La camorra offre posizioni di lavoro ma più che fortuna potremmo parlare di schiavismo ai danni dei giovani.
Basta molto poco alla malavita organizzata per arruolare ragazzi, per lo più stranieri e senza prospettive lavorative. Vediamo nel dettaglio questo fenomeno.
Al pari delle agenzie interinali anche la camorra offre lavoro ma quanto questi posti convengono? A chi li accetta evidentemente abbastanza, poiché per la maggior parte si tratta di giovani ragazzi stranieri che arrivano nel nostro Paese in cerca di fortuna ma hanno poche o nulle prospettive di cambiare la loro vita tramite il lavoro.
Questi individui non hanno prospettive in merito e così è molto facile che cadano nella rete dei malavitosi, che cercano sempre manodopera nuova.
Basta veramente poco per arruolare questi ragazzi e successivamente, vengono spediti tra Napoli e Caserta in un sistema che conviene alla camorra sia in termini economici che dal punto di vista operativo.
Le frazioni che interessano questo fenomeno molto grave che sta dilagando sempre di più sono Giugliano, Castelvolturno e Forcella, fra i più conosciuti tra quelli emersi dal rapporto della Polizia Giudiziaria, che ha consegnato in questi giorni alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
Tali informative raccolgono i nomi di queste nuove leve della camorra, che sempre più spesso si uniscono alle organizzazioni criminali perché non hanno altra scelta.
Le persone più scelte dai camorristi sono gli extracomunitari e dietro a questo dettaglio ci sono molti motivi. Premettendo che il ruolo per cui vengono assoldati è quello di pusher, per gli stranieri entrare in questo giro di affari è una scelta rapida e conveniente.
Teniamo conto che la criminalità organizzata nel Mezzogiorno vive di un grande reato molto diffuso, il caporalato, che prevede lo sfruttamento di manodopera ed è proprio quello che avviene in questi casi.
Quindi c’è tanta gente che ha bisogno di lavorare e grande capacità di ricatto per chi offre occupazione, fra l’altro gli extracomunitari costano molto meno poiché guadagnano una paga giornaliera minore rispetto ai pusher italiani.
Ancora, gli stranieri non godono del supporto e dell’assistenza legale ai familiari durante il periodo di detenzione, inoltre devono sempre essere seguiti da un avvocato d’ufficio.
Insomma, una scelta vantaggiosa per la camorra sotto molti punti di vista.
Ma in quale modo vengono arruolati gli extracomunitari? È su questo che si concentrano le forze dell’ordine, ovvero capire, conoscere e prevedere i canali.
Questa è l’arma principale con cui gli inquirenti vogliono distaccare la manodopera straniera dal sistema architettato dalla camorra.
Per fare questo, gli interrogatori effettuati durante gli arresti sono incentrati sul comprendere come e quando iniziano i contatti con la malavita. Da quanto emerso la risposta principale è il passaparola fatto fra tossicodipendenti e pusher, che mette in contatto offerta e domanda.
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