Massimo Gramellini spopola in libreria con “La magia di un buongiorno“, libro che sin dal titolo annuncia quello che sarà, senza troppe pretese. Una raccolta di quindici anni di ‘box’ in prima pagina sulla Stampa, tra grandi avvenimenti pubblici e piccole storie private, tutte con un sottofondo morale.
Trecentosessantacinque Buongiorno, tanti quanti i giorni di un anno, tratti da quindici anni di rubrica omonima in fondo alla prima pagina de La Stampa. Così Massimo Gramellini presenta “La magia di un buongiorno“, suo ultima fatica arrivata in libreria per i tipi di Longanesi. “I sorrisi si alternano ai sospiri e gli scatti di indignazione agli sberleffi, lasciando sempre una finestrella aperta per i sogni di passaggio che avessero voglia di entrare. Il Buongiorno funziona soltanto se ha la leggerezza e l’imprevedibilità di un corsivo. Cioè soltanto quando è scritto con amore“.
In quindici anni non sono mancate cadute di ‘stile’ (tra le ultime, era l’ottobre del 2013, un buongiorno ‘scopiazzato’ dalla lettera di una lettrice e spacciato per ‘evento cui ho assistito’), ma con questo “La magia di un buongiorno” Gramellini ci regala il meglio da lui scritto (o quello che crede esserlo). Tra storie private, anche minime, e grandi eventi pubblici, il giornalista ci guida per 365 scritti ironici e simpatici, arrabbiati e seri, per un annuario all’insegna della speranza di un futuro migliore.
Proponendo pezzi ironici ma che fanno riflettere o ‘semplicemente’ solo sorridere, il giornalista confeziona un libro che piacerà ai fan e non farà cambiare idea ai detrattori: questi ultimi, probabilmente, si chiederanno come mai qualcuno scelga di spendere 15 euro per un libro che, ad aver collezionato i ritagli preferiti, poteva già essersi composto da solo.