In occasione della XXI giornata di commemorazione delle vittime della Mafia organizzata da Libera, l’Italia intera ricorda non solo coloro che sono caduti sacrificando la loro esistenza per difendere la legalità e la propria dignità, ma anche i passi di civiltà realizzati del nostro Paese, nella consapevolezza che la lotta per estirpare questo vero e proprio cancro della nostra società deve continuare, nonostante i tanti favori che la politica sembra riservare ancora oggi ai criminali. Va ricordato che nell’anno trascorso, il 2015, sono stati catturati ben 7 latitanti ed effettuati 655 arresti. Decine sono state anche le confische eseguite negli ultimi anni: oltre 27mila tra beni immobili e aziende sono state sottratte ad esponenti delle varie organizzazioni mafiose in Italia e anche all’estero. Vediamo la mappa interattiva nel dettaglio.
La mappa dei beni confiscati alle mafie in Italia
”Mafia e corruzione sono i parassiti di un sistema che distrugge la nostra società. Non sono un corpo estraneo ma un corpo che noi stessi alimentiamo”, ha spiegato Don Ciotti, che guida l’associazione Libera. In questa mappa possiamo, in un colpo d’occhio, vedere dove sono tutti i beni confiscati alle mafie, ovvero alla criminalità organizzata, che siano case, aziende o terreni, per un totale di oltre 27mila beni (il dato aggiornato al 31 dicembre 2015). Come si puàò notare, le inchieste sulle mafie al nord hanno fatto crescere il numero dei beni confiscati soprattutto in regioni che fino a pochi anni fa non ne avevano.
La mappa dei beni confiscati alle mafie nel mondo I clan camorristici preferiscono investire in Spagna, in particolare nella regione dell’Andalusia. La ‘ndrangheta ha invece messo gli occhi da tempo su affari in Germania e Francia e sull’acquisizione di immobili in Costa Azzurra. All’estero comunque non mancano gli investimenti di gruppi criminali provenienti da Gran Bretagna, Cina e Russia, che preferiscono uscire dai loro territori per riciclare il denaro sporco.
Sulla questione dei beni confiscati, don Ciotti ha ricordato che ”nel 1996 abbiamo raccolto un milione di firme per chiedere la confisca e l’uso sociale di questi beni. Dei passi avanti si sono fatti. Il problema ancora una volta è l’accelerazione e le priorità che il parlamento deve dare per permettere più chiarezza, più velocità e più trasparenza. C’è una grande riforma da fare in Italia quella della nostra coscienza”.
Mappe redatte a cura di Confiscati Bene