La sinistra italiana è sempre stata divisa non solo in tanti partiti ma anche in diverse correnti all’interno dello stesso partito. Dopo lo scioglimento del Partito Comunista questo processo è stato amplificato e oggi abbiamo molti partiti italiani di sinistra, anche se per la maggior parte è più corretto parlare di centrosinistra. Lo stesso Partito Democratico è l’espressione di un cambiamento che ha coinvolto il mondo della sinistra italiana: dopo l’addio al PCI e la scissione interna, l’ala più conservatrice si è gradualmente ridotta e oggi quella che chiamiamo estrema sinistra è fuori dal Parlamento. L’apertura a istanze più moderate e soprattutto l’unione con i cattolici-democratici, eredi delle correnti a sinistra della vecchia DC, ha portato alla nascita del PD come lo conosciamo oggi. A oggi, la galassia del centrosinistra italiano è molto composita: vediamola.
In generale, possiamo dire che la sinistra italiana vede un grande protagonista, il PD, che nasce proprio con lo scopo di riunificare le diverse anime del centrosinistra in una sola formazione. Quello che vediamo oggi è il risultato di un lungo percorso non sempre facile e indolore: ecco quali sono i partiti italiani di sinistra.
PARTITO DEMOCRATICO
Cominciamo proprio dal Partito Democratico. La nascita ufficiale è relativamente recente e risale al 2007, dopo le esperienze de l’Ulivo e l’Unione che portano alla doppia vittoria di Romano Prodi e che, con la doppia caduta dello stesso governo, misero in evidenza i limiti di un’alleanza così estesa. I DS e la Margherita trovarono allora una strada comune con la nascita di una nuova forza che agisse “in campo riformista, europeista e di centro-sinistra, operando in un rapporto organico con le principali forze socialiste, democratiche, progressiste e promuovendone l’azione comune“, come recita il manifesto dei valori del 2008. Grazie alla scelta dell’allora segretario Walter Veltroni di candidarsi da solo alle politiche del 2008 (poi perse contro Silvio Berlusconi), il PD ha iniziato il percorso che lo ha portato a essere la prima forza del centrosinistra in Italia, nonché il più votato alle ultime elezioni europee (i dem sono il primo partito nell’europarlamento). L’attuale segretario è Matteo Renzi, premier dal 22 febbraio 2014, presidente è Matteo Orfini. Dal 2014 fa parte del Partito del Socialismo Europeo.
SEL e SINISTRA ITALIANA
Il volto istituzionale della sinistra parlamentare è rappresentato da SEL, Sinistra Ecologia e Libertà. Nato nel 2009 dalla fusione di quattro movimenti politici (Sinistra Democratica; Movimento per la Sinistra; Unire la Sinistra; Associazione Ecologisti), il partito di Nichi Vendola è oggi al centro di un processo di costruzione di una nuova sinistra alternativa al PD di Matteo Renzi e, in Parlamento, ha unito le forze con la neonata formazione Sinistra Italia, (SI), nata dall’addio di Stefano Fassina ai dem. Socialismo, ecologia e pacifismo sono i cardini della loro politica. Il presidente è Nichi Vendola.
SCELTA CIVICA
Rimaniamo in Parlamento ma nell’ambito del centro più che del centrosinistra con Scelta Civica, formazione nata nel 2013 dopo l’esperienza del governo Monti. È proprio l’ex premier Mario Monti a creare il partito che sostiene il governo Letta con l’obiettivo di portare a compimento la cosiddetta “agenda Monti” in accordo con l’Udc di Pierferdinando Casini. Nonostante la giovane età, SC ha visto momenti difficili dovuti agli scarsi risultati alle elezioni e alle diverse visioni politiche interne: Monti si dimette da presidente del partito, alcuni esponenti di spicco lasciano e approdano al PD di Renzi al cui governo continuano a dare sostegno. Ispirato ai temi del liberismo e dell’europeismo, il suo attuale segretario è Enrico Zanetti.
DEMOCRAZIA SOLIDALE – CENTRO DEMOCRATICO
Formazione parlamentare recentissima, Democrazia solidale – Centro Democratico è un partito di centro nato nel 2013 dalla scissione interna a Scelta Civica che alla Camera ha portato alla formazione di un gruppo insieme ad alcuni fuoriusciti dell’UdC da quella che era l’esperienza del movimento Per l’Italia. Nel corso della legislatura si sono susseguiti addii e nuovi arrivi: al momento Lorenzo Dellai è il presidente del gruppo alla Camera.
PARTITO SOCIALISTA ITALIANO
In Parlamento c’è anche il Partito Socialista Italiano, erede dello storico PSI, che è riuscito a sopravvivere agli scandali di Tangentopoli e al nome di Bettino Craxi. L’attuale formazione nasce nel 2007 con la Costituente, guidata dal segretario Enrico Boselli. Due anni dopo Riccardo Nencini entra alla guida del Partito Socialista Italia che riprende nome e parte del simbolo storico, aderendo al PSE. Nella coalizione Italia Bene Comune che sostiene Pierluigi Bersani alle politiche del 2013, il PSI elegge 4 deputati e 3 senatori: con il governo Renzi, Nencini è viceministro ai Trasporti, oltre a essere l’attuale segretario.
POSSIBILE
Appena nato e con già cinque deputati, Possibile è il partito fondato da Pippo Civati nel 2015. Da sempre nel PD, Civati fuoriesce dal partito nel maggio 2015 in disaccordo con la politica del governo Renzi (che tra l’altro ha sfidato il premier per la leadership alle Primarie). Alla Camera si è unito al neonato gruppo di Alternativa Libera, formato da ex M5S allontanati dal movimento di Beppe Grillo.
SINISTRA ITALIANA
Le forze della sinistra a sinistra del PD all’interno del Parlamento hanno un nuovo nome, quello di SI, Sinistra Italiana. Il gruppo è presente sia alla Camera (32 deputati) che al Senato (8 senatori) e nasce dall’addio di Stefano Fassina al Partito Democratico. L’intento è quello di creare una nuova formazione politica ispirata agli ideali della sinistra europea in alternativa “al liberismo di Renzi“, come ha spiegato lo stesso Fassina. Nel gruppo sono entrati a Montectorio i parlamentari di SEL e sei fuorisciti dal PD (oltre a Fassina ci sono Alfredo D’Attorre, Monica Gregori, Carlo Galli, Vincenzo Folino e Giovanna Martelli); a Palazzo Madama si contano i senatori eletti con SEL, 2 del gruppo L’Altra Europa con Tsipras ma eletti con il Movimento 5 Stelle e l’ex PD Corradino Mineo.
PARTITO COMUNISTA D’ITALIA , EX PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI
Fuori dal Parlamento, la sinistra si sta organizzando in vista della ricostruzione del Partito Comunista, ufficialmente avviata nel giugno 2016. Ossatura del neonato PCI è il Partito dei Comunisti italiani che, poco prima del congresso di Bologna, aveva cambiato il nome in Partito Comunista d’Italia. Il PdCi era nato nel 1998 da una scissione interna a Rifondazione Comunista (nato a sua volta dalla divisione dopo l’addio al PCI) da parte di Armando Cossutta e Oliviero Diliberto. Dopo la doppia esperienza di governo con Romano Prodi, il partito esce dal Parlamento alle elezioni del 2008: tra alterne vicende, inizia il percorso che lo porterà a ricreare il vecchio PCI. L’ultimo segretario è Cesare Procaccini.
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
Il partito della Rifondazione Comunista, o più semplicemente Rifondazione Comunista, non si è sciolto, è solo assente dagli scranni del Parlamento. Nato nel 1991 con la scissione interna al PCI, è stato uno dei protagonisti della scena politica italiana per anni, in particolare con la figura del suo storico segretario, Fausto Bertinotti. Con la fine dell’Unione (ex Ulivo), anche Rifondazione inizia la sua parabola discendente, culminata con la scissione interna con Sinistra Ecologia e Libertà. Tra Federazioni di Sinistra, Altra Europa con Tsipras, Rivoluzione civile e congressi falliti, Rifondazione non è riuscita a ritagliarsi il suo spazio all’interno delle istituzioni ed è rimasto fuori dal Parlamento. Il segretario, Paolo Ferrero, è tra i (ri)fondatori del nuovo PCI nel 2016.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Altro partito di estrema sinistra extra parlamentare fin dalla sua nascita è il Partito comunista dei Lavoratori. La fondazione è recente e risale al 2006 quando all’interno di Rifondazione Comunista prende vita l’ennesima spaccatura. Casus belli, l’ingresso del partito di Bertinotti nel governo Prodi, scelta che, secondo Marco Ferrando, leader della corrente trotzkista e fondatore del Pcdl, avrebbe minato le basi della politica “rivoluzionaria”. Nel corso degli ultimi anni non è mai riuscito a eleggere un suo esponente in alcuno dei due rami del Parlamento.
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