La Fiorentina ha vinto l’andata contro la Cremonese e ha un piede in finale di Coppa Italia

La prima semifinale di Coppa Italia, quella tra Juventus e Inter, se n’è andata con un mare di polemiche e un sentimento di cambiamento che speriamo possa davvero dominare anche il mondo del calcio e del tifo. Stasera, però, non c’è da dimenticare la sfida tra Cremonese e Fiorentina, che comunque ha la sua storia e il suo fascino e potrebbe riservare altre sorprese. Alla fine, la Viola ha comunque fatto valere la sua superiorità fisica e tecnica centrando una vittoria pesante in trasferta con il risultato di 0-2. Il gol di Arthur Cabral arriva puntuale e poi Nico Gonzales su rigore. Ecco il racconto della partita.

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Arthur Cabral in un’azione di Cremonese-Fiorentina, seconda semifinale di andata di Coppa Italia – Nanopress.it

La Fiorentina non molla sul più bello, anzi macina un’altra vittoria fondamentale per la sua stagione e con la finale di Coppa Italia che ora è a un passo. L’uomo fondamentale è ancora una volta Cabral, un bomber in grado di destabilizzare continuamente le partite con un fiuto per il gol e una potenza impressionante. La Cremonese, nonostante qualche errore dovuto alla frenesia, non è andata male e ha cercato di reggere il più possibile, ma ha dovuto abdicare di fronte alla qualità dell’attacco della Viola, ora al massimo del suo splendore.

La Fiorentina supera la prova Cremonese ed è a un passo dalla finale. Ancora decisivo Cabral

È il momento della resa dei conti tra le due grandi sorprese della Coppa Italia, nella parte di tabellone in cui sono state eliminate Roma, Milan e soprattutto il Napoli. Ne è uscita una sfida inaspettata e tremendamente interessante tra Fiorentina e Cremonese, che ha un favorito ma ormai ci si aspetta di tutto.

Vincenzo Italiano tiene molto all’accesso in finale e si vede dalle scelte, in cui continua le rotazioni che stiamo vedendo in tutte le competizioni, ma oggi con l’attacco migliore possibile, non ce ne vogliano gli altri. Il tris con Nico Gonzalez, Arthur Cabral da centravanti e Jonathan Ikoné è semplicemente letale e arriva da tutte le parti, risultando praticamente imprendibile sia nei duelli individuali, sia nel movimento del pallone, quello che poi crea gli spazi tra le linee.

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Vincenzo Italiano, l’allenatore della Fiorentina – Nanopress.it

Fin dai primi scampoli della partita, la Viola parte subito con la voglia di fare male agli avversari e ci riesce con grande continuità. Nico Gonzalez punta dritto gli avversari e li salta per poi mettere al centro dei palloni interessanti per i centrocampisti e gli attaccanti. Il primo squillo, però, arriva proprio da Cabral, ancora in formissima. Il centravanti si coordina e calcia al volo da buona posizione, sfiorando il palo, dando un primo spiraglio di come andrà la partita. Da lì in poi, infatti, la Viola continua a far girare il pallone da destra a sinistra e a mettere tremendamente in difficoltà gli avversari con una pressione costante sugli esterni. I terzini arrivano puntualmente sul fondo, creano gioco e i centrocampisti fanno un lavoro impressionante, lavorando molto bene sulle marcature preventive.

Questo gioco, almeno stasera, paga soprattutto sulla fascia destra dove Ikoné fa il bello e il cattivo tempo a furia di dribbling e tecnica d’alta scuola. Alla fine, senza aspettare troppo tempo, è Cabral a sfondare il muro dei lombardi con un colpo di testa potente e preciso, dopo un bel cross dalla sinistra. Il punteggio va sullo 0-1 e con una chiara indicazione su chi sia la favorita per passare il turno. Il centrocampo della Fiorentina sale in cattedra, con un Sofyan Amrabat capace di recuperare qualsiasi pallone arrivi dalle sue parti e un Antonin Barak abile nell’uno contro uno e che, a tratti, semina il panico.

Nel primo tempo non ci sono più reti, ma la ripresa parte con una Cremonese più agguerrita e per quindici o venti minuti la partita è anche più equilibrata. Ci prova Cyriel Dessers ma Pietro Terracciano si fa trovare pronto con un grande intervento. Dopo qualche minuto, però, la Fiorentina riprende il polso della situazione e cerca continuamente di dare pressione agli avversari.

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I calciatori della Fiorentina che festeggiano il gol dello 0-1 contro la Cremonese – Nanopress.it

Neanche la girandola di cambi effettuati da Davide Ballardini cambia la situazione e alla fine lo 0-2 arriva, nonostante tutti gli sforzi dei padroni di casa. Dopo una bella costruzione dalla sinistra, Cabral tira a botta sicura ma trova un grande intervento in spaccata di Emanuel Aiwu. Peccato che, riguardando meglio al Var, abbia colpito il pallone con il braccio. Il difensore viene espulso e soprattutto la Fiorentina può beneficiare di un calcio di rigore. Nico Gonzalez dal dischetto, con il suo solito incedere verso il pallone, spiazza totalmente il portiere avversario e chiude i giochi. Il ritmo rallenta, la Fiorentina gestisce il vantaggio e Terracciano salva anche qualche tentativo temibile da parte dei padroni di casa. Entra anche Luka Jovic al posto di uno scatenato Cabral, ma non incide. Dopo quattro minuti di recupero, il match termina con il risultato di 0-2 e con la chiara indicazione su chi sarà una delle due finaliste di Coppa Italia.

La Fiorentina ha cambiato marcia sul più bello: neanche la Cremonese dei miracoli ha potuto arginarla

Quando a parlare è il calcio spensierato e puro, ma preparato a regola d’arte, tutto il resto tace e c’è solo da applaudire. Sì, perché il progetto della Fiorentina parte da lontano, da acquisti e cessioni sapientemente operati e da investimenti ben studiati. È quasi naturale che l’amalgama ci metta un po’ a formarsi e dopo regali solo cose belle o quasi. Per la Fiorentina, il percorso in questa stagione (ma anche in quella precedente) è stato esattamente così.

Festa Fiorentina
L’esultanza della Fiorentina con i suoi tifosi dopo aver vinto la semifinale della Coppa Italia – Nanopress.it

La scelta di Italiano in panchina ha pagato sotto il profilo tecnico-tattico. L’ex allenatore dello Spezia è quel tipo di allenatore che del 4-3-3 ne fa virtù, elemento essenziale per arrivare a costruire il maggior numero di occasioni da gol possibile e coprendo il campo alla perfezione. Quest’ultimo punto ha fatto tremare per un bel po’ la Viola, con tante corse all’indietro stanche e spesso inutili, tanti spazi da attaccare per gli avversari e spesso un centrocampo costretto a fare gli straordinari per produrre e poi chiudere i buchi lasciati dagli altri.

La mole di gioco, però, anche nelle giornate negative non è mai stata messa in discussione. Da quando Amrabat si è preso totalmente la gestione della mediana, poi, è arrivato anche maggiore equilibrio, ma la svolta dell’anno va cercata altrove. L’addio di Dusan Vlahovic ha portato a mesi di smarrimento e un tram tram per trovare la punta adatta a inserirsi in quel tipo di gioco. Ne sono arrivate due, in tempi diversi, Arthur Cabral e Luka Jovic che si sono alternate per gran parte dell’anno, come in una staffetta vecchio tipo e che in termini di gol hanno portato un apporto importante, ma in coppia e senza dare mai la sensazione di essere decisivi e proiettati verso il progetto tecnico di Italiano.

Ora, però, la situazione è decisamente diversa, visto che Cabral è letteralmente esploso in questa parte di stagione. Il centravanti semplicemente ha trovato una forma fisica ideale e con la sua potenza e il suo fiuto del gol non sta avendo difficoltà a essere fondamentale in zona rete. Nel 2023 abbiamo visto un calciatore completamente diverso, uno di quelli che con il suo gioco non ha problemi a gonfiare la rete e quando non lo fa è comunque fondamentale nel contesto squadra. La prova non è solo quella di ieri sera, in cui comunque è stato devastante, ma anche contro Inter e Milan dove ha fatto ballare due tra le migliori difese della Serie A. Il suo lavoro è quello perfetto per il 4-3-3 e, quindi, spalle alla porta e negli ultimi metri, come finalizzatore puro.

Ora Vlahovic, visto anche come sta andando la sua storia alla Juventus, non lo rimpiange proprio nessuno e anche Jovic è finito un po’ nelle retrovie, almeno nelle partite più importanti. Una grossa mano, in tal senso, la sta dando anche la Conference League, in cui Italiano può dare spazio a tutta la rosa e valutando i singoli elementi e l’apporto che possono dare. L’unico che sta restando un po’ fuori dai gioco è Josip Brekalo, un acquisto che a gennaio prometteva di portare in dote dribbling e qualità differenti da quelle dei suoi compagni, ma che ancora non è riuscito a integrarsi al meglio o a dovere.

A prescindere dai singoli, comunque, contro la Cremonese è arrivata una prestazione convinta e determinata, di quelle da Fiorentina 2.0 o meglio del 2023. Non si può evitare di porre l’accento sulla convinzione che tutta la squadra ha acquisito durante il corso dell’anno. Ora anche i calciatori sembrano sicuri, consci di cosa bisogna fare con il pallone, attaccano in massa e portano più uomini possibile nell’area avversaria, per poi fare male alla maniera della Viola e quindi sull’esterno, con gli inserimenti delle mezzali o i colpi della punta.

Questo modo di attaccare è ancora quello che la Cremonese soffre di più. Ballardini ha schierato la squadra alla solita maniera, che ha tanti pro nella copertura del campo, ma anche qualche limite se si tratta di difendere per bene l’area di rigore. Lasciando un discreto spazio alla Fiorentina sugli esterni, si è condannata a dover giocare degli uno contro uno difensivi che la Viola non ha avuto grandi difficoltà a condurre e a vincere, molto spesso. Gente come Nico Gonzalez e Ikonè ha affondato il coltello nella piaga, riuscendo puntualmente a creare la superiorità numerica e a mettere al centro dei palloni di primo piano per i compagni, pronti ad arrivare in corsa e a occupare l’area di rigore.

È anche vero che, in alcuni momenti, anche i lombardi sono riusciti a dire la loro e soprattutto quando le punte sono state isolate contro i difensori avversari. Tsadjout e Dessers, in particolare, hanno dalla loro rispetto a Ciofani questo fondamentale: palla al piede hanno la capacità di puntare e vedere la porta, poi è stato molto bravo Terracciano a blindare la sua porta contro un avversario che comunque ha detto la sua in questa competizione.

Anzi, forse come l’abbiamo detta è anche riduttivo, visto che i grigiorossi sono riusciti a eliminare un Napoli che per lunghi tratti in questa stagione è parso ingiocabile e una Roma che comunque ha raggiunto un ottimo livello di risultati e difensivamente pare spesso inossidabile. Questo enfatizza la prestazione della Fiorentina nella giornata di ieri, una partita coraggiosa e offensiva, essenzialmente moderna e in cui la tecnica alla fine ha vinto anche sulla grinta e sull’abnegazione, quella spinta che porta a non mollare mai.

Per le ragioni che vi abbiamo elencato, è chiaro che ora come ora la Viola abbia dalla sua parte la maggior parte dei pronostici per il superamento del turno, ma allo stesso tempo non è ancora impossibile credere alla rimonta per una squadra che ha dato tutto in Coppa Italia e che è riuscita a raggiungere un risultato storico, sbarcando in semifinale, dove tutto è possibile. Sbaglia anche chi pensa che la vincitrice del torneo uscirà dal confronto tra Inter e Juventus a San Siro. Chiaramente stiamo parlando di due big conclamate del nostro campionato e che non possono non partire con un vantaggio, anche reverenziale. La Fiorentina, però, ha dimostrato di potersela giocare con tutti, se dovesse essere lei ad arrivare in finale, e ha messo in seria difficoltà entrambe le squadre, battendo anche la Beneamata in trasferta nell’ultimo turno di Serie A.

Insomma, se l’appetito vien mangiando, la squadra di Italiano ha trovato una maturità e una consapevolezza veramente difficili da eguagliare in molti momenti della partita, tanto che in molti ora, anche all’estero, vedono il club toscano come uno dei favoriti in assoluto per alzare al cielo la Conference League e sarebbe, di certo, una grossa soddisfazione in un’annata che sembrava disgraziata e che, invece, potrebbe rivelarsi splendida a maggio, quando le cose diventano decisive o irrecuperabili, dipende da cosa si è costruito prima.

La partita comunque non può che accendere l’entusiasmo in chi ha vinto e sta soprattutto attraversando un momento magico. Le statistiche evidenziano un momento magico: tralasciando il numero di gol messi a segno da Cabral, la Fiorentina ha vinto nove partite consecutive in una singola stagione, considerando tutte le competizioni, per la prima volta da aprile del 1960. Erano state nove anche in quel caso. Se un evento si verifica due volte in più di 60 anni, è proprio l’occasione di dire che si sta scrivendo la storia e, quindi, bisogna anche celebrarla a dovere.

Sia durante la partita, sia a posteriori sono stati veramente tanti i tweet dei tifosi o degli appassionati del gioco più bello del mondo che hanno deciso di mostrare la loro emozione o hanno commentato la partita sul noto social. Ovviamente, a parte qualche episodio sugli spalti che non è piaciuto, la festa non è mancata, ma anche un’analisi più tecnica su quanto si sta vedendo in campo negli ultimi due mesi abbondanti.

Quest’ultimo tweet, in realtà, mostra come nell’occhio del ciclone, ma stavolta per merito e non per demerito, siano finiti anche i tre difensori della Fiorentina. Dodò, appena arrivato dallo Shakhtar Donetsk sembrava un pasticcio e soprattutto un calciatore che avrebbe faticato a esprimere la sua tecnica tra i recinti della Serie A. Ora pare un uomo trasformato, uno di quelli che può spezzare la partita in fase offensiva con la sua qualità, ma sa anche chiudere bene e ripartire, con un tempo sull’intervento che non è affatto facile da trovare in giro. È lui uno dei calciatori migliorati di più nella seconda parte dell’anno, a parte Cabral ovviamente.

E poi ci sono Igor e Martinez Quarta, due calciatori che per i puristi delle linee difensive di una volta non si sposerebbero alla perfezione, troppo aggressivi, troppo proiettati alla conquista immediata del pallone e poco al gioco palla al piede. In questo contesto di squadra, invece, stanno riuscendo a esaltare le loro caratteristiche, supportati dal coraggio dell’allenatore. Portano avanti la linea, intervengono immediatamente sugli attaccanti avversari e non hanno paura di spingersi oltre per rilanciare l’azione. In più, hanno in comune una cattiveria naturale e una determinazione nell’arco della partita che li rende speciali insieme e che permette a tutta la squadra di avere una certa sicurezza anche se si scopre per attaccare. Con una coppia del genere, finisce in secondo piano anche uno come Nikola Milenkovic che la Fiorentina ha blindato più volte e per ultimo la scorsa estate, anche a dispetto degli interessi di Inter, Juventus e Manchester United.

Infine, i complimenti non possono che essere anche per Italiano. Se ne parla ossessivamente ormai in chiave big, con Inter, Roma, Juventus, a volte anche il Milan, che vengono accostate al tecnico. Per ora, se lo gode Firenze e non è detto che non possa essere così ancora a lungo.

E poi come si fa a non innamorarsi di un allenatore che ha dato fiducia al gruppo durante tutti i momenti più bui e ora che le cose vanno benone, si presenta ai microfoni dei giornalisti dicendo: “Abbiamo vinto il primo round ed è stata una vittoria meritata. Per avere fiducia dovevamo sbloccarci in campionato e ora gli effetti si vedono tutti. Comunque non dobbiamo abbassare la guardia“. Chapeau a lui e brava la squadra a rinascere, proprio quando sembrava che la stagione non avesse più granché da dire. Un plauso, però, ci sentiamo di farlo anche alla Cremonese. I lombardi, con l’etichetta degli sfavoriti sempre ben appiccicata sulla fronte, non hanno messo su le barricate, non hanno espresso un non gioco che club ben più blasonati si permettono di fare ogni settimana. Semplicemente hanno abbassato la testa, hanno lavorato e, anche senza risultati troppo spettacolari, stanno divertendo il pubblico e sono arrivati a giocarsi almeno una semifinale di Coppa Italia. Benissimo così, anche se la salvezza è lontanissima, perché spesso conta più il percorso e quello della neopromossa è stato fin da subito ben chiaro. E la storia si scrive anche così.

 

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