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Una bambina di 5 anni da Newport, in Galles, è morta dopo che la dottoressa si è rifiutata di visitarla perché arrivata in ritardo di una decina di minuti. Come riporta la BBC, è ora in corso il processo a carico della dottoressa Joanne Rowe della Grange Clinic per la morte di Ellie-May Clark, deceduta la stessa notte in ospedale. Secondo il medico legale, la piccola avrebbe potuto essere salvata se visitata e sottoposta a un trattamento d’urgenza per la crisi d’asma che l’aveva colpita. Invece, la dottoressa non l’ha voluta vedere perché doveva rispettare la sua “regola dei 10 minuti”, tempo concesso ai pazienti per arrivare oltre l’orario di visita.
Come ha raccontato la madre Shanice Clark alla Corte, Ellie-May si era sentita male a gennaio 2015 al rientro da scuola dopo essere stata colpita da una crisi d’asma che le rendeva difficile anche camminare. A quel punto la mamma ha avvisato l’ospedale che avevano bisogno di una visita d’urgenza e le è stato fissato un appuntamento per le 17:00.
Vista la necessità di organizzarsi tra l’andare a prendere la bambina e trovare una babysitter per gli altri figli, la donna aveva avvisato che ci avrebbe impiegato almeno 20 minuti.
Secondo la sua versione, mamma e figlia sarebbero arrivate intorno alle 17:10, ora in cui parlarono con la receptionist che invece ha sostenuto in tribunale di aver avvisato la dottoressa del loro arrivo alle 17:18.
A quel punto, il medico non l’avrebbe visitata perché avevano sforato l’orario. Cosa ancora più grave, non avrebbe nemmeno dato uno sguardo alla cartella clinica o chiesto se i sintomi si fossero aggravati, rimandandola a casa tra lo stupore e la rabbia della madre. Anche la piccola avrebbe chiesto alla mamma perché la dottoressa non aveva voluto visitarla.
Nella notte Ellie-May ha però avuto un peggioramento, cadendo dal letto: era già cianotica quando è stata ricoverata in ospedale dove è morta per un grave attacco d’asma bronchiale.
Al termine dell’udienza, la famiglia ha rilasciato una dichiarazione definendosi “delusa dal fatto che non è stata riscontrata la negligenza” da parte del medico. “La famiglia riconosce le scuse del dottor Rowe, soprattutto perché hanno aspettato per più di tre anni per avere risposte alle loro domande”, ha detto il loro avvocato Justin Chisnall.
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