Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, evidenzia come l’evasione fiscale in Italia sia arrivata alle stelle ma esclude il carcere come punizione.
‘Meglio che lavorino’, ha detto Ruffini, riguardo le eventuali punizioni per gli evasori.
Il direttore Ruffini interviene durante il Festival dell’Economia, affermando come secondo lui, punire gli evasori con il carcere non sia una soluzione efficace, meglio far sì che lavorino per ripagare i danni creati alla collettività.
In questo modo, ribadisce, chi può essere così lesionista da non pagare le tasse? Il direttore esprime un concetto molto chiaro, ossia un sistema in cui i cittadini che non pagano le tasse sanno che prima o poi verranno intercettati e dovranno pagare, quindi lavorare per rimediare ai danni creati alla collettività.
Il carcere non è una buona opzione per gli evasori poiché, continua il numero uno dell’Agenzia delle Entrate, comporta il fallimento e la chiusura dell’attività, mentre secondo il concetto espresso durante l’evento, sarebbe concessa l’opportunità di lavorare per ripagare i danni.
I numeri parlano chiaro, infatti secondo le statistiche in Italia ci sono circa 19 milioni di evasori fiscali, anche con solo una cartella esattoriale.
Il Festival Internazionale dell’Economia si tiene quest’anno nella città di Torino, che lo ospita dal 31 maggio al 4 giugno e in tale occasione, precisamente nella giornata di ieri, Ruffini ha presentato il suo nuovo libro, un testo che parla dei sogni, delle aspettative e delle speranze italiane dopo la ricostruzione incominciata al termine della Seconda Guerra Mondiale.
Il libro si chiama ‘Uguali per Costituzione‘, pubblicato dalla casa editrice Feltrinelli, ma ovviamente non è stata la sola argomentazione di Ruffini. Collegandosi ad un sistema più pulito, che vede tutti uguali, ha ricordato come le tasse siano un dovere dei cittadini e tutti devono pagare altrimenti i danni si riversano sugli onesti contribuenti.
Per questo motivo, gli evasori che hanno anche solo una cartella esattoriale sono al pari di coloro che evadono da anni e tutti, devono avere la possibilità di lavorare per ripagare il debito.
È importante introdurre strumenti che garantiscano il lavoro e il direttore dell’Agenzia delle Entrate conferma di averli individuali. In particolare, il sistema sarebbe quello di intercettare chi non paga e stabilire un periodo di tempo lavorativo in cui gli incassi ripagheranno le tasse non versate.
Ruffini si dichiara soddisfatto delle dichiarazioni dei redditi precompilate, poiché procedono molto bene e in questo modo i cittadini prendono dimestichezza con questo strumento.
Parlando della Riforma sul Fisco dichiara che il giudizio è sospeso e si attende di vedere la norma delegata per poter esprimere un parere. Prima bisogna fare ordine, ribadisce, e dopo la riorganizzazione delle norme si potrà valutare quali cambiamenti vanno effettuati, altrimenti c’è solo una gran confusione.
La precompilata Iva è il prossimo progetto in cantiere e inizierà il prossimo anno, per ora invece si sta lavorando all’attuazione di istituti di rateizzazione.
L’Agenzia delle Entrate ha sospeso la sua attività negli anni della pandemia ed ora ha ricominciato a pieno regime, quanto alla riforma fiscale, Ruffini augura il raggiungimento di un quadro più chiaro senza che si generi confusione come attualmente accade.
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