In molte città italiane gli edili sono scesi in piazza. Tutti uniti contro il superbonus e i codici appalti, entrambi voluti dal governo.
Da Torino a Roma, non protestano solo i sindacati, ma anche diversi esponenti dell’opposizione.
Maurizio Landini, leader della CGIL è stato a Torino in occasione della manifestazione degli edili. Ne ha approfittato per spiegare che non si tratta semplicemente di una protesta, bensì di una rivendicazione atta a cambiare linea e finalmente realizzare gli obiettivi utili per le riforme del nostro Paese.
Oltretutto Landini è del parere che sia necessario avviare una grandissima campagna di assemblee di confronto in tutti i luoghi di lavoro. Il mese di aprile dovrebbe essere quello in cui attivare il percorso di mobilitazione. Al momento, per realizzare questo progetto, la CGL ha aperto il confronto con Cisl e Uil.
Non è la prima volta che gli edili scendono in piazza. Ancora una volta la protesta è nei confronti del nuovo superbonus e del nuovo codice degli appalti messi in pista dal governo Meloni.
La manifestazione, chiamata “Fai la cosa buona” e promossa da Fillea Cgil e Feneal Uil, è ospitata in cinque città ovvero Torino, Roma, Napoli, Palermo e Cagliari. La richiesta fatta dai sindacati nei confronti del governo è molto semplice: eliminare il bonus del 110%, senza aggiungere alternative, in modo da non uccidere il settore dell’edilizia.
I lavoratori stanno attraversando un periodo di grande difficoltà date le scelte operate dal governo. Sono queste le affermazioni fatte da Conte, il quale è intervenuto in piazza Don Bosco, a Roma, sul palco della mobilitazione. A seguire, il capogruppo del Movimento alla Camera, Francesco Silvestri, ha aggiunto: “Dobbiamo contrastare questa deriva, batterci insieme con tutte le forze politiche di buona volontà e con le forze sociali qui oggi rappresentate”.
In piazza a Roma assieme ai lavoratori edili si è presentata anche la deputata del Pd, Rachele Scarpa. La deputata ha preso a cuore la causa messa in atto nel corso della manifestazione e ha chiesto a sua volta un cambio di rotta al governo Meloni. “La sospensione improvvisa del superbonus mette a rischio decine di migliaia di posti di lavoro e l’intervento del governo sul codice degli appalti avrà conseguenze gravi. Consentendo di subappaltare all’infinito si mette a rischio la qualità del lavoro, in un vortice di concorrenza sleale e al ribasso, dove le prime cose su cui si risparmia sono i diritti e la dignità dei lavoratori”. Queste le sue parole.
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