Luigi Di Maio sapeva delle indagini nei confronti dell’assessore Paola Muraro, ma ha taciuto. A incastrare il vice presidente della Camera è una mail scritta da Paola Taverna il 5 agosto scorso. A pubblicarne il contenuto è il quotidiano Il Messaggero. Ieri durante la lunga riunione del Direttorio sul caso Muraro-Raggi, Luigi Di Maio avrebbe dichiarato di aver sbagliato ad interpretare la mail e di aver capito male.
La Taverna scrive a Di Maio il 5 agosto, dopo l’esplosione del caso rifiuti a Roma. “Caro Luigi a scopo informativo ti scrivo questa mail a nome e per conto di tutto lo staff romano, certa – dichiara la Taverna – che tu riferirai opportunamente agli altri colleghi del direttorio nazionale”. Una mail divisa in due punti: nel primo, Di Maio viene informato di “una imminente notifica di un avviso di garanzia all’assessore per un’ipotesi di reato consistente in violazioni procedurali di verifica e controllo prescritte dal Testo unico dell’ambiente” di cui il Movimento è venuto a conoscenza tramite fonti giornalistiche. Ma è nel punto 2 che Taverna lancia la bomba e sottolinea che l’assessore Muraro è “in ogni caso già indagata secondo quanto risulta dalla visura ex art. 335 cpp”. “Allo stato attuale – scrive la senatrice pentastellata – non possiamo escludere ulteriori evoluzioni dell’indagine che portino a contestazioni di maggiori gravità”.
Ieri, fonti del Movimento 5 Stelle avrebbero però rivelato che Di Maio sostiene di aver sbagliato a leggere la mail e di aver inteso che il fascicolo sulla Muraro si riferiva all’esposto del numero uno di Ama, Daniele Fortini, che il due agosto si era recato alla Procura di Roma.