Giovanni Toti è stato nominato commissario straordinario per l’installazione di un nuovo rigassificatore nella regione Liguria. Ancora non è chiaro se si tratterà di un nuovo impianto o del rigassificatore presente al porto di Piombino che dovrà essere spostato entro i prossimi tre anni.
Questo nuovo rigassificatore permetterà all’Italia di prendere ancora più indipendenza dalla fornitura di gas russo. Dall’inizio della guerra in Ucraina, l’Italia ha scelto di acquistare altrove il gas nel tentativo di abbandonare totalmente la fornitura russa.
Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, è stato nominato dal Consiglio dei ministri come commissario straordinario per installare il rigassificatore nella regione ligure.
Toti ha chiarito però che al momento ancora non è chiaro se verrà installato un nuovo impianto per permettere all’Italia di diventare ancora meno dipendente dalla fornitura di gas russo oppure se i lavori saranno eseguiti per accogliere il rigassificatore che si trova nel porto di Piombino che deve essere rimosso entro i prossimi tre anni.
Prima dell’inizio della guerra in Ucraina, e perciò fino al 2021, l’Italia acquistava la maggior parte del gas dalla Russia, ma poi con la conseguente invasione russa in territorio ucraino ha scelto di iniziare a diversificare le forniture comprando da altri Paesi.
Per importare gas esistono solamente due metodi o utilizzando i gasdotti, che sono condotte lunghe chilometri che collegano i Paesi fornitori con i Paesi fruitori, oppure facendolo arrivare tramite navi sotto forma di gas naturale liquefatto conosciuto con le sigle GNL o LNG.
Trasformando il gas naturale dallo stato gassoso alla forma GNL è possibile trasportarne una quantità maggiore di volta in volta, e quindi risulta conveniente per tutti.
Il gas che arriva sotto forma di GNL però bisogna riportarlo poi alla forma gassosa per poterlo immettere nella rete di distribuzione e renderlo fruibile su tutto il territorio e per eseguire questa operazione è necessario utilizzare un rigassificatore.
Il GNL è trasportato sulle navi a una pressione poco superiore a quella atmosferica e ad una temperatura sotto lo zero, precisamente – 162 °C.
Grazie al rigassificatore può tornare allo stato gassoso perché all’interno di questi impianti viene eseguito un processo di riscaldamento controllato in un vaporizzatore che permette in modo adeguato l’espansione del gas.
Il riscaldamento del gas avviene lasciando passare il gas GNL in tubi che sono immersi in acqua marina e che riportano perciò una temperatura più alta rispetto a quella in cui si trovavano in precedenza.
In tutta Italia ci sono solo 4 rigassificatori, due di loro si trovano in mare, uno è ormeggiato al porto di Piombino e un altro si trova sulla porta ferma.
Il più grande rigassificatore italiano è il Terminale GNL Adriatico che è un impianto offshore, ossia si tratta di un’isola realizzata artificialmente a largo di Porto Viro che si trova in provincia di Rovigo. Questo impianto produce ogni anno 8 miliardi di metri cubi di gas.
L’altro invece è situato nel Mar Tirreno a largo della costa che si trova tra Livorno e Pisa, e anche qui ci troviamo davanti ad un rigassificatore offshore.
In questo caso però è una n ave metaniera che è stata appositamente modificata e ancorata in modo permanente al fondale. L’impianto è in funzione dal 2013 e ogni anno produce 3,75 miliardi di metri cubi di gas.
L’ultimo impianto in funzione in Italia è invece un impianto che si trova sulla terra ferma e per questo è definita una struttura onshore. Questa struttura la troviamo a Panigaglia che si trova più precisamente nella provincia di La Spezia.
Il rigassificatore ancorato al porto di Piombino è entrato in funzione da circa un mese ed ha la capacità di produrre circa 5 miliardi di metri cubi di gas ogni anno.
Anche qui si tratta di una nave modificata appositamente e si chiama Golar Tundra, è lunga circa 300 metri e larga 40.
Questa nave è stata costruita nel 2015 come una nave metaniera, fu poi acquistata dalla SNAM che è la principale società italiana a gestire la distribuzione del gas sul territorio.
Al momento si trova installata alla banchina est del porto di Piombino dopo essere arrivata da Singapore lo scorso 19 marzo.
Gli accordi presi tra la Regione Toscana, il Governo e il Comune di Piombino il rigassificatore dovrà essere smantellato entro i prossimi tre anni. Eugenio Giani, presidente della regione Toscana, ha voluto dare diverso tempo alla SNAM per studiare una soluzione ideale per il suo trasferimento.
Il prossimo lunedì, 26 giugno 2023, scadranno però i 100 giorni concessi alla società per comunicare la nuova collocazione del rigassificatore, per questo motivo si ipotizza che la nomina di Toti sia anche un segnale che il rigassificatore venga spostato nella regione ligure.
Per il Sole 24 Ore è quasi certo che lo spostamento avverrà, come già avanzato delle ipotesi sulla possibile zona in cui verrebbe installato ossia Vado Ligure che si trova in provincia di Savona.
Il presidente della Liguria ha però chiarito che al momento ci sono solo delle ipotesi sul tavolo e bisogna perciò condurre degli approfondimenti e aprire un tavolo di trattative con i sindaci a cui prenderanno parte anche governo e regione.
Quello che è certo al momento è che sarà una struttura offshore e che si troverà a molti chilometri dalla costa. Monica Giuliano, sindaco di Vado Ligure, ha affermato che fino ad ora non ha mai discusso la possibile installazione del nuovo rigassificatore sul suo territorio.
Ma viste le voci in circolazioni si sono già attivati i comitati civici e ambientalisti del territorio, che sono già in fermento per la costruzione dei cassoni per la nuova diga del porto di Genova.
Secondo gli esperti Vado Ligure presenta le condizioni ottimali per l’installazione perché sono già presenti vecchie conduttore marine, c’è però un grande contro ossia la distanza dai gasdotti di SNAM che in Liguria sono presenti solo a Panigaglia dove è già presente un rigassificatore.
Ci sarà anche un quinto rigassificatore a breve che invece dovrà essere installato a Ravenna, si tratta della metaniera BW Singapore, anche questa è stata acquistata dalla SNAM.
Questa volta la nave verrà installata sulla piattaforma Petra che si trova a circa 8,5 chilometri dalla costa, i lavori si dovranno concludere entro la prima metà del 2024.
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