La ministra della Famiglia, della Natalità e delle Pari Opportunità Eugenia Roccella è stata contestata oggi al Salone del Libro di Torino. Un gruppo di manifestanti ha interrotto la presentazione del suo libro Una famiglia radicale, al grido di slogan come “Fuori lo Stato dalle mie mutande”. La ministra ha bloccato la sicurezza, intenzionata a farle allontanare, spiegando a sua volta di aver partecipato in gioventù a sit-in. Sul palco è quindi salita una delle dimostranti che ha letto un comunicato. Una quindicina di persone sono state poi individuate dalla Digos della questura di Torino.
Mattinata difficile, quella vissuta dalla ministra della Famiglia, della Natalità e delle Pari Opportunità Eugenia Roccella. La politica si trovava al Salone del Libro di Torino per presentare la sua opera Una famiglia radicale. Un gruppo di manifestanti è apparso in mezzo al pubblico, sventolando slogan e striscioni quali “Sul mio corpo decido io, ma quale Stato, ma quale Dio”. La sicurezza della manifestazione ha cercato di allontanare immediatamente le dimostranti, ma è stata bloccata proprio dal ministro, che ha spiegato di aver vissuto esperienze del genere in gioventù e ha invece invitato ad un confronto. Una delle manifestanti è così salita sul palco del Salone, leggendo un comunicato. In seguito, la Digos di Torino ha individuato quindici delle persone in questione.
Alcuni membri di Fridays for Future, Extinction Rebellion e Non una di meno sono intervenuti durante la presentazione di Una famiglia radicale della ministra della famiglia Eugenia Roccella, all’Arena Piemonte del Salone del Libro di Torino.
Al grido di “Fuori lo Stato dalle mie mutande” e altri slogan e cartelloni simili a supporto dell’aborto e della RU426, le dimostranti hanno apertamente contestato il ministro, suscitando l’attenzione delle forze dell’ordine che hanno cercato di fermarle. Di diverso avviso, invece, Roccella, che ha spiegato i motivi della sua decisione.
“Vorrei parlare con le persone che manifestano, non voglio che nessuno sia portato via, non lo posso accettare visto che la mia esperienza è stata anche quella di sit-in cui venivo portata via” ha spiegato la ministra.
Anche lo stesso Nicola Lagioia, direttore editoriale del Salone è intervenuto, invitando le persone a un confronto: “Il Salone è un luogo democratico e della democrazia fa parte anche la contestazione però secondo me avete l’opportunità di dialogare con la ministra dopo averla contestata, perché qualcuno di voi, un delegato, non sale sul palco e si confronta? Perché non trasformare questa occasione in un dialogo anche acceso? “. Il suo invito, tuttavia, non è andato a buon fine e non è stato accolto.
Il botta e risposta con la ministra Roccella è continuato, al punto che quest’ultima è sbottata: “Se è vero che siete contro la mercificazione del corpo delle donne battetevi con noi contro l’utero in affitto”. Una frase accolta con grida e fischi.
Nata a Bologna nel 1953, Eugenia Roccella è figlia di uno dei fondatori del Partito Radicale, e dopo essersi trasferita molto giovane a Roma, diventa femminista, entrando a far parte del Movimento di liberazione della donna. In quel periodo si occupa di numerose battaglie come quella per il diritto all’aborto, il diritto di famiglia e quello per le pari opportunità.
Dopo aver abbandonato per vent’anni la politica attiva per occuparsi della famiglia, negli anni Novanta ha deciso di lasciare il Partito Radicale, anche a causa di alcuni comportamenti di Marco Pannella, come ha lei stessa dichiarato.
Il 2007 la vede portavoce, assieme a Savino Pezzotta della manifestazione Family Day. Nel 2008 entra in Forza Italia e quindi nel Popolo della Libertà, diventando deputata e in seguito sottosegretario alla Salute.
Dopo aver aderito al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano ed essere poi passata al Gruppo misto, dal 22 ottobre è nominata ministra della Famiglia, della Natalità e delle Pari Opportunità.
Il suo libro, Una famiglia radicale, presentato oggi al Salone, ripercorre la storia della sua famiglia, la decisione di lasciare i Radicali e il suo susseguente avvicinarsi al mondo cattolico.
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