Poco prima del fischio d’inizio del match tra Juventus e Empoli all’Allianz Arena di Torino che chiuderà la 36esima giornata di Serie A, un’altra partita importantissima è stata giocata per la squadra di Massimiliano Allegri. Nell’ambito del processo (tris) sul caso plusvalenze, infatti, la Corte federale d’Appello, stavolta presieduta da Ida Raiola, ha nuovamente inflitto ai bianconeri una penalizzazione di 10 punti, che li ha spediti direttamente dal secondo al settimo posto in campionato, precludendogli, in parte, la possibilità di accedere alle coppe europee, soprattutto a quel sogno che si chiama Champions League.
In base, infatti, all’afflittività della pena, per cui i legali chiedevano solo che la Juventus scendesse al quarto posto (ballavano circa 10 milioni di euro), è stata in parte accolta la richiesta del procuratore federale, Giuseppe Chiné, che aveva proposto, undici punti di penalizzazione, ovvero due in più di quelli che aveva chiesto il 30 gennaio, e quattro punti in meno di quelli che la precedente volta la Corte federale d’appello aveva inflitto al club. Rispetto a quello che chiedevano dalla Figc, la partita è cambiata soprattutto per gli ex dirigenti, tra cui l’ex vicepresidente Pavel Nedved, che a fronte degli otto mesi di inibizione proposti da Chiné, sono stati prosciolti.
Da tutto a (quasi) niente in un battibaleno, la stagione della Juventus di Massimiliano Allegri si può riassumere così. A un passo dalla finale di Coppa Italia dopo la rete di Juan Cuadrado nell’andata, all’Allianz Arena, contro l’Inter, a un passo dalla finale di Europa League dopo la rete di Dusan Vlahovic nel ritorno contro il Siviglia, a un passo dalla qualificazione matematica in Champions League che sarebbe dovuta arrivare con i punti conquistati sul campo dalla Vecchia Signora, i bianconeri hanno visto infrangersi tutti i loro sogni di gloria.
Prima con il pareggio di Romelu Lukaku, quasi a tempo scaduto, e il gol al ritorno di Federico Dimarco (a cui non si è mai davvero reagito), poi con l’altro 1-1 lampo di Suso e il gol di Erik Lamela ai tempi supplementari, infine con la decisione della Corte d’appello federale di togliere, stavolta quasi definitivamente, dieci punti in campionato per quanto riguarda il caso plusvalenze, che li ha fatti scivolare dal secondo ponto al settimo (anche se con una partita ancora da giocare rispetto agli altri).
Ecco, è proprio a pochi minuti dal fischio d’inizio di Empoli-Juventus – poi persa miseramente e per 4-1 dagli uomini del tecnico toscano, che ha chiuso i giochi della 36esima giornata di Serie A -, che arriva la sentenza che ridisegna la classifica e che fa gridare allo stillicidio ad Allegri, non prima tra l’altro che una nota del club venga diffusa.
E pensare che, in un certo senso, le cose sono andate anche bene a Madama. Innanzitutto perché il 30 gennaio, quando a presiedere la corte del secondo grado della giustizia sportiva era Luigi Mario Torsiello, i punti di penalizzazione erano stati 15, poi perché dopo la sentenza del Collegio di garanzia del Coni (a cui ci si può ancora appellare una volta dopo aver letto le motivazioni) la strada tracciata era quella di vedere i bianconeri ancora più in basso, o per lo meno con molte meno speranze di riuscire ancora nella rimonta che li avrebbe riportati a giocarsi i gironi della coppa dalle grandi orecchie – nei fatti definitivamente tramontata con la sconfitta all’Alberto Castellani contro gli uomini di Paolo Zanetti.
Il procuratore federale Giuseppe Chiné, infatti, aveva chiesto per la Juventus 11 punti di penalizzazione in mattinata e otto mesi di inibizione per gli ex dirigenti dai ruoli non apicali come Pavel Nedved, Paolo Garimberti, Assia Grazioli-Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio ed Enrico Vellano, mentre la difesa ribatteva chiedendo che si scendesse solo al quarto posto (che sarebbe costato comunque 10-12 milioni di euro in termini di entrate), e poi la decisione del meno dieci e anche del proscioglimento dei sette da parte della Corte d’appello presieduta, stavolta, da Ida Raiola, già presidentessa della sezione interna del Tar del Veneto.
Ma, come vi raccontiamo da tempo, il caso plusvalenze potrebbe (e dovrebbe) non essere l’unico a penalizzare la Juventus. Il 15 giugno, infatti, la Procura federale deve decidere che ne sarà dei punti conquistati sul campo dalla squadra di Allegri nel merito di altri filoni d’inchiesta, quello sulla manovra stipendi delle stagione 2019/2020 e 2020/2021, quella del periodo del Cvid, in pratica, quello sui compensi agli agenti e, ancora, quello che per i club “amici”, che dovrebbe portare dei guai anche a chi ha fatto affari con loro, ma su cui stanno indagando ancora le procure della Repubblica delle città interessate.
Nonostante il deferimento, però, lo scenario ancora possibile è quello di un patteggiamento del club bianconero che potrebbe evitare un ammanco di voti tali che altro che Europa – legata comunque a doppio filo alla finale di mercoledì del torneo nazionale tra i nerazzurri e la Fiorentina di Vincenzo Italiano, che se dovesse essere vinta dai secondi non porterebbe la settima in classifica alle qualificazioni di Conference League, ma anche ai prossimi due impegni della Juventus, il primo contro il Milan domenica nel posticipo di domenica che dovrebbe essere vinto con almeno due gol di scarto dai bianconeri.
E non solo, perché c’è anche la scure di una sanzione che dovrebbe arrivare dalla Uefa per il non rispetto del settlement agreement per il Fair play finanziario, e in cui a pesare ci potrebbe essere anche la marcia indietro mai fatta da Andrea Agnelli sulla Superlega. I tempi sono duri, durissimi e lo sanno anche i tifosi, e mentre altri, come quelli della Lazio, possono festeggiare il ritorno in Champions League con due giornate d’anticipo.
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