La Fiorentina è al bivio decisivo della stagione, alla ricerca di un posto nella finale di Coppa Italia. Alla fine, i toscani sono riusciti nell’impresa eliminando la Cremonese nel doppio confronto. Dopo il 2-0 dell’andata, al ritorno c’è uno scialbo pareggio: nessuna riesce ad andare in rete e con questo punteggio, la squadra di Vincenzo Italiano raggiunge direttamente la finale contro l’Inter che invece ha eliminato la Juventus tra rabbia, tattica e rancori. Ora il quadro è quasi concluso, ma ecco com’è andata la partita tra la Viola e la Cremonese.
Il grande percorso della Fiorentina e dei grigiorossi è arrivato al suo culmine e nella notte più importante, quella della semifinale di Coppa Italia. A prevalere sono stati i toscani che hanno capitalizzato il vantaggio dell’andata e hanno conquistato l’accesso alla sfida che permetterà di alzare la coppa nello spettacolo dello stadio Artemio Franchi, stasera gremito a festa per la partita decisiva della Viola. La Cremonese ha cercato di farsi valere, ma senza riuscire a convincere davvero in fase offensiva e a impensierire la porta difesa da Pietro Terracciano. Con quest’affermazione nel doppio confronto, abbiamo la finale del torneo: all’Olimpico di Roma sarà una questione tra Fiorentina e Inter, le due squadre che hanno giocato di più in assoluto quest’anno.
Ci sono notti che bisogna giocare e onorare al massimo. Ci sono momenti che non possono passare in secondo piano, perché probabilmente irrepetibili nella storia di un club. Infine, c’è l’ambizione di arrivare al punto più in alto, alla vetta, al cuore che ti fa girare le gambe molto più di quanto possono, se non tremare. Stasera è stata la notte di Fiorentina e Cremonese, quella che ha decretato chi delle due avrà accesso alla grande finale e quale, invece, dovrà restare relegata nelle retrovie di non ce l’ha fatta.
La partita ha avuto una connotazione ben precisa fin dal match di andata: la Fiorentina si è presentata all’appuntamento casalingo di questa sera con un 2-0 tondo tondo nel mirino e con l’unica necessità di confermarlo anche al ritorno. Insomma, le gerarchie erano chiare già all’avvio delle ostilità e non ci sono state sorprese, ma guai a ridimensionare il percorso di una Cremonese che in precedenza è riuscita a eliminare Napoli e Roma e stasera aveva l’obbligo di tentare la rimonta.
In realtà, le cose sono andate subito per il verso giusto, ma per i padroni di casa. Andiamo con ordine: Italiano è chiamato per l’ennesima volta a dare vita a delle rotazioni studiate, ma che si adattano ancora una volta alle caratteristiche degli avversari. Stavolta, in una partita molto sentita e che vale una finale, Nico Gonzalez parte dal primo minuto sulla fascia sinistra, mentre dall’altro lato non c’è Christian Kouamè, autore di un gol e di un assist nel match di campionato contro il Monza, solo in panchina. Stavolta l’allenatore sceglie, infatti, Jonathan Ikonè, un mancino puro che gioca a destra, pronto a rientrare sul piede forte e cercando di creare la superiorità numerica in quel lato del campo.
A centrocampo, invece, manca dal primo minuto uno dei fedelissimi del club toscano, quel Sofyan Amrabat che a gennaio è entrato anche nel mirino del Barcellona sul calciomercato e che ha stupito il mondo con la maglia del Marocco in pieno autunno in Qatar. Si rivede nel cuore del campo Rolando Mandragora, mentre ai suoi lati viene data un’opportunità importante ad Antonin Barak e Gaetano Castrovilli, senza scomodare Giacomo Bonaventura. Il turnover cessa in difesa e per quanto riguarda il centravanti. Mentre in porta torna Pietro Terracciano, infatti, la retroguardia è formata dai titolarissimi, nell’ordine Dodò, Milenkovic, Igor e Biraghi. Il bomber scelto da Italiano è, invece, Arthur Cabral. Quel bomber letale che aspettavano tutti all’ombra del Franchi e che è ormai il vero e proprio sostituto di Dusan Vlahovic, scoperto con un anno di distanza. Luka Jovic, etichettato ormai come riserva fissa, è ancora una volta fuori dagli undici che sono pronti a conquistare la finale.
La Cremonese, invece, bada soprattutto alle energie residue e tenta di schierare la squadra migliore, quella che secondo Ballardini potrebbe avere maggiori opportunità di conquistare le finali. Nelle ultime uscite, il tecnico ha cercato di ribadire che l’umiltà è la via giusta per tentare di costruire le cose più belle e, infatti, ricorre ancora una volta al suo ormai identificativo 3-5-2. In porta la scelta è quella di Sarr e non del talentissimo Carnesecchi, mentre la linea difensiva è composta da Sernicola, Ferrari e Lochoshvili. A centrocampo, invece, l’allenatore ex Lazio tenterà di puntare sulla velocità e la qualità sugli esterni di Ghiglione e Quagliata, mentre in mezzo al campo agiranno Pickel, Meitè e Galdames, abile a inserirsi con continuità alle spalle della difesa e che magari potrebbe creare qualche problema tra le linee viola. O almeno questa è la speranza degli ospiti. Il duo offensivo stavolta non ha neanche un calciatore di peso, quali sono Ciofani e Dessers, mentre Ballardini decide di affrontare la partita con due bomber molto più mobili e veloci, da contropiede. Stiamo parlando di Okereke e Afena-Gyan che sono chiamati a uno sforzo di corse e volate niente male per tentare di portare l’andamento della partita dalla loro parte.
Ma bando alle ciance e cerchiamo di capire come le due squadre hanno impostato un match che non è come gli altri, perché è la semifinale di ritorno di Coppa Italia. Fin dall’inizio della partita, infatti, i grigiorossi non hanno portato in campo un ritmo forsennato per tentare di dare qualità e speranza alla rimonta. Hanno tentato talvolta il pressing, ma senza mettere in crisi i meccanismi ben oleati di Italiano e dei suoi e a volte con un po’ troppa lentezza. È così che i primi minuti di partita sono stati tutti impressi dal marchio dei favoriti: Cristiano Biraghi ci ha provato con un paio di cross fiondati al centro dell’area, ma senza impensierire più di tanto la porta di Sarr. Anche Ikonè ci mette del suo, ma i suoi tentativi non finiscono in porta.
Ci vuole l’undicesimo minuto per far sì per la prima volta che la Cremonese metta seriamente il naso fuori dall’area e cercando di far male immediatamente ai diretti avversari. Ci prova con una bella discesa Giacomo Quagliata, ma il suo tentativo viene bloccato dai difensori. Al 15esimo, però, la speranza degli ospiti si fa un po’ più seria con un calcio d’angolo: il corner trova il colpo di testa di Alex Ferrari, ma Terracciano para senza troppi problemi. La Fiorentina non ci sta e allora si riappropria del possesso del pallone cercando di avanzare alla massima intensità verso la porta avversaria. L’azione d’attacco viene guidata ancora da Biraghi che mette al centro un pallone forte e ben indirizzato, ma che viene respinto all’ultimo momento da uno dei difensori della Cremonese.
Un minuto dopo è ancora il terzino ex Inter a costruire le occasioni dei suoi: il cross del laterale basso trova la testa di Nikola Milenkovic, ma il suo colpo di testa di poco non trova la porta. Sembra una prima dimostrazione che potrebbe presagire molto di più, ma non è esattamente così. La Cremonese, in questa fase della partita, ci metto molta cattiveria e alza anche l’intensità del pressing, ma senza capirci poi molto, soprattutto per andare in porta. Al 21esimo, Paolo Ghiglione viene ammonito e due minuti dopo anche Charles Pickel commette un fallo piuttosto netto su un avversario, ma si salva dal giallo. Il copione della partita, però, non cambia affatto e infatti la Fiorentina continua a condurre il pallone da una parte all’altra del campo con cambi di gioco netti e facendo circolare in maniera quasi ossessiva alla palla per far correre a vuoto gli avversari che, intanto, cercano la rimonta.
Al 28esimo, probabilmente arriva l’occasione più importante dell’intera partita viola. Nico Gonzalez riesce a sfondare sulla parte sinistra dell’attacco e mette al centro una palla bassa, molto interessante per Cabral che, intanto, ha tagliato sul primo palo. Il colpo di tacco del bomber, però, termina sul corpo di un avversario che ha impattato con il corpo la deviazione dell’attaccante. Il boato del Franchi terminano senza un nulla di fatto e con la sensazione che comunque il meglio possa arrivare a breve. Esattamente un minuto dopo, infatti, arriva un’altra occasione per i padroni di casa: Igor arriva a impattare di testa un pallone che entra in area dall’ennesimo calcio d’angolo, ma Sarr è pronto e respinge senza troppi problemi l’attacco del centrale.
In questa fase del match, si vede solo la Fiorentina in attacco e soprattutto sulla fascia sinistra che, invece, sembra il punto debole della Cremonese, a versi opposto ovviamente. Passa ancora Nico Gonzalez, ma il suo tentativo viene bloccato prontamente dalla difesa che resta attenta e concentrata in area di rigore. La serie di calci d’angolo battuti dalla Viola, però, sono non sempre precisi e non trovano spesso i compagni in area di rigore.
Al 39esimo, Dodò tenta la sgroppata sulla fascia destra, quasi per non sfigurare e alla fine sarà il migliore in campo. La progressione del terzino, però, termina con una caduta rovinosa, troppo vistosa in area di rigore che l’arbitro Livio Marinelli termina con un’ammonizione per simulazione. Poco male, perché il laterale ci prova in maniera analoga solo un minuto dopo, ma il suo cross viene ancora una volta respinto dai difensori avversari. La sensazione è che tutto il finale di primo tempo sia ancora a chiaro marchio dei padroni di casa ed è proprio così. Al 44esimo, a salire è Rolando Mandragora che ha l’opportunità di mettere al centro un pallone decisamente interessante, ma sbaglia la misura e non trova nessuno dei compagni ben piazzati in area di rigore.
L’arbitro assegna solo un minuto di recupero, visto che non c’era poi tanto da recuperare, se non per un piccolo infortunio traumatico di Nico Gonzalez che ha prontamente recuperato. E proprio al 46esimo, arriva l’occasione finale che la Fiorentina può tramutare in vantaggio: su un cross laterale, Castrovilli si inserisce bene in area, ma la sua deviazione aerea termina sul fondo e non di poco. Bene l’impostazione dell’azione, però manca sempre la misura o l’ultimo passaggio alla squadra di casa, mentre la Cremonese ha fatto vedere ben poco in attacco e sicuramente non può bastare per chi deve sperare in uno 0-2 per passare il turno. Soprattutto, la coppia d’attacco leggera vagliata da Stefano Ballardini non ha mai davvero dato i suoi frutti per impensierire seriamente un duo fisico e rodato come quello formato da Milenkovic e Igor. Okereke ha perso molti dei duelli di cui è stato protagonista e raramente ha saltato l’avversario. Qualcosa in più l’ha fatta Felix-Afena, soprattutto grazie alla sua tremenda velocità con lo spazio da attaccare davanti, ma di assist veri e propri, ma soprattutto tiri verso la porta non se ne sono visti da parte dell’ex Roma e non è di certo un bel presagio per quanto potrebbe succedere nella ripresa.
Sempre durante il primo tempo, però, la Fiorentina ha protestato non poco per un eventuale tocco di braccio di Lochoshvili, dopo un tocco di Cabral. Le proteste della Viola, però, non hanno portato a una vera e propria revisione al Var e il gioco è proseguito normalmente. Sui social e tra i commentatori, si evidenzia come l’intervento falloso non fosse così netto e, di conseguenza, che la scelta dell’arbitro, alla fine, sia stata quella giusta, anche oltre le proteste di rito.
Nel secondo tempo, quindi, per la Cremonese c’è subito l’impellenza di rientrare in partita e mettere tutto quello che si ha per tentare di ribaltare le cose. Il segnale lo dà Stefano Ballardini che riparte al 46esimo con una sostituzione: Emanuele Valeri, infatti, entra al posto di Paolo Ghiglione, con la possibilità di spingere molto di più sulla fascia sinistra. Purtroppo per gli ospiti, però, il possesso del pallone resta sempre a marchio viola. Il pressing della Cremonese è sempre più timido con la Fiorentina che scivola bene sui terzini e riparte grazie alla qualità di Dodò e Biraghi.
Il primo grosso tentativo arriva con una grande giocata di Arthur Cabral che si coordina in rovesciata, ma il suo tentativo viene ribattuto, togliendo di fatto quello che poteva essere il gol da copertina del bomber. Poco dopo, il tentativo di testa è di Nikola Milenkovic, ma anche qui non ci sono grossi pericoli per Sarr. Passano i dieci minuti e, in realtà, è la Fiorentina ad accelerare per tentare di dare il colpo letale alla semifinale.
Sulla sinistra spinge Biraghi e Nico Gonzalez lo serve puntualmente sulla corsa prima di creare il panico per i difensori. Anche in questo caso, però, la difesa è brava a chiudere e a vanificare il tentativo dei padroni di casa. Al 56esimo, Ballardini decide che è il caso di cambiare ancora e stavolta stravolge l’attacco: è il momento di Cyriel Dessers che stavolta prende il posto di David Okereke.
A questo punto, la Cremonese si sblocca e inizia ad alzare la pressione verso la Viola. Per la prima volta nella partita, la Fiorentina si abbassa e non riesce proprio riconquistare il possesso del pallone, pur con l’intenzione di tornare in breve tempo a pressare e conquistare chilometri in campo. L’aggressività degli ospiti ha il sopravvento e la presenza di Dessers in area permette di controllare un gran numero di palloni e di sviluppare occasioni pericolose. L’ex bomber del Feyenoord prima cerca un’azione personale che viene ben chiusa da Gaetano Castrovilli, poi tenta un bellissimo filtrante che viene intercettato all’ultimo momento dalla difesa. La partita si complica ulteriormente per la Viola: ammonito poco prima per un fallo piuttosto ruvido, Igor crolla a terra, probabilmente per un problema muscolare. Dopo qualche attimo, Italiano ordina un doppio cambio.
Innanzitutto, esce proprio Igor, il cui posto viene preso da Ranieri, ma esce anche un Ikonè un po’ meno in palla del solito per Sottil. Questa seconda sostituzione comporta il cambio di fascia per Nico Gonzalez che slitta, quindi, sulla destra. Il momento di pausa permette alla Fiorentina di mettersi a posto e di andare direttamente in attacco, stavolta con la convinzione di firmare il gol del vantaggio e che chiuderebbe il discorso.
Il primo acuto arriva al 66esimo, quando la Viola conquista il secondo corner consecutivo. La pressione si allenta del tutto e il pallone resta in avanti che, di certo, è la strategia migliore per subire nell’ultimo terzo di partita rimasto. La Cremonese ritorna ad abbassarsi e subisce anche la profondità di Cabral, bravo a portare avanti i suoi. Ballardini, a questo punto, non ha più nulla da perdere e sceglie la qualità. Al 67esimo fa il suo ingresso in campo Bonaiuto e a uscire è Quagliata. Si alza, quindi, il baricentro degli ospiti, o almeno così dovrebbe essere. Due minuti dopo ci si mette di mezzo anche la sfortuna: Afena-Gyan è costretto a uscire dal campo e, al suo posto, entra in gioco Castagnetti.
Al 71esimo, la Fiorentina torna già in attacco, ma la volata di Sottil viene fermata per un dubbio fallo sul diretto marcatore. La squadra di Italiano gioca comunque con grande coraggio: sale per prendere alta la Cremonese e riesce nell’intento, perché il pallone diventa di nuovo viola. Cambia un po’ la strategia dei padroni di casa che, in questa fase della parte, attacca soprattutto sulla fascia sinistra e con Sottil fresco dopo il suo ingresso in campo che viene cercato sempre più spesso da i compagni.
Il primo spavento della partita per i toscani arriva al 72esimo: Dessers attacca la profondità con Milenkovic e Ranieri non allineati e il nuovo entrato riesce a chiudere solo all’ultimo momento sul diretto avversario. Sul successivo calcio d’angolo il brivido è ancora più forte: Terracciano esce malissimo in presa area e riesce a mandare solo all’ultimo momento il pallone sul fondo. Ora meglio la Cremonese con Dessers uomo in evidenza: è lui il migliore in campo dei suoi. Sembra molto attivo, svaria su tutto il fronte d’attacco, punta sulla sua esplosività e poi sul fiuto per tentare di andare in rete. La manovra degli ospiti continua e il cross di Sernicola viene ribattuto senza affanni dagli avversari.
Una punizione non concessa al terzino destro, però, fa partire un contropiede ficcante dei padroni di casa. Cabral con una potenza assurda superare un paio di avversari, poi praticamente in situazione di due contro tre serve Nico Gonzalez che va all’uno contro uno sul suo mancino e, tra due avversari, scarica un mancino a giro su cui Sarr può solo soffiare, ma finisce fuori. La Fiorentina riprende coraggio e si fionda di nuovo in attacco: Dodò tenta un grande uno contro uno e passa, poi sul cross arretrato la Cremonese chiude nell’ennesimo calcio d’angolo. A questo punto, mancano solo dodici minuti più recupero e all’attacco c’è la squadra in vantaggio di due lunghezze in totale. Biraghi crossa con il mancino e Nico Gonzalez riesce ad anticipare Sarr, ma non trova la porta. Il successivo calcio d’angolo che si genera dalla sinistra non trova buone soluzioni e il pallone arriva direttamente alla Cremonese che resiste al pressing della Fiorentina e riparte in contropiede.
Gli ospiti dimostrano così di essere ancora in partita e conquistano un calcio d’angolo dopo due belle incursioni di Valeri che vengono spedite in angolo. Anche in questo caso, però, la battuta è insoddisfacente e innesca il ribaltamento di fronte dei ragazzi di Italiano: Mandragora serve sulla profondità Castrovilli, ma l’anticipo di Ferrari è puntuale. Sernicola e Biraghi, nell’azione successiva, si contendono un pallone e il terzino viene ammonito per un intervento duro sul diretto avversario. Italiano ha bisogno di maggiore filtro in mezzo al campo e allora opta per una nuova sostituzione: Amrabat prende il posto di uno stanco Castrovilli, e non Barak nonostante l’ex Verona sia ancora meno difensivo. All’84esimo, la Fiorentina ha la grande opportunità di passare in vantaggio: su ennesimo calcio d’angolo di Biraghi, svetta Cabral e indirizza il pallone verso la porta, ma Sottil non ci crede sul secondo palo e la sfera termina sul fondo. Il boato del pubblico interrompe solo per pochi attimi la festa di cori, gioia e festeggiamenti sugli spalti, perché la finale ora è veramente a un passo per la Fiorentina.
Anche perché la Viola continua ad attaccare sulle ali di un Dodò in forte crescita e che ha ancora fiato per spingere sulla fascia destra. L’intensità della partita aumenta proprio nei suoi minuti finali. Ballardini e il suo staff chiedono continuamente di attaccare la profondità a Dessers, ma la Fiorentina resta comunque alta con il baricentro e controlla senza troppi problemi cercando di ripartire immediatamente il contropiede. Al 91esimo c’è anche l’ultimo cambio per Italiano: Nico Gonzalez esce tra gli applausi del pubblico e una vera e propria standing ovation, mentre al suo posto c’è Christian Kouame, autore di un gol e un assist nell’ultima partita di Serie A contro il Monza.
È chiaro che ormai le speranze della Cremonese siano ridotte al lumicino e quindi la squadra di Ballardini tenta semplicemente di recuperare il più velocemente possibile il pallone e di lanciare lungo per le punte. La tattica, però, viene vanificata dall’ottimo lavoro della linea della Viola che resta alta, vince i duelli e non permette a Dessers di tenere il pallone. A bordo campo, inizia già la grande festa con i toscani che preparano le maglie celebrative in panchina, in attesa di poter gioire con tutto il Franchi. Di partita non ce n’è più, perché gli occhi se ne vanno alle luci di uno stadio gremito e che canta come avesse vinto già il trofeo. Anche Italiano accenna i primi sorrisi nascosti, mentre la Cremonese tenta gli ultimissimi attacchi con delle palle messe dentro da Castagnetti e prontamente neutralizzate da Terracciano e compagni. L’ultima palla che tenta di servire i compagni in area è quella di Sernicola, ma termina sul fondo. Arriva il fischio finale, con Rocco Commisso inquadrato e ben sorridente sugli spalti: la semifinale termina 0-0 e quindi arriva la qualificazione per la Fiorentina. Allo stadio Olimpico di Roma, il 24 maggio, si giocherà la finale contro l’Inter.
Alex Ferrari e compagni crollano per terra per la delusione, ma si sono difesi con onore. Poi si gioca un vero e proprio terzo tempo, con i grigiorossi che danno la mano agli avversari in maniera molto corretta e accettando il risultato del campo. Il gesto più bello è quello dell’applauso tra le lacrime di Ciofani e compagni a chi ce l’ha fatta: la signorilità più bella nel momento della delusione. Una scelta che fa onore ai grigiorossi in mezzo a un mondo pieno di polemiche e che fa scia anche sui social dove la Cremonese dedica un bel post agli avversari che sono riusciti ad accedere alla finale.
Ognuno vive la festa a modo suo: Dodò cerca qualcuno sugli spalti, Italiano si va a congratulare con i suoi, ma probabilmente già pensando alla finale, con tutta la grinta che lo contraddistingue. I tifosi, che hanno regalato uno spettacolo probabilmente molto più bello rispetto a quanto successo in campo, si godono i loro abbracci, i sorrisi, l’inno e la festa, nella maniera più corretta. Si tratta della prima finale della storia per la Fiorentina nell’era Commisso e ben presto potrebbe arrivarne anche un’altra, visto che la Viola ha da giocarsi anche la semifinale di Conference League e con grande fiducia.
Vi abbiamo raccontato della festa viola, durata tanto per una finale che in città è molto sentita. Vi abbiamo detto anche della sportività della Cremonese e della bella risposta del pubblico della Fiorentina. Insomma, è stata una serata in cui hanno prevalso i valori del calcio, dello sport e della bellezza di due squadre che si sono fronteggiate senza esclusione di colpi, ma sempre all’insegna della correttezza.
Il primo personaggio a presentarsi ai microfoni dei giornalisti nel post partita è Gaetano Castrovilli, uno che in un certo senso rappresenta il ciclo di alti e bassi della Viola. È stato etichettato come uno dei migliori talenti del calcio italiano con le sue sgroppate, il suo recupero del pallone, il dribbling e la grinta. Poi un brutto infortunio gli ha frenato la carriera, ma ora è tornato e in grande stile, pronto costantemente a decollare nel tessuto di gioco di Italiano.
Ai microfoni di “Mediaset”, le sue parole sono quelle di una persona innamorata dei suoi tifosi, del suo club, del calcio in generale: “Voglio fare i complimenti a tutti i tifosi e anche alla Cremonese che ci ha dato filo da torcere. Ora ci aspetta la finale, vogliamo fare la storia del club, è questo il bello”. E sulla sfida all’Olimpico contro l’Inter ha le idee ben chiare e sicuramente non vede la sua Fiorentina come una vittima sacrificale per i nerazzurri: “Abbiamo le stesse possibilità, 50 e 50, è una partita secca la prepareremo benissimo e vogliamo portare un trofeo a casa”. Non può mancare anche un pensiero sul calendario folle a cui è stata sottoposta la sua squadra in questa stagione e ancora deve entrare nelle fasi più calde, con le due partite della semifinale di Conference League da giocare: “Meno male il mister fa girare tutti, ci fa solo che bene perché abbiamo bisogno di tutti”.
Parole ancora più significative e probabilmente con una dose d’orgoglio ancora più alta, sono arrivate dall’allenatore. Italiano in questa stagione si è spesso beccato una bella dose di critiche sul muso perché il gioco era bello, sì, ma non dava i frutti sperati. E poi nel calcio conta solo vincere, no? No, perché quando si costruisce qualcosa di bello, è anche giusto aspettare che esploda il meglio e poi gustarsi anche ciò che porta. Nell’intervista dopo la partita di Italiano c’è tutto questo, ma anche quella gratitudine che non tutti, a questi livelli, si ricordano. Ed è bello sottolineare quando succede il contrario.
Insomma, il tecnico ai microfoni di “Mediaset” ha detto senza mezzi termini: “Questa è una grande soddisfazione per tutta la società e per la squadra. È un’annata incredibile – ha subito sottolineato -. Continuiamo a spingere, ad andare forte nonostante siamo arrivati alla 50esima partita stagionale. Abbiamo disputato una partita generosa anche stasera”. L’allenatore non può che continuare la sua disamina con qualche parola spesa per il pubblico del Franchi, oggi grande sottofondo e per forza di cose anche dodicesimo uomo in campo: “Quando è così il Franchi può darci una grande mano. Siamo felici di aver regalato questo sogno a tutta Firenze. Subire goal poteva compromettere ancora una volta una partita che ci vedeva in vantaggio. Non subirlo era un obiettivo oggi e ci siamo riusciti. Potevamo anche far goal, ma volevamo andare in finale”.
E in mezzo a tanta gioia, non manca anche una nota negativa, quella di un calendario che è sempre più congestionato e ora vedrà la Fiorentina giocare ogni tre giorni fino alla fine. Italiano, però, stasera non vuole e non può drammatizzare: “Qualcosina toglie sotto tutti gli aspetti, abbiamo giocato 18 partite in più di tante squadre. Mancano ancora 7 partite in campionato, possiamo fare ancora punti per rimetterci in marcia anche in Serie A. Basta ritrovare l’attenzione che avevamo in campo”.
Questo sentimento dell’allenatore prosegue anche in sala stampa, dove il tecnico dedica ancora delle belle parole ai suoi ragazzi e al lavoro che ha visto tramutarsi in una meravigliosa finale sul campo: “Sono tutte importanti, il percorso del passato mi è servito, è stato utile e formativo. Questa finale mi rende fiero, è un traguardo che riguarda tutta la Fiorentina, dai giocatori ai dirigenti, è bello essere dentro tre competizioni e poter affrontare l’Inter. Ci godiamo la finale, c’è ancora tempo ma è un risultato strepitoso. Ci abbiamo creduto, abbiamo avuto sempre la voglia di andare avanti e in tutti i modi siamo riusciti ad ottenerlo. Questa gara è figlia del ritorno con Braga e Lech Poznan. I guizzi di Gonzalez e Ikoné sono arrivati meno che altre partite, ma hanno capito che bisognava badare al sodo e con un gol la Cremonese poteva rientrare in partita. Abbiamo capito la lezione, siamo stati maturi e avendo battuto 12 corner è lì che bisognava essere più efficaci. Sono felice di questo tipo di gara”.
Le parole di Italiano sicuramente descrivono la portata del traguardo per la Fiorentina, ma non sono da meno quelle di Rocco Commisso, uno che non parla così spesso dopo le partite e che, invece, questa volta si è lasciato andare a delle dichiarazioni che hanno espresso l’importanza dell’obiettivo per i toscani: “Ora ci saranno da giocare due finali (chiaro riferimento alla Conference League, ndr.)? Ne prendiamo una alla volta, andiamo a Roma dove forse sarò. Sono molto contento, stasera non era facile, la coreografia è stata spettacolare e devo dire solo ‘grazie a tutti’, dal mister, allo staff fino ai giocatori. Che tipo di soddisfazione sta provando? Io porto solo i soldi dall’America, il lavoro qua lo fanno altri, ringrazio i dirigenti e pure mia moglie è contenta. La Fiorentina è la rivelazione di questa stagione? Speriamo che il Signore ci aiuti, io sarò qui per la Conference, domenica c’è la Sampdoria e voglio pensare una partita alla volta”.
Ancora sull’allenatore, Commisso rivendica il fatto di aver sempre coperto le spalle al suo tecnico, anche quando i risultati e tutti quanti sembravano contro di lui: “Italiano è bravissimo, gli ho fatto i complimenti, è la sua prima finale di Coppa Italia, sta facendo un grandissimo lavoro e quando lo hanno criticato gli sono stato vicino. Mi sono preso le responsabilità e fatto da scudo. Qual è il mio sogno? La situazione con i ricavi è un problema per noi, non vogliamo fare la fine della Juventus dopo che ha comprato Ronaldo. Questo non succederà mai alla Fiorentina, con me non falliremo mai. Vediamo dove arriveremo alla fine dell’anno”.
Insomma, ora a prevalere è la festa, ma questa partita non ci ha regalato solo cose belle o da regalare ai posteri. Le due squadre, infatti, hanno pensato molto a non scoprirsi alle spalle, pur con la necessità di lasciare un po’ di profondità agli avversari, in modo da portare un pressing ben studiato verso i difensori e non permettere di organizzare l’azione ai centrali. Chi ne è uscita meglio è la Fiorentina che è stata brava a innescare subito la qualità dei suoi terzini e a scagliare il pallone verso centrocampisti e attaccanti, poi capaci di ripulire tutti i palloni. E allora cosa è mancato alla Viola per andare in gol? Sicuramente la cattiveria non poteva essere quella delle serate più importante, un po’ per mancanze di energie globali, nonostante le tante rotazioni dettate da Italiano, un po’ perché non c’era tutta questa pressione di andare in gol, quanto di non subirne per strappare l’accesso alla finale contro l’Inter.
La Cremonese, invece, era nella situazione opposta. I grigiorossi erano chiamati a rischiare fin da subito, a fare la partita con tutte le loro forze per tentare di ribaltare le cose e a dare molto più peso all’attacco rispetto a quanto non sia successo all’andata. In realtà, i lombardi non ci sono riusciti, ma questo non toglie smalto a una stagione che in Coppa Italia è stata meravigliosa per i ragazzi ora allenati da Ballardini. Eliminando prima il Napoli futuro campione d’Italia e poi la Roma in semifinale di Europa League, la Cremonese a modo suo ha comunque scritto la storia e questo non verrà cancellato da nessuno. Anche se le prime due sono comunque Fiorentina e Inter.
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