La giornalista russa Marina Ovsyannikova, contraria alla guerra in Ucraina, è ora tra la lista dei ricercati del governo russo. La sua protesta ha fatto il giro del mondo ed è diventata la voce di chi avrebbe voluto parlare ma non poteva. La sua azione però non è rimasta impunita e per lo stato è una traditrice della patria.
La donna è divenuta famosa in tutto il mondo dopo aver mostrato un cartello contro l’operazione militare in Ucraina e lo ha fatto in diretta televisiva durante il telegiornale. Il governo russo non ha accettato di buon grado questo comportamento e ha arrestato la giornalista, considerata traditrice della patria per aver diffuso informazioni false.
Marina Osvyannikova è stata travolta da uno scandalo che ha portato poi al suo arresto in Russia per aver manifestato in diretta tv contro la guerra in Ucraina. Il Cremlino ha additato tale comportamento come un complotto diffamatorio. La protesta è avvenuta e proprio mentre il resto dei media russi enfatizzavano ed esaltavano l’invasione russa in Ucraina.
Questa sua protesta ha fatto il giro del mondo e puntato i riflettori sulla veridicità delle informazioni diffuse, fino ad allora, dalle televisioni locali. L’irruzione in diretta televisiva ha avuto un riscontro anche all’interno della popolazione russa che fino ad allora non aveva ancora dubitato, fortemente, delle notizie che arrivavano dal fronte e anche di quelle fornite dalle autorità governative.
La giornalista russa ha mostrato un cartello contro l’operazione militare dell’esercito russo durante una diretta e questa azione ha decretato il suo successivo arresto.
Le autorità hanno poi disposto gli arresti domiciliari per Marina, con l’accusa di aver fornito false notizie contro le forze armate. Stando a quanto rivelano fonti ufficiali, il primo di ottobre è fuggita assieme alla figlia di undici anni. Il marito ha condiviso la notizia sabato scorso e diversi giornali ne hanno parlato nonostante le autorità russe non avessero confermato i fatti.
Anche il giornale indipendente Novaya Gazeta, costretto a spostare la sede in Europa dopo la chiusura in Russia, ha pubblicato subito la notizia che ha poi trovato riscontro nella realtà. La giornalista è evasa dagli arresti domiciliari portando con se la figlia.
Appurata la veridicità della notizia il governo russo si è mosso immediatamente e il Ministero dell’Interno russo ha inserito la giornalista nella lista dei ricercati dal Cremlino.
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