[didascalia fornitore=”ansa”]Il professore Jeffrey Sachs della Columbia University durante la presentazione del bilancio di sostenibilità 2017[/didascalia]
Il bilancio di sostenibilità Hera è stato presentato con i numeri delle tre responsabilità: economica, sociale e ambientale. Impronta di carbonio ridotta, alto livello di efficienza energetica raggiunto e uso dell’energia rinnovabile per i servizi diffusa a tutto il territorio. Sono questi in sintesi i risultati del gruppo Hera, con quasi 2 miliardi di euro distribuiti nel solo 2017 a stakeholder e fornitori del territorio.Vediamo il focus sugli impegni presi, i risultati ottenuti e le prospettive per il futuro della multiutility.
In particolare, nel proprio bilancio di sostenibilità la multiutility rendiconta il valore condiviso, cioè la quota di margine operativo lordo derivante da attività che generano margini operativi per l’azienda e rispondono anche a 10 dei 17 obiettivi di sostenibilità indicati nell’Agenda Globale.
In aumento del 10% rispetto al 2016, tale quota si è attestata nel 2017 a 329 milioni di euro (1/3 del Mol complessivo) e l’obiettivo è portarla al 40% del Mol per il 2021, contribuendo maggiormente ai bisogni del territorio servito e alle sfide per il cambiamento. Ingenti, peraltro, gli investimenti già stanziati, che nel solo 2017 hanno contribuito allo sviluppo del valore condiviso per 200 milioni di euro, dunque in misura pari al 41% del totale.
Fra gli interventi principali si segnala a Sant’Agata Bolognese la realizzazione di un importante impianto per la produzione di biometano dalla frazione organica dei rifiuti. A questo si aggiungono lo sviluppo del riciclo dei rifiuti attraverso le società Aliplast e Waste Recycling, fondamentali in una logica di compiuta attuazione dell’economia circolare. Completano il quadro il potenziamento del servizio di depurazione delle acque reflue, la digitalizzazione dei servizi in ottica utility 4.0 e, infine, gli investimenti in innovazione per rendere le reti sempre più smart.
Per quanto riguarda l’efficienza energetica, il Gruppo ha ridotto i propri consumi del 3,6% rispetto al 2013, superando l’obiettivo prefissato, risparmiando circa 8.300 tonnellate equivalenti di petrolio e avvicinandosi al traguardo del 5% fissato al 2020. Complessivamente, è stata ridotta del 16% rispetto al 2015 l’impronta di carbonio derivante dalla propria produzione di energia.
Già dal 2017 il gruppo alimenta tutte le proprie attività in Emilia-Romagna utilizzando solo energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili, uno standard che sta diffondendosi. Nell’ambito dell’uso efficiente delle risorse, le attività rendicontate riguardano principalmente l’economia circolare e la gestione sostenibile della risorsa idrica. Sul fronte dell’economia circolare i risultati raggiunti anticipano di decenni gli obiettivi fissati dall’Unione Europea.
Un esempio è il ricorso alla discarica per i rifiuti urbani, che scende ancora e si attesta al 7%, contro un obiettivo europeo del 10% al 2035 e una media italiana 2016 (ultimo dato disponibile) del 28%, ponendo il territorio servito al livello dei Paesi europei più virtuosi. Ma non solo. Anche nel riciclo degli imballaggi, la multiutility ha già superato l’obiettivo del 65% fissato per il 2025, raggiungendo il 68%. La raccolta differenziata continua a crescere e nel 2017 è al 57,7%, molto al di sopra della media nazionale.
Gli impianti di Aliplast hanno prodotto nel 2017 circa 103 mila tonnellate di plastica riciclata. Buone notizie vengono inoltre dal rapporto Ecosistema Urbano 2017 di Legambiente: in termini di raccolta differenziata pro capite, fra i dieci capoluoghi di provincia con oltre 100 mila abitanti che si sono dimostrati più virtuosi, infatti, ben cinque sono gestiti da Hera (Forlì, Rimini, Ravenna, Modena e Ferrara), mentre Bologna è la seconda città italiana tra quelle con più di 300 mila abitanti.
Nella gestione sostenibile della risorsa idrica i principali investimenti sono stati rivolti al piano di salvaguardia della balneazione di Rimini e ai lavori di adeguamento del depuratore di Servola a Trieste. Inoltre è proseguito il piano di adeguamento del sistema depurativo: a fine 2017 il 91% degli agglomerati urbani risultano adeguati, percentuale che tocca il 100% in Emilia-Romagna.
Anche nel 2017 il Gruppo ha svolto un ruolo positivo nello sviluppo economico e occupazionale del territorio servito, tutelando aria e suolo e puntando su processi innovativi e digitalizzazione. La quota di prestazioni commissionate a fornitori locali ha raggiunto il 66% del totale, per un importo di 592 milioni di euro, cresciuto del 6% rispetto all’anno precedente. A beneficiarne è anche l’impatto occupazionale del Gruppo, che ai suoi quasi 9 mila dipendenti aggiunge le 6.500 persone dell’indotto generato proprio dalle forniture.
Fornitori, lavoratori, azionisti, finanziatori, istituti bancari, pubblica amministrazione e comunità locali, sono gli stakeholder ai quali nel 2017 è stato complessivamente distribuito un valore economico pari a quasi 2 miliardi di euro, in aumento del 6,5% sul 2016. È importante inoltre evidenziare che le forniture da cooperative sociali hanno consentito l’inserimento lavorativo di oltre 800 persone svantaggiate.
Per quanto riguarda la tutela dell’aria e del suolo, tra i risultati più importanti si confremano le performance positive dei termovalorizzatori gestiti, con livelli di emissioni in atmosfera molto contenuti e mediamente inferiori dell’86% rispetto ai limiti di legge, e un riutilizzo di suolo del 75% sul totale nelle progettazioni degli interventi su reti e impianti.
Per quanto riguarda innovazione e digitalizzazione, invece, gli investimenti si sono concentrati in particolare su progetti in ambito smart city (diffusione dei contatori gas elettronici, monitoraggio della qualità ambientale, videosorveglianza, servizi informativi e di mobilità) e sviluppo dei canali digitali di relazione con i clienti, con il lancio della nuova app My Hera e un incremento dei clienti iscritti ai servizi on line, che sono saliti al 19%.
In collaborazione con AdnKronos
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