera, per pagarsi gli studi e l’alloggio senza pesare sui genitori che in Calabria faticano ad andare avanti mantenendo il loro piccolo bar di paese.