In caso di recessione ci sarà uno stop agli aumenti. Intanto la Fed aumenta i tassi di 25 punti: stessa decisione per la Banca Centrale Europea.
La Federal Reserve System ha fatto sapere, dopo l’aumento dei tassi di 25 punti, che in caso di difficoltà dell’economia potrebbero arrivare frenate nei rialzi. La mossa della banca centrale statunitense, per far fronte a un’inflazione ancora “elevata”, ritenuta indispensabile . Anche la Banca centrale europea è chiamata a un aumento dei tassi. Raggiunti i massi dal 2006: possibile stop nel giugno del 2023.
Tassi da 5% a 5,25% per la banca centrale americana. Così la Fed annuncia l’aumento di 25 punti, una decisione ritenuta indispensabile arrivata alla fine di due giorni di confronto tra i vertici del Comitato monetario della Banca centrale statunitense. Si tratta del decimo aumento consecutivo dal marzo del 2022, che fa arrivare i tassi al massimo dal 2006.
La Fed però lascia aperto uno spiraglio, con gli aumenti che potrebbero limitarsi in caso di rischi e preoccupazioni. Scenari che potrebbero fare saltare gli obiettivi prefissati, ossia la contrazione del credito, per mantenere il carovita, con la recessione che aleggia e spaventa.
In tal caso si assisterebbe a uno stop degli aumenti dei tassi, con la Fed che ha fatto sapere come non ci siano ancora stati negli Stati Uniti problemi per il mercato del lavoro. Un mercato che continua a reggere, secondo i dati, anche se l’economia americana sta vivendo in questo momento una fase di espansione – seppur modesta – nel primo trimestre del 2023.
Una pausa, viste le indicazioni future con le indicazioni generali che parlano nel comunicato ufficiale di valutazione: “In che misura possano essere appropriati ulteriori rialzi“. I rialzi potrebbero essere più distanti nel tempo, e questo non è certo un dettaglio. La pausa, secondo quanto comunicato dal presidente Jerome Powell, potrebbe riguardare il mese di giugno 2023, per un livello di tassi già sufficientemente restrittivo ha detto il presidente della Fed.
Domani sarà la volta della Bce. Anche la Banca centrale europea ha dato vita a un ciclo di rialzi abbastanza importante, più rapido dopo la guerra in Ucraina, nell’immediato dopoguerra, poi ancora a giugno.
I timori di una recessione preoccupano anche da questo lato dell’oceano, mentre si temo contraccolpi importanti per i paesi estremamente indebitati. Come l’Italia, che verosimilmente vedrà lievitare la sua spesa per interessi.
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