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Politica

La maggioranza ha proposto dei ddl contro le droghe leggere, e sono già iniziate le polemiche

Augusta Montaruli, ex sottosegretaria all’Università, ora semplicemente una deputata di Fratelli d’Italia, ha presentato alla Camera una proposta di legge che mira, con pene più alte e la sicurezza del carcere preventivo, chi viene ritenuto responsabile di produrre, trafficare e detenere illecitamente sostanze stupefacenti o psicotrope anche se di “lieve entità”, e allo stesso modo, ma con delle pene addirittura più severe, ha fatto anche Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato della Lega.

Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d’Italia che ha presentato una proposta di legge contro le droghe leggere – Nanopress.it

Al di là delle posizioni delle opposizioni, una su tutti quella del Partito democratico di Elly Schlein, che in più di un’occasione si è spesa, invece, per la depenalizzazione e la legalizzazione delle droghe leggere, a stonare in questa situazione sono anche le parole del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che invece voleva un approccio più garantista, anche per evitare di intasare ancora il sistema carcerario, oggi più che mai al collasso.

FdI e la Lega hanno presentato delle proposte di legge per avere pene più alte e carcere preventivo sulle droghe anche di “lieve entità”

Dopo i rave, e dopo gli attivisti del clima – anche se i secondi ancora non hanno una legge che li punisce perché imbrattano le opere pubbliche -, la maggioranza di centrodestra, guidata dalla prima presidente del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana, Giorgia Meloni, ha messo nel mirino un’altra categoria di “devianti”, se così si possono chiamare.

Da Fratelli d’Italia, il partito della premier, l’ex sottosegretaria all’Università – che, per altro, ha abbandonato il ruolo nel governo perché giudicata colpevole e condannata per l’uso improprio dei fondi dei gruppi consiliari del Piemonte negli anni dal 2010 al 2014 -, ora, semplicemente, deputata, Augusta Montaruli, ha presentato alla Camera una proposta di legge che vuole colpire chi produce, traffica e detiene sostanze stupefacenti o psicotrope di “lieve entità”.

Immagini di alcuni sequestri da parte delle forze dell’ordine di cannabis – Nanopress.it

Nello specifico, nel testo presentato a Montecitorio, si chiedono pene più alte e carcere preventivo per gli spacciatori da marciapiede andando a cambiare, si legge, gli articoli 73 e 85-bis del testo unico delle leggi in materia, che al momento prevedono un massimo di quattro anni di reclusione e multe che vanno da 1.032 euro fino ai 10.329. Ecco, l’obiettivo, come spiegato dalla stessa parlamentare meloniana, è quello di rendere certa la custodia cautelare in carcere, che “al momento è impossibile applicare” innalzando a cinque anni la pena massima e aumentando anche i costi delle sanzioni pecuniarie, in maniera tale si possa conferire “alla magistratura giudicante questo ulteriore strumento per arginare la reiterazione del delitto”.

Nello stesso senso, ma con pene addirittura più severe – sei anni di reclusione e multe fino a 20mila euro –, a Palazzo Madama, il capogruppo dei senatori della Lega, Massimiliano Romeo, aveva presentato un disegno di legge più o meno a inizio legislatura. Nella nota di accompagnamento al testo, dal Carroccio avevano lamentato che il fenomeno del traffico, possesso e uso delle droghe stava “assumendo nel Paese dimensioni e caratteristiche sempre più preoccupanti ed endemiche”, e nello specifico per le condotte di lieve entità si pregiudicava “la portata repressiva e deterrente” della legge tuttora in vigore.

La reazione delle opposizioni e i diktat di Nordio sconfessati dal centrodestra

Le due proposte (quasi) fotocopia vanno in controtendenza, e non sono le uniche, rispetto al diktat del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che invece vorrebbe usare un approccio più garantista con l’obiettivo principale di sfoltire quelle carceri sovraffollate e un po’ anche mal messe, per lo meno alcune, e anche contrastare il ricorso massiccio alla custodia cautelare, ma sono anche un modo, secondo le opposizioni, di continuare sulla linea dell’approccio repressivo.

A questo proposito, Marco Furfaro, deputato del Partito democratico e membro della nuova segreteria voluta da Elly Schlein, ha sentenziato dicendo che l’esecutivo “non fa altro che inasprire pene e inventare reati“. “L’approccio figlio della cultura proibizionista si è dimostrato un vero fallimento, che non ha risolto il tema dello spaccio ne della dipendenza da stupefacenti. Questa legge non farà altro per produrre ulteriori costi per lo Stato senza risolvere il problema delle dipendenze tra i giovani“, ha spiegato ancora uno dei fedelissimi della neo segretaria, che più volte si è spesa sul tema della legalizzazione della cannabis.

Marco Furfaro, responsabile delle iniziative politiche, Contrasto alle diseguaglianze, Welfare del Partito democratico – Nanopress.it

Per Riccardo Magi, segretario di +Europa e anche lui eletto alla Camera dei deputati, si tratta invece di “una proposta demenziale“, a maggior ragione perché la sua va in senso contrario, ovvero la depenalizzazione delle droghe. “La cosa assurda – ha detto ancora il deputato ex radicale – è che non si coglie la necessità di distinguere tra diverse sostanze, in questo senso si ripropone l’impostazione folle e dannosa della Fini-Giovanardi tanto cara al sottosegretario Mantovano“. Il riferimento è all’uscita del fedelissimo della premier che, in occasione della 66esima Sessione della Commissione Stupefacenti delle Nazioni Unite, aveva detto che il “nostro dovere  è opporci a qualsiasi forma di traffico di sostanze stupefacenti e anche alla legalizzazione di talune di esse, perché tutte sono dannose, non ci sono droghe leggere“.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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