Anche il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble, così come quello degli Interni Thomas de Maiziere, interpellato sul Referendum Costituzionale del 4 dicembre ha confermato di essere favorevole al sì e ottimista a proposito della riforma: “Riconosco il coraggio di questo governo nel voler cambiare la Costituzione e la struttura decisionale di questo Paese. Potrà dare all’Italia un futuro migliore. Approvare un simile cambiamento è una decisione coraggiosa”, aveva al proposito detto de Maiziere. Non è la prima volta che dalla Germania arriva il consenso al lavoro svolto dall’esecutivo di Renzi. In settembre fu la stessa Merkel ad esprimere soddisfazioni sul Jobs Act.
(nella foto il ministro de Maiziere e Angela Merkel)
Il governo tedesco conferma la propria fiducia nei confronti dell’esecutivo di Matteo Renzi. Dopo l’appoggio della Cancelliera Merkel che a settembre aveva plaudito alle riforme che il premier italiano ha avviato, ad esempio nel mercato del lavoro, stavolta è toccato al ministro delle Finanze e al ministro dell’Interno tedesco spendersi a favore del Sì.
“Se potessi votare, voterei per Matteo Renzi, anche se non appartiene alla mia stessa famiglia politica”, ha detto il ministro delle Finanze tedesco, esponente della Cdu e alfiere del rigore in Europa. Parlando nel corso di un incontro a Berlino, Schauble ha detto di avere grande rispetto per Renzi, al quale augura ”ogni successo”.
Poi Thomas de Maiziere, parlando da Berlino con Maria Latella per una puntata speciale de ‘L’Intervista’ (Sky TG24), ha comunque spiegato che non spetta a lui “esprimere un giudizio sulla struttura sociale di un popolo. Quando la struttura parlamentare non è abbastanza efficiente è il popolo a dover intervenire”.
Dalla Germania, nei giorni scorsi si era espresso anche il prestigioso quotidiano economico Handelsblatt con uno speciale sul Belpaese, che prendeva in considerazione l’emergenza profughi, il terremoto e il rischio per il premier italiano di perdere il referendum costituzionale: “Se fallisce Renzi, fallisce l’Italia. E se fallisce l’Italia, fallisce l’Europa. Dopo la Brexit nessuno vuole rischiare altri scossoni”.
In un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo a firma Movimento 5 Stelle Europa si legge invece una lunga invettiva contro Schauble: “Dopo Angela Merkel, Barack Obama, la JP Morgan e il commissario europeo Pierre Moscovici, oggi un altro “megaburocrate” dice di augurarsi la vittoria del “sì” al referendum: Wolfgang Schauble. Un personaggio inquietante che è stato definito ayatollah dell’austerità, Nuovo Fuhrer, Cancelliere-ombra, salvatore dell’Euro. Schauble è un uomo particolare: ogni volta che parla, qualche risparmiatore perde i suoi soldi. Come fa crollare le borse lui, nessun altro mai. Il ministro delle finanze tedesco è l’emblema dell’anacronismo, costantemente fuori dal tempo e dalla storia in ogni sua dichiarazione. È uno dei più alti rappresentanti di quella “generazione di tecnocrati” che non ne hanno azzeccata una da un ventennio a questa parte. In Italia, solo per fare qualche nome di spicco, possiamo citare gli ex presidenti del Consiglio Mario Monti, Romano Prodi e il loro attuale successore, il mai eletto Matteo Renzi”.
E infine proprio il premier italiano chiude il discorso sull’endorsement tedesco spiegando che la partita del Referendum non si gioca in Europa, ma in Italia: “Questi non votano così come l’Economist, i voti che contano sono quelli degli italiani”, ha dichiarato Renzi ai microfoni di Radio Norba.
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