Lo spettacolo della MotoGP, le sue emozioni, i finali al cardiopalma e lo stupore che sono le corse possono regalare sono pronti a tornare, anzi sono già tornate, ma con un format e un regolamento decisamente diverso dagli altri anni. La novità più grande è sicuramente quella della sprint race, che raddoppia di fatto il numero delle gare, ora 42. Di conseguenza, cambiano sostanzialmente anche le qualifiche e la ripartizione dei punti. Insomma, c’è tanto di nuovo da sperimentare e con la certezza che i principali protagonisti torneranno a infiammare la competizione, a partire da Francesco “Pecco” Bagnaia, l’eroe dello scorso anno e colui che ha in mano il destino della Ducati e dei tanti tifosi italiani, pronti a sostenerlo ancora una volta.
Il rombo dei motori, le urla dei protagonisti, i sorpassi che non permettono di stare seduti: tutto questo, e anche qualcosa di più, rappresenta la MotoGP, quello sport che ormai non è per tutti e non è così popolare, ma che tra velocità, rischio e ambizioni non ha nulla da invidiare agli altri. E poi quest’anno, a partire dal Gp del Portogallo, non mancano le novità: il 2023 potrebbe essere ricordato come uno dei più rivoluzionari di sempre. Cambiano tante cose: in primis, il numero di gare e, di conseguenza, le strategie, la ripartizione dei giorni in base alle prove. Ciò che non varia è la volontà più profonda e istintiva che esista negli sport individuali e ancor di più nei motori: arrivare primi e davanti a tutti gli altri, essenzialmente ciò che separa chi vince da chi non viene ricordato.
Nello sport, e ancora di più per quanto riguarda i motori, si parla spesso di rivoluzione, ma non nel suo senso storico e sicuramente politico di ribellione o resurrezione. Stavolta, potrebbe essere intesa molto più come una novità, anzi una serie di novità, di quelle che cambiano profondamente le strategie e gli intenti delle scuderie, prima ancora che dei singoli piloti, che loro soffrono, lavorano di istinto e poi mettono il muso davanti agli altri, con quell’orgoglio e quella competizione che droga e non si appaga fino al gradino più alto del podio e allo champagne che sventola e bagna tute e trofei.
Il Gp del Portogallo di questo weekend è già un appuntamento importante, uno di quelli che gli appassionati di sport non possono perdere. E anche se i punti in palio sono i primi del campionato, sicuramente chi ben comincia è a metà dell’opera. In realtà, dal nostro punto di vista, almeno in questo caso, non interessa solo chi arriverà ai primi posti, ma molto di più abituarsi a un nuovo format, completamente diverso da quello che vedevamo ogni weekend, o quasi, a seconda del calendario.
Partiamo, quindi, dalla certezza più impattante e che è destinata ad attirare l’attenzione degli appassionati: stiamo parlando della sprint race. La nuova era di questo sport prevede che la MotoGP 2023 sarà il campionato più lungo della storia e, se questo non bastasse ad aumentare l’hype, vedrà i campioni impegnati in 42 corse totali, suddivise in ventuno Gp e ventuno sprint race. Di fatto, si tratta del raddoppio del numero delle prove che, quindi, richiederanno grande prontezza e continuità ai piloti e con un calendario completamente diverso rispetto agli altri anni. La Dorna ha deciso di introdurre le spint race sulla scia di quanto già sperimentato in F1 e Superbike – anche se con un numero e degli intenti diversi – per conferire nuovo interesse all’intero movimento e vedremo se così sarà.
Di certo, ora il sabato sarà completamente differente per i pretendenti al titolo sulle due ruote. Il sabato mattina si svolgeranno le qualifiche che serviranno a stabilire l’ordine di partenza per le sprint race, il cui via è previsto sempre il sabato, ma di sera e come ultimo appuntamento della giornata. Il numero di giri sarà pari esattamente alla metà rispetto a quelli del Gp e lo stesso vale per la ripartizione dei punti, dato che il primo se ne aggiudicherà 12, il secondo 9, il terzo 7, il quarto 6, il quinto 5 e così via. L’ultimo ad andare a punti sarà il nono che muoverà la classifica solo di un’unità. Il podio sarà disposto in un posto differente rispetto a quello del Gp ed è facile intuire – senza essere dei geni della matematica – che se lo stesso pilota dovesse vincere sia la sprint race, sia il consueto Gran Premio domenicale porterebbe a casa 37 punti. Un bel bottino che mira a tenere in piedi emozioni e incertezze fino alla fine del Mondiale, dato che in tanti potrebbero rientrare in gioco potenzialmente vincendo anche solo un paio di settimane di fila.
In MotoGP, inoltre, c’è una grande differenza sulle gare ridotte rispetto a quanto adottato in F1 e in Superbike. La griglia delle qualifiche resterà la stessa anche la domenica, quindi l’ordine della sprint race non influirà sull’ordine di partenza della gara classica. Chi è primo post qualifiche ha il diritto di partire davanti anche il giorno dopo e questo conferisce all’evento particolare importanza, come si può facilmente intuire. Proprio per questo probabilmente sono state rivoluzionate anche le stesse qualifiche. Si parte il venerdì con le prime due sessioni di prove libere, mentre la terza è in programma per il sabato mattina, subito prima delle Q1 e delle Q2. Inoltre, al Q2 prenderanno parte i primi dieci nella classifica combinata al termine delle FP2.
Con un programma così fitto qualcosa doveva essere sacrificato ed è il caso della quarta sessione di prove libere. Lo spezzone dedicato essenzialmente alle prove tecniche non ci sarà più e, di fatto, il loro posto è preso dalle FP3, dato che non saranno più decisive per la classifica combinata relative le qualifiche. Anche la domenica mattina sarà un po’ più snella: infatti, è previsto solo il warm up della MotoGP e non più quello di Moto2 e Moto3, e per quest’ultime non è ancora prevista la sprint race, per ora dedicata solo ai primi della classe. Se le cose andranno bene, non è detto che il format non possa essere allargato anche a loro. A tal proposito, bisogna specificare che la Fim ha stabilito che le vittorie della sprint race non potranno essere sommate a quelle assolute, ma saranno catalogate a parte. Ora sapete tutto e il Portogallo chiama: chi partirà per primo e chi porterà a casa i primi punti pesanti della stagione? Non resterà che sintonizzarsi davanti al teleschermo e non perdersi il primo grande appuntamento di un 2023 che potrebbe essere indimenticabile per chi ama questo sport.
Tutto quello che volete, anzi che ha voluto la Dorna: cambiamenti, rivoluzioni, punti in palio e spettacolo senza respiro. Però, a prescindere da tutto il favorito resta comunque Pecco Bagnaia. Il fenomeno della Ducati, che secondo molti potrebbe ripercorrere le orme di Valentino Rossi e far trionfare per tanti anni l’Italia, ci ha emozionato non poco l’anno scorso fino a un trionfo iridato storico per lui e per tutto il movimento. Di certo, dovrà guardarsi le spalle dalle ambizioni e dalle qualità di due come Fabio Quartararo e Marc Marquez che sicuramente non accettano di buon grado il secondo posto.
Nelle consuete conferenze stampa del giovedì, però, non poteva che parlarsi della grandi novità apportate, a partire dalla sprint race. Ad avere il punto di vista più negativo è stato sicuramente il pilota francese, laureatosi campione del mondo nel 2021: “L’intensità sarà ancora più alta e così aumentano anche i pericoli”. La pensa diversamente Bagnaia: “Si tratta di un cambiamento necessario. Dobbiamo dimostrare di essere uno sport di alto livello e la direzione è quella giusta; è un cambiamento positivo, che mi piace”. Il ducatista, inoltre, ha sottolineato come dovrà cambiare di pari passo anche tutta la strategia, come d’ora in poi sarà importante essere fin da subito pronti e senza badare troppo al consumo della gomma. Bisogna spingere e senza pensare al dopo, perché ogni step sarà decisivo per andare a punti.
Forse anche per questo, nonostante per tutti abbia i crismi dell’uomo da battere, Bagnaia non si sbilancia troppo su un nuovo trionfo iridato: “La nuova moto si adatta meglio al mio stile di guida e il nostro passa gara è migliorato. Nel corso della stagione, però, può cambiare e in tanti possono lottare per la vittoria – afferma il campione del 2022 -. Credo che Quartararo e Marquez saranno davanti, proprio come il mio compagno di team, Enea Bastianini, e poi ci sono anche le Aprilia e le Ktm da tenere d’occhio. La situazione potrà essere più chiara al momento della pausa estiva”.
Le prime battute, intanto, nel weekend del Portogallo sono state decisamente positive per Bagnaia che ha riferito di avere delle sensazioni ancora più positive rispetto alle attese, che già erano promettenti. Di certo, le qualità di Pecco non sono in discussione e stavolta sembra avere un vantaggio ancora più importante rispetto agli altri, quello relativo il mezzo, ulteriormente migliorato negli ultimi mesi e che gli permetterà di guidare esattamente come lui preferisce. Secondo gli esperti, infatti, il gap rispetto agli avversari è aumentato ancora di più.
Sarà per questo che Quartararo pare decisamente negativo sulla lotta per il titolo: “Abbiamo fatto dei passi avanti, ma non è ancora sufficiente. Non abbiamo la stessa velocità di punta degli altri, ci manca qualcosa rispetto alla Ducati e dobbiamo lavorare per migliorare”. Le cose vanno anche peggio per la Honda e, quindi, per Marquez. Le cose sono cambiate molto rispetto a dieci anni fa, quando il pilota spagnolo dominava in lungo e in largo. Oggettivamente sono diverse anche le sue possibilità per la moto a disposizione e le sue dichiarazioni in conferenza stampa confermano queste previsioni, ma anche le sue ambizioni: “La Ducati ha un pacchetto molto forte. Pecco è il più veloce, noi siamo lontani dalla Ducati e ancora di più da Bagnaia”. E ha continuato, dando un po’ di speranza ai suoi sostenitori: “Stiamo lavorando per provare a migliorare alcune aree, ma in Portogallo non potremo puntare al podio. Di certo, la mia ambizione è la stessa del 2013, sono qui per lottare per le prime posizioni”.
Ora bando alle analisi e via alle corse, perché il fiato è già in sospeso al Portimao e non è detto che non conceda diverse sorprese. Noi italiani saremo sicuramente ancora protagonisti e alla ricerca di una continuità che è essenziale con il nuovo format, ma come è fondamentale tenere il piede ben spinto sull’acceleratore. E senza tanti compromessi. Infatti, sono già arrivati i tempi delle prime prove libere e hanno già riservato diverse sorprese. Il primo posto è, a sorpresa, di Alex Marquez con la sua moto Ducati del Team Gresini. È lui ad aver fatto meglio in questo primo stralcio, che non può dare un’indicazione complessiva rispetto a come andrà il weekend, ma non è neanche da sottovalutare. Lo spagnolo ha girato in 1’38″782, meglio del secondo classificato, il connazionale Joan Mir che con la sua Honda è rimasto indietro di soli 0.045 millesimi.
Il terzo e il quarto tempo sono stati siglati rispettivamente da Luca Marini (+0.140) e Marco Bezzecchi (+0.236), piloti Ducati del team VR46. A seguire, troviamo subito Johan Zarco (+0.286, Ducati Pramac), Maverick Vinales (+0.398, Aprilia) e Jorge Martin (+0.424, Ducati Pramac). I big, come potete vedere, non sono ancora arrivati, sicuramente a sorpresa. Solo ora, all’ottavo posto, arriva Fabio Quartararo (+0.499, Yamaha), mentre Pecco Bagnaia è nono (+0.693, Ducati). Sicuramente ci si aspettava da più dal campione del mondo, ma c’è ancora diverso tempo per riscattarsi in Portogallo. Al decimo posto, poi, c’è Marc Marquez (Honda, +0.755), a chiudere la lista dei migliori dieci.
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