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La misteriosa stanza vuota scoperta di recente all’interno della piramide di Cheope a Giza potrebbe essere una sala del trono di ferro, usato dai faraoni per ascendere alle stelle del Nord, prima tappa del viaggio nell’Aldilà. L’ipotesi è stata illustrata dal professor Giulio Magli, matematico e archeoastronomo del Politecnico di Milano in un articolo pubblicato su arXiv in cui lo studioso cerca di spiegare cosa si celi dietro quell’enorme spazio vuoto scoperto da un’équipe internazionale di fisici e ingegneri lo scorso novembre. In base ai dati finora a disposizione e alle scoperte confermate dall’archeologia, per lo studioso italiano potrebbe dunque trattarsi di una stanza del trono molto particolare.
La scoperta del “grande vuoto della Piramide”, come era stato chiamato dai ricercatori, aveva lasciato senza risposte molte domande. Il “big void”, si trova sopra la Grande Galleria, il corridoio interno più grosso della piramide che collega la Camera della Regina e la Camera del Re: in base alle prime misurazioni, ottenute grazie alla tecnica della tomografia muonica, si tratta di una sezione trasversale simile a quella della Grande Galleria e con una lunghezza minima di 30 metri.
Di cosa si tratti però ancora non è chiaro ed è qui che il professor Magli ha cercato di dare una prima risposta, prendendo in considerazione diversi fattori, a partire dalla complessa ritualità funebre degli antichi egizi.
“Sebbene la struttura dettagliata debba ancora essere determinata, è ovvio che questo vuoto non può essere interpretato
come una sciatteria da parte dei costruttori”, si legge nell’articolo del matematico e archeoastronomo per cui proprio “la non omogeneità” con il resto della piramide, indicherebbe la costruzione deliberata di tale vuoto.
“Inoltre – continua lo studioso – non può essere interpretato, come proposto da alcuni egittologi, come una sala dedicata al sostegno del peso dal tetto della Grande galleria”, problema già risolto dai costruttori con una sorta di controsoffitto, come dimostrato dallo stesso Magli con uno studio del 2013.
Il suo scopo dunque deve essere funzionale a quello della piramide, cioè essere la tomba del faraone, “costruita per assicurare la sua eterna aldilà”: per questo “deve esserci una solida ragione per la sua esistenza, e questa ragione deve essere profondamente connessa con il rito funerario egiziano”.
Il suo è un primo tentativo, “per quanto altamente speculativo” scrive, di capire cosa sia quel grande vuoto. In base ai testi sacri dell’antica religione egiziana e ai ritrovamenti in altre piramidi, potrebbe essere il corridoio che porta alla sala del trono di ferro, come è chiamata una “porte del cielo”.
Qui sarebbe conservato il trono, fatto di legno e ricoperto di ferro meteorotico, descritto nei Testi delle Piramidi in cui si parla del viaggio del faraone che, “prima di raggiungere le stelle del Nord, dovrà passare per le porte del cielo e sedersi sul suo trono di ferro”.
Il big void, conclude Magli, potrebbe dunque essere “una copia non funzionale della Grande Galleria che inizia all’uscita del pozzo nord e ed è stata costruita per contenere un oggetto simbolico situato sotto l’apice della piramide. L’oggetto potrebbe essere il trono di ferro, come viene chiamato nei passaggi dedicati alla resurrezione dei Testi delle Piramidi”.
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