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La Fondazione Umberto Veronesi premia 188 ricercatori con borse di studio e progetti internazionali

L’eredità tangibile dell’oncologo Umberto Veronesi, morto a novembre 2016 a quasi 91 anni, è la fondazione che porta il suo nome, la Fondazione Umberto Veronesi, appunto, che sostiene la ricerca scientifica attraverso l’erogazione di borse di ricerca e si impegna nella divulgazione scientifica. “Il mondo della ricerca e della medicina – spiega Chiara Tonelli, presidente del Comitato scientifico della FUV – si evolve rapidamente e la Fondazione intende sostenere una nuova mentalità, quella che vede la ricerca di laboratorio affiancata e proiettata alla prevenzione e alla cura. Crediamo nella crescita di una nuova generazione di scienziati capaci di pensare e agire da clinici e ricercatori insieme, capaci di parlare la lingua della medicina del futuro: una medicina molecolare, preventiva e personalizzata”.

E’ importante, riflette, “che i giovani scienziati abbiano sempre passione, e la curiosità di andare avanti e non fermarsi mai”. Come insegnava Veronesi: “Lui – ricorda Tonelli – pensava in grande e mi ha insegnato a non porsi mai limiti. La sua grande forza era abbattere i muri, in tutti i settori, dalla scienza al perbenismo. Era un grande uomo, difensore del metodo scientifico, applicato in ogni campo. Lascia un grande vuoto, che non è ancora stato colmato da nessuno”.

Ma nel suo nome 188 medici e ricercatori sono stati premiati a Milano nel corso dell’annuale cerimonia dei Grant della Fondazione Umberto Veronesi che si è svolta all’UniCredit Pavilion, con premi pari a 14 milioni di euro. L’età media dei premiati è 35 anni e mezzo, 28 quella degli studenti della Scuola europea di medicina molecolare (Semm) che conta 95 dottorandi ed è supportata dalla Fondazione.

Nel dettaglio, quest’anno sono state 170 le borse per ricercatori post dottorato, più di 16 quelle di formazione e specializzazione assegnate e 2 quelle per progetti internazionali; 7 i progetti di ricerca, 3 in più del 2017, e 4 i protocolli di cura in oncologia pediatrica finanziati. In più c’è stato il debutto del premio Fondazione Umberto Veronesi Award, dedicato alle migliori pubblicazioni scientifiche firmate nell’anno precedente da ricercatori sostenuti dalla Fondazione. I tre lavori premiati sono quelli di Gabriele Varano, Miriam Martini e Chiara Raggi.

In totale sono 148 le donne premiate quest’anno, circa il 16% dei premiati è straniero ma ha scelto un istituto italiano per svolgere il suo progetto. Ma la Fondazione ha deciso di sostenere anche ricercatori italiani che svolgeranno un periodo di 6 mesi di ricerca all’estero, con l’obiettivo di accrescere la loro formazione e professionalità e riportare poi in Italia il know-how acquisito. La lista degli istituti stranieri che li ospiteranno nel 2018 va dall’Ohio State University (Usa) al Karolinska Institutet di Stoccolma, e comprende diverse realtà dagli States all’Europa.

A fare il punto della situazione è il presidente Paolo Veronesi, che traccia un bilancio di questa ottava edizione delle cerimonia. Dal 2003, anno di nascita della Fondazione, a oggi i ricercatori sostenuti sono arrivati “quasi a 1.400. Quest’anno abbiamo ricevuto quasi 600 domande, per la maggior parte di altissimo livello scientifico e ne abbiamo selezionate 188. Oggi vogliamo celebrare questi talenti della ricerca”, con la cerimonia di consegna dei Grant assegnati ai migliori candidati selezionati nel campo dell’oncologia, delle neuroscienze e della cardiologia. “Ma soprattutto – aggiunge – vogliamo guardare al futuro, ai tanti meritevoli ricercatori che verranno, alle scoperte che ci permetteranno di raggiungere, a beneficio della salute di tutti”.

In collaborazione con AdnKronos

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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