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La Finlandia entrerà nella Nato, la Turchia ha ratificato l’ingresso dopo mesi di titubanza

La Finlandia, grazie alla ratifica del Parlamento della Turchia di giovedì in serata, oggi, è ufficiosamente una nuova Nazione della Nato. Dopo settant’anni di neutralità rispetto al Blocco sovietico e a quello occidentale, appunto, il Paese scandivano aveva chiesto di poter entrare a far parte del Patto atlantico dopo la decisione della Russia di invadere l’Ucraina.

Sanna Marin, la prima ministra della Finlandia – Nanopress.it

Mancava solo un ultimo step, però, per completare l’ingresso ufficiale del Paese di Sanna Marin, la prima ministra finlandese a capo dei Socialdemocratici, ed era proprio quello della ratifica della Turchia, fino a qualche mese fa esitante perché secondo loro il governo dello stato scandinavo sosteneva e accoglieva membri di organizzazioni curde. Ora, appunto, il via libera, che fra qualche settimana, e con un po’ di pratiche da sbrigare, la Finlandia diventerà ufficialmente un membro della Nato.

La Turchia ha dato il via libera all’ingresso della Finlandia nella Nato

Nella serata di oggi, giovedì 30 marzo, il Parlamento turco ha ratificato l’ingresso nella Nato della Finlandia. Dopo mesi di titubanza, da Ankara, infatti, si è deciso di andare oltre e voltare pagina rispetto a quelli che erano i sospetti che il governo presieduto da Sanna Marin, la leader dei Socialdemocratici che ha preso una netta posizione contro la Russia a causa dell’invasione dell’Ucraina di più di un anno fa, sostenesse e accogliesse membri di alcune organizzazioni curde, soprattutto del Partito dei lavoratori del Kurdistan, il PKK, considerato un gruppo terroristico tanto dalla Turchia e da Recep Tayyip Erdogan, quanto dagli Stati Uniti e dalla stessa alleanza atlantica. In cui, per poter entrare serve appunto l’approvazione di tutti i parlamenti degli stati membri, compreso quello turco.

Sanna Marin a Bruxelles – Nanopress.it

Insomma, non è ufficiale, ma quasi, perché per l’adesione vera e propria, richiesta dopo oltre settant’anni di neutralità rispetto a qualsiasi posizione tra i due blocchi della Finlandia, che tra l’altro confina con il Paese di Vladimir Putin, ed è proprio per questo che ha preferito non schierarsi con i nemici del Blocco sovietico prima e la Russia, appunto, dopo, mancano solo alcuni iter burocratici di settimane che si concluderanno con la firma di un documento di accettazione da parte dell’esecutivo della prima ministra, che poi dovrà inviare al dipartimento di Stato degli Stati Uniti, l’ultimo atto per essere parte della Nato.

E dopo mesi di lotte. Prima che cedessero i turchi, infatti, sono stati difficili da convincere anche dall’Ungheria di Victor Orban, e per motivi completamente diversi da quelli di Ankara che ha imputato anche alla Svezia, con cui la Finlandia aveva presentato richiesta insieme simbolicamente per l’ingresso nell’organizzazione, di sostenere i curdi, almeno nel momento in cui hanno deciso di non estradare in Turchia quelli che sono considerati da loro stessi dei terroristi e contro cui il presidente è in guerra.

Ecco, l’adesione degli svedesi, ma si intuiva già dall’inizio, sarebbe stata più difficile ad arrivare rispetto a quella dei finlandesi. Il 27 marzo, dopo mesi di rinvio da parte del parlamento ungherese e per volontà del primo ministro che accusava i due Paesi scandinavi  di ventilare “totali menzogne” sullo stato della democrazia in cui vivevano nello stato magiaro, si è dato l’okay solo per l’entrato della Finlandia, rimandando ancora quello per il Paese di Ulk Kristersson, che fino a luglio sarà anche il presidente del Consiglio dell’Unione europea, quella riunione dei 27 in cui Giorgia Meloni, la nostra premier, sta cercando di ottenere delle concessioni, per lo meno per quanto riguarda il tema dei migranti.

La vittoria di Marin a pochi giorni dal voto in cui potrebbe abbandonare il ruolo di prima ministra

La vittoria della prima ministra finlandese per l’ingresso nella Nato del Paese che guida è arrivata a pochi giorni dalle urne in cui Marin potrebbe anche perdere la leadership e quindi il governo. Secondo i sondaggi, infatti, la politica dei Socialdemocratici, nonostante i tentativi delle opposizioni, in particolare dell’altra leader Riika Purra, numero uno del partito dei Finlandesi, quasi di estrema destra, di screditarla sul piano personale, è popolarissima in patria, con il 64%, ma non lo è altrettanto il suo esecutivo, passato dal 56% del 2019, al 49% di ora.


Non solo, però, perché anche nelle ultime proiezioni che riguardano le politiche di domenica 2 aprile la premier non primeggia rispetto agli sfidanti, anzi. Al primo posto, con il 19,8% dei consensi, c’è Petteri Orpo, ex ministro delle Finanze e leader del Partito di coalizione nazionale, centrista, e dopo, a pochi decimi, ci sono le altre due donne, appaiate al 19,2%.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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