La DUMA ha approvato la sospensione Start: il Paese, dunque, non aderirà al Nuovo Trattato per la riduzione delle armi strategiche.
La Camera bassa del Parlamento Russo, la Duma, ha approvato la legge che sancisce la sospensione della partecipazione del Paese al Nuovo Trattato per la riduzione delle armi strategiche, abbreviato Start. Il testo è stato approvato all’unanimità e, nello stesso, il Cremlino accusa gli Stati Uniti di non aver rispettato gli obblighi previsti e che, per questo, avrebbe fatto fallire volontariamente il trattato.
Mosca ha preso la sua decisione, sancendo la sospensione della Russia alla partecipazione allo Start, un trattato che punta alle riduzioni delle arme strategiche. Accuse, inoltre, rivolte agli Stati Uniti, da parte di Putin, il quale punta il dito contro la nazione, la quale non avrebbe osservato gli obblighi previsti.
Dmitry Preskov, portavoce del Cremlino, ha sottolineato che molti Paesi dell’occidente hanno avuto una reazione negativa che non apre le porte ad eventuali negoziati o dialoghi.
Come ha spiegato il portavoce ai media internazionali, la situazione potrà eventualmente cambiare, qualora la posizione assunta dall’Occidente in merito alla questione subirà un cambiamento in merito alle preoccupazioni espresse dalla Russia.
Dopo aver ricevuto al Cremlino il capo della diplomazia cinese, Vladimir Putin ha annunciato di attendere il presidente cinese, Xi Jinping, per una visita in Russia, prevista per la primavera.
Il presidente russo ha affermato che le relazioni tra i due Paesi hanno raggiunto “nuove frontiere“, così come gli Stati Uniti hanno messo in guardia Pechino da ogni appoggio materiale a Mosca nell’invasione dell’Ucraina.
La Cina ha promesso di pubblicare la sua proposta di “soluzione politica” questa settimana, in tempo per il primo anniversario dello scoppio dell’offensiva russa in Ucraina il 24 febbraio 2022.
Stretto alleato della Russia, la Cina non ha mai sostenuto o criticato pubblicamente la campagna militare russa in Ucraina, pur esprimendo ripetutamente il proprio sostegno a Mosca di fronte alle sanzioni occidentali. Ha, inoltre, chiesto il rispetto dell’integrità territoriale dell’Ucraina, mentre Mosca rivendica l’annessione di cinque regioni ucraine.
Dopo un anno di guerra, le proteste delle popolazioni occidentali a sostegno dell’Ucraina sono in minoranza ma in aumento. Nonostante gli effetti della guerra sull’economia, i miliardi spesi in aiuti militari e umanitari e l’afflusso di profughi, l’opinione pubblica dei paesi occidentali, in sintonia con i loro governi, rimane globalmente favorevole all’Ucraina, anche se si avverte un certo sgretolamento.
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