Una donna di Marghera, in provincia di Venezia, è morta in seguito a una malattia contratta per il contatto con l’amianto.
Aveva 58 anni quando il mesotelioma pleurico che l’aveva colpita da anni, l’ha uccisa e gli eredi verranno risarciti con una somma ingente perché dietro a tutto ciò c’erano semplici abbracci al padre in tuta da lavoro contaminata. Vediamo i dettagli sconcertanti di questa vicenda.
La notizia della 58enne di Marghera, nel Veneziano, ha sconvolto tutti, non tanto perché è morta per un tumore come tante altre persone che purtroppo incontrano lo stesso terribile destino, ma per il modo in cui l’ha contratto.
La malattia che l’ha uccisa è un mesotelioma pleurico, tipico di chi ha lavorato a stretto contatto con l’amianto ma la donna non lo ha mai fatto, ha sempre sostenuto di aver lavorato per un breve periodo della sua vita in una valigeria e in seguito come casalinga.
Tuttavia, a lavorare con l’eternit era il padre, operaio della Edilit Srl di Vigodarzere, in provincia di Padova. In queta ditta l’uomo indossava una tuta protettiva per l’amianto ma la figlia, ogni volta che tornava a casa lo abbracciava perché era contenta di vederlo e da questi gesti si sarebbe ammalata.
Il tumore maligno le era venuto proprio perché era stata a contatto con quella tuta sporca e molto spesso l’aveva lavata insieme alla madre, non sapendo che quei tessuti erano impregnati di sostante tossiche.
Sono trascorsi 6 anni dalla morte della donna ma oggi la sua storia è venuta a galla per la decisione di poche ore fa, dei giudici.
I giudici della corte d’Appello di Venezia hanno accolto la denuncia dei familiari della 58enne e l’azienda è stata condannata a risarcire gli eredi con la somma di 700mila euro per il danno arrecato, anche se questa cifra non colmerà mai la rabbia verso una morte dovuta a un motivo tale.
In tribunale è stato riconosciuto il collegamento fra il lavoro del padre della vittima e la morte di quest’ultima, poiché in nessun’altra occasione c’era stato il contatto con sostanze tossiche.
Così la Edilit dovrà ora risarcire gli eredi con 700mila euro. Secondo quanto sostenuto dai legali della famiglia, gli abbracci al padre che rincasava da lavoro sono stati gli unici momenti di contatto con le sostanze tossiche e così, il caso iniziato nel 2017 si è concluso e giustizia è stata fatta.
A quell’anno risale la denuncia della vittima nei confronti della ditta, infatti la protagonista di questa storia aveva raccontato di aver vissuto per circa 20 anni in casa con i genitori a Castello e di non aver svolto nessun lavoro particolare che la poteva mettere a rischio per quanto riguarda la salute.
Tuttavia i giudici in primo grado non erano convinti e inizialmente avevano rigettato la sua richiesta di risarcimento. Un mese dopo la denuncia è avvenuta la morte per mesotelioma.
Cos’ la diatriba legale è stata proseguita dal marito e dalla sorella, che ora hanno vinto e riceveranno un risarcimento.
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