Sul tema immigrazione, meglio sul decreto legge, la maggioranza di governo si è aperta in due fronti. Da una parte la Lega di Matteo Salvini, dall’altra Fratelli d’Italia e Forza Italia. Sugli emendamenti al dl firmato dal ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, presentati da Igor Iezzi, capogruppo del Carroccio in commissione Affari costituzionali, il no è arrivato direttamente dai presidenti delle due commissioni in questione che militano, appunto, nelle altre due forze della coalizione del centrodestra.
Al deputato leghista, che si era lamentato del fatto che “le ammissibilità non possono sottostare a ragionamenti politici“, ha risposto Nazario Pagano, forzista e presidente della commissione Affari costituzionali, dicendo che, invece, “non c’è nessuna motivazione di natura politica dietro l’inammissibilità degli emendamenti della Lega al decreto Ong“, perché riguarda solo i soccorsi in mare e non altre questioni, come quelle relative ai rimpatri o alla prima accoglienza, argomenti che erano stati messi nel calderone da Iezzi e dal Carroccio. Del tentativo fallito di reintrodurre, secondo le opposizioni, i decreti a firma di Matteo Salvini, quelli sicurezza per intenderci, hanno gioito sia dal Partito democratico, ma anche dall’alleanza Verdi/Sinistra Italiana e +Europa.
Continuano a ripetere (e ci mancherebbe) che l’esperienza di governo del centrodestra durerà per cinque anni, e forse anche di più (sempre che gli italiani lo vorranno, tra l’altro), eppure, dopo i primi segnali di malcontento sulle posizioni del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, pare che ci sia anche altro che faccia scricchiolare la coalizione guidata da Giorgia Meloni, la prima presidente del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana.
Per esempio, oggi, – e proprio nel giorno in cui la Geo Barents, la nave di Medici senza frontiere, ha disobbedito agli ordini dell’esecutivo – in commissione Affari costituzionali e commissione Trasporti riunite per esaminare gli emendamenti proposti sul decreto legge immigrazione del numero uno del Viminale, Matteo Piantedosi, che porterà poi alla conversione in legge nei tempi stabiliti, Fratelli d’Italia e Forza Italia sono andate “contro” le proposte fatta dalla Lega, nella fattispecie da Igor Iezzi, il capogruppo nella prima commissione del Carroccio.
Dei 16 emendamenti presentati a firma del deputato del partito di Matteo Salvini, 14 sono stati ritenuti inammissibili da Nazario Pagano, forzista, e Salvatore Deidda, dello schieramento della premier. Lo stop inizialmente era stato motivato dalla necessità di fare in tempo per l’approdo in aula, come ha spiegato all’AdnKronos, il deputato di FdI e vicepresidente della prima commissione, Riccardo De Corato. “Ci sono 263 emendamenti dell’opposizione, se si aggiungono quelli della Lega ho la sensazione che qualcosa si ingarbugli“, ha ricordato il meloniano sottolineando come la questione fosse sul metodo e non sul merito.
Subito è arrivata la reazione di Iezzi, che ha anche fatto sapere di voler presentare ricorso contro la decisione degli alleati. Per lui, quello che è successo “è gravissimo, perché le ammissibilità non possono sottostare a ragionamenti politici“, ha detto sempre all’agenzia di stampa il fedelissimo del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Il punto, però, è un altro, e lo ha spiegato ancora meglio Pagano: “Non c’è nessuna motivazione di natura politica dietro l’inammissibilità degli emendamenti della Lega al decreto Ong. E inoltre sottolineo che non ho ricevuto alcuna pressione“, ha detto il deputato del partito di Silvio Berlusconi. È stata, infatti, fatta un’istruttoria molto approfondita, e nel merito si sono presi in considerazione solo gli emendamenti che riguardavano il soccorso in mare, perché è così che ha deciso il Consiglio dei ministri, quindi la scelta è dovuta ha “una questione di interpretazione“.
“Se tu mi presenti un emendamento che, per esempio, riguarda la prima accoglienza, il rimpatrio… queste sono questioni fuori tema rispetto al soccorso in mare“, ha spiegato ancora l’azzurro, attirando ancora le ire dell’esponente del Carroccio, che ha insistito sul fatto che no, “non è così“.
Come che sia, le scintille nella maggioranza si sono accese, ancora, facendo gioire le opposizioni, che hanno invece accusato Salvini di voler reintrodurre i suoi tanto cari decreti sicurezza, che proprio il vicepremier aveva firmato all’epoca del primo governo di Giuseppe Conte.
Il blitz, secondo Riccardo Magi di +Europa, “per il momento è fallito perché i presidenti delle due commissioni hanno dichiarato inammissibili quegli emendamenti con una pronuncia che non lascia spazio a contestazioni perché si rifà alle pronunce della Corte Costituzionale e al Regolamento della Camera“.
Mentre Filiberto Zaratti, capogruppo dell’alleanza tra Europa Verde e Sinistra Italiana nella commissione Affari costituzionali ha mostrato soddisfazione per lo stop “a una forzatura inutile sul piano procedurale oltre che odiosa per il tentativo di ridisegnare in senso restrittivo le norme in materia di immigrazione, in particolare quelle sui ricongiungimenti“.
Entusiasmo per la bocciatura e anche qui, per il blitz fortunatamente fallito, anche da parte di Toni Ricciardi, deputato del Partito democratico e storico delle migrazioni, che in un tweet ha sottolineato anche come “il Carroccio continua a pensare di risolvere la questione migratoria con la peggiore propaganda e alimentando false percezioni“.
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