La madre di Alice Neri, Patrizia Montorsi, si sarebbe recata per la prima volta sul luogo del ritrovamento del cadavere della figlia 32enne uccisa a Fossa di Concordia. Fiori e lacrime sulla scena del crimine.
La donna e il figlio, Matteo Neri, si sarebbero diretti sul posto in cui la povera Alice Neri è stata rinvenuta senza vita lo scorso 18 novembre, il corpo carbonizzato nella sua auto bruciata da una mano che, secondo gli inquirenti, sarebbe quella del principale indiziato Mohamed Gaaloul.
La madre di Alice Neri porta fiori sul luogo del ritrovamento a Fossa di Concordia
Il dolore e la compostezza della famiglia di Alice Neri non conoscono soluzione di continuità, anche nel momento durissimo della prima visita sul luogo del ritrovamento.
La madre della 32enne di Rami di Ravarino uccisa il 18 novembre scorso, secondo quanto riportato dal quotidiano Il Resto del Carlino, si sarebbe recata sulla scena del crimine insieme all’altro figlio, Matteo, per deporre un mazzo di fiori in memoria della figlia.
Un gesto semplice, consumato nel massimo riserbo e di cui il giornale ha dato conto nelle scorse ore riportando anche alcune dichiarazioni del fratello di Alice sulla decisione di visitare i luoghi del delitto.
Il fratello: “Mia madre desiderava essere lì”
Matteo Neri, fratello di Alice Neri, avrebbe accompagnato la madre Patrizia Montorsi sul luogo del ritrovamento del corpo della 32enne, in un’area di campagna di Fossa di Concordia, nel Modenese.
La donna vi sarebbe stata condotta per la prima volta proprio poche ore fa, mesi dopo la tragedia che ha distrutto la serenità e la normalità di una famiglia come tante.
Alice Neri, secondo suo fratello, non avrebbe fatto uso di sostanze stupefacenti e la versione dell’unico soggetto arrestato nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio, il 29enne tunisino Mohamed Gaaloul, non lo convincerebbe.
Madre e fratello di Alice Neri, riferisce ancora Il Resto del Carlino, si sarebbero stretti in un abbraccio una volta giunti sul posto in cui la 32enne è stata ritrovata senza vita.
La mamma della vittima avrebbe chiesto di potersi recare nel punto esatto dove la Ford di Alice Neri sarebbe stata incendiata, data alle fiamme insieme al suo corpo per distruggere ogni traccia del delitto e del suo assassino.
Poche ore fa, il Tribunale del Riesame di Bologna avrebbe respinto il ricorso contro la detenzione in carcere presentato dalla difesa di Gaaloul.
I giudici avrebbero così stabilito che resti in cella, ritenendo sussistenti gli elementi che avrebbero spinto il gip ad emettere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a suo carico.
L’avvocato del 29enne, Roberto Ghini, avrebbe ritenuto il provvedimento incapace di reggere alla luce dell’assenza di prove che documentino le cause del decesso di Alice Neri e la definizione di un possibile movente che sia riconducibile al profilo del suo assistito.
Riducendo il discorso ai minimi termini, il difensore non ritiene che vi siano gravi indizi a carico del tunisino né evidenze di un motivo che potrebbe collegarlo alla morte della 32enne.
Una posizione a cui il Riesame avrebbe risposto con un rigetto confermando la lettura del giudice per le indagini preliminari.