La Siria è stata riammessa come membro all’interno della Lega Araba e ciò segna un passo importante che mostra il cambiamento sostanziale della diplomazia internazionale, plasmata anche a causa del conflitto tra Russia e Ucraina che ha generato meccanismi internazionali che hanno portato al rafforzamento delle relazioni geopolitiche.
La decisione della Lega Araba di riammettere la Siria dopo più di un decennio di sospensione è significativa, poiché rappresenta un passo avanti verso la normalizzazione dei rapporti regionali con il presidente Bashar al-Assad, che è stato isolato a livello internazionale a causa della guerra civile in corso in Siria.
La Lega Araba ha riammesso la Siria al suo interno
I membri della Lega Araba hanno votato per riammettere come membro la Siria, dopo molti anni di isolamento causati dal regime di Assad e dalla sua repressione, che ha generato una crisi interna al paese davvero preoccupante che ha gettato la popolazione in una profonda crisi economica e umanitaria. La guerra civile siriana ha devastato il territorio e Assad ha ricevuto il sostegno della Russia per ristabilire il suo potere e, ciò nonostante, i combattimenti tra forze statali e gruppi islamici non è mai scemata.
La sospensione dell’adesione della Siria alla Lega Araba nel 2011 è stata una risposta alla violenta repressione delle proteste contro il regime di Assad, che ha portato alla guerra civile che ha devastato la Nazione e, nonostante le avvisaglie delle nazioni occidentali, il capo di Stato siriano ha proseguito con la sua linea politica dura.
La scelta di riammettere la Siria potrebbe essere vista come una mossa per aiutare a porre fine alla guerra civile e per favorire il processo di ricostruzione del paese.
L’Arabia Saudita e l’Egitto, tra gli altri stati arabi, hanno recentemente intrattenuto rapporti con la Siria, ma questa decisione potrebbe incoraggiare altri paesi a seguire il loro esempio. Va precisato però che alcuni paesi, come il Qatar, rimangono contrari alla piena normalizzazione dei rapporti fino a quando non verrà trovata una soluzione politica al conflitto siriano.
La Lega Araba ha annunciato che un vertice è previsto per il 25 maggio a Mecca, in Arabia Saudita, ma al momento non è stato confermato se Assad sarà presente. Tuttavia, gli stati arabi hanno discusso della possibilità di invitare il presidente siriano a partecipare alla riunione per discutere il ritmo della normalizzazione dei legami e le condizioni per il rientro della Siria nell’alleanza.
Tutto questo potrebbe portare ad un maggiore coinvolgimento della Siria nella regione e potrebbe essere davvero utile almeno in parte a riequilibrare la crisi che sta attanagliando il popolo.
L’invito di Assad al vertice della Lega Araba potrebbe essere controverso, poiché alcuni stati arabi hanno espresso preoccupazione per il suo ruolo nella guerra civile e per le accuse di violazioni dei diritti umani da parte del suo regime.
Resta da vedere se la presenza di Assad al vertice si concretizzerà e se la partecipazione della Siria alla riunione porterà a progressi concreti verso la normalizzazione dei rapporti regionali.
Il processo di riportare la Siria nell’ovile arabo, soprannominato “Iniziativa giordana“, è stato accelerato dopo il terremoto del 6 febbraio in Turchia e Siria e a seguito della ripresa dei legami tra l’Arabia Saudita e l’Iran, mediato dalla Cina, che avevano sostenuto le parti opposte nel conflitto siriano.
Il mese scorso il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan Al Saud ha visitato Damasco per la prima volta in più di un decennio, il che ha segnato un importante passo avanti nella diplomazia congelata da anni. In seguito a questa visita, l’Arabia Saudita e la Siria hanno ripristinato le ambasciate e i voli tra di loro.
Cosa sta succedendo nell’alleanza dei paesi arabi
L’incontro dei massimi diplomatici regionali di Egitto, Iraq, Arabia Saudita e Siria in Giordania ha portato al voto per il ripristino dell’adesione della Siria alla Lega Araba.
La normalizzazione dei rapporti regionali con il regime di Assad porterà sicuramente a un cambiamento significativo all’interno della politica regionale.
La scorsa settimana anche il presidente iraniano Raisi ha visitato Damasco, firmando accordi commerciali e petroliferi a lungo termine con la Siria. Questa visita rappresenta un ulteriore segnale di un possibile allentamento dell’isolamento internazionale del regime siriano.
Non tutti gli stati arabi, però, sono favorevoli all’invito di Assad al vertice della Lega Araba. Come sopra citato, Giordania, Kuwait e Qatar si sono opposti alla sua presenza, affermando che è necessario verificare che vengano rispettati i principi che sono condiviso dagli attuali membri.
Resta da vedere cosa comporterà la presenza di Assad al vertice della Lega Araba, nel caso venisse confermato e capire quali siano le reali intenzioni del presidente della Siria non è un compito semplice. Tuttavia, la visita di Raisi a Damasco e la decisione di riammettere la Siria nella Lega Araba rappresentano segnali di un possibile cambiamento linea di pensiero mediorientale e asiatica.
Nonostante i recenti sviluppi nella regione, gli Stati Uniti hanno affermato che non cambieranno la loro politica nei confronti del governo siriano, che è considerato da Washington come un regime “canaglia”.
Gli Usa hanno inoltre esortato gli stati arabi a ottenere qualcosa in cambio del coinvolgimento con il regime di Assad, sottolineando la necessità di rispettare i diritti umani e di porre fine alla guerra civile in corso in Siria.
La posizione degli Stati Uniti potrebbe rappresentare un ostacolo per la piena normalizzazione dei rapporti regionali con la Siria, poiché molti paesi arabi cercano di ristabilire i legami con il regime di Assad. Ma siccome Washington rimane un importante attore nella regione, la loro posizione potrebbe influenzare il modo in cui gli stati arabi affrontano la questione della normalizzazione dei rapporti con la Siria.