Da giorni la Grecia sta bruciando e in tutto il Paese, ora le fiamme sono arrivata a Corfù, dove sono stati evacuati 17 villaggi.
Sono 82 gli incendi che in queste ore tengono ancora impegnati i pompieri e la maggior parte di questi sono scoppiati ieri, finora il giorno più caldo di tutta l’estate. Il più grave di questi roghi è quello che sta interessando Rodi, il quale finora ha costretto alla fuga quasi 20mila persone. Ne abbiamo parlato poche ore fa e ora subito ci troviamo a riportare news riguardanti un altro rogo imponente, quello appunto a Corfù ma è stata colpita anche l’isola di Evia.
Le bellissime isole greche sono nelle pagine di cronaca ultimamente per una serie di roghi che le sta distruggendo una ad una. I vigili del fuoco lottano contro il tempo per limitare i danni ambientali ma soprattutto per mettere in salvo le persone.
Sono tante le zone evacuate, dove i residenti ma anche i turisti che in questo periodo affollano le isole dell’arcipelago, sono stati costretti a lasciare case e alberghi per essere trasferiti in luoghi più sicuri. Addirittura, molti sono stati prelevate direttamente dalle spiagge, ad esempio la Guardia Costiera ha portato in salvo 59 persone che si trovavano su una spiaggia a Nisaki.
Dopo l’ultima notizia dell’incendio a Rodi, in queste ore a preoccupare è uno simile, molto vasto, a Corfù. Qui sono stati evacuati 17 villaggi e altri 4 anche a Evia, poiché l’incendio sta avanzando nella zona ovest, nei pressi di Karystos.
In questa situazione emergenziale, è intervenuto il vicegovernatore della Grecia centrale, Giorgos Kelaiditis, che fra l’altro si trovava in queste ore in uno dei villaggi sull’isola di Evia e ha dichiarato ai media locali che la situazione è particolarmente difficile perché il fuoco sta prendendo il sopravvento, espandendosi velocemente grazie a condizioni favorevoli come il caldo torrido ma soprattutto il forte vento caldo. Il fumo è denso e l’aria è difficile da respirare, sono tanti i casi di intossicazione segnalati in queste ore ma per fortuna oltre a questi disagi, non si sono stati feriti o vittime.
Ma come abbiamo visto, la situazione cambia velocemente e potrebbe degenerare, anche se già ora il quadro è molto complicato e lo sono anche le operazioni di spegnimento e contenimento dei roghi perché i pompieri greci ma anche quelli arrivati dagli altri Stati in supporto, faticano a lavorare a temperature decisamente proibitive.
Presenti nelle varie zone anche i mezzi dei soccorritori e la Protezione Civile. La situazione di oggi è degenerata dalla mezzanotte, quando le autorità hanno chiesto le evacuazioni da Corfù ma anche dalle zone vicino ad Aigio, nel Peloponneso. Le fiamme hanno colpito anche il sito archeologico di Epidauro.
In tale scenario è importante l’aiuto prestato dalle imbarcazioni della Guardia Costiera ma anche da quelle messe a disposizione dai privati, per organizzare i trasferimenti delle persone sfollate.
Il Ministero dei Cambiamenti Climatici e della Protezione Civile ha dichiarato che l’emergenza incendiaria in Grecia ha innescato la più grande evacuazione per roghi nel Paese.
A Corfù i pompieri hanno lavorato tutta la notte per proteggere i centri abitati dagli incendi e le persone costrette ad abbandonare l’isola sono state 2.500, traferite in un primo momento allo stadio Agios Markos e al Teatro Municipale di Corfù.
Fra questi tanti visitatori provenienti da oltre i confini e a tal proposito, tralasciamo un attimo la notizia in sé per fare un focus sulle problematiche che possono incontrare coloro che hanno prenotato in questi luoghi e per ovvi motivi dovranno disdire.
Non si placano gli incendi in Grecia, dove le fiamme stanno avanzando per il sesto giorno di fila e ora nuovi roghi stanno interessando anche le aree del monte Pantokratoras, appunto a Corfù.
Cosa può fare di fronte a tutto questo, chi ha prenotato le vacanze sull’isola e deve rinunciare? Ci sono ancora molti indecisi, fermi in attesa che la situazione migliori ma la Farnesina ha consigliato di considerare altre mete perché sebbene in alcune aree il traffico aereo non sia stato chiuso, la situazione è molto delicata.
Il ministero degli Esteri italiano ha invitato chi è in partenza a scegliere nuove destinazioni più sicure e la raccomandazione vale per chi ancora deve prenotare il soggiorno ma anche per chi lo ha fatto.
In quest’ultimo caso però, va precisato che il costo del biglietto aereo non verrà rimborsato perché gli aeroporti sono completamente operativi. Se invece è la compagnia aerea a cancellare il volo per motivi di sicurezza – e alcune lo hanno già fatto – la cosa cambia e il viaggiatore potrà avere un rimborso oppure un voucher da utilizzare in seguito, in base alla compagnia scelta per volare.
In alcuni casi ci potrebbe essere anche un risarcimento danni, laddove il Regolamento CE n.261 del 2004 lo preveda.
Per la cancellazione dell’hotel non possiamo esprimerci, nel senso che le situazioni variano molto in base a come è stata effettuata la prenotazione. In alcuni casi la polizza copre l’annullamento del viaggio oppure ci possono essere delle condizioni che consentono di disdire riavendo poi indietro i soldi spesi per l’alloggio. La cosa migliore da fare per avere chiara la cosa è contattare il tour operator, l’agenzia o la piattaforma utilizzata per prenotare.
Chi invece è già partito si trova in uno scenario apocalittico che di certo non si aspettava. Qui i tour operator stanno facendo il possibile per sistemare tutti nelle strutture che ancora sono fuori pericolo. Difficile però trovare gli alloggi per tutti i 30mila sfollati e perfino avere la giusta assistenza.
Un paio di compagnie hanno inviato dei voli per consentire il rimpatrio dei turisti rimasti senza alloggio, mentre EasyJet ha annunciato che chiunque abbia prenotato per volare in Grecia prima del 29 luglio, potrà cambiare gratuitamente volo.
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